http://www.youtube.com/watch?v=9Vtyq7YNmrY
:yeah!)
Parliamo di cose serie!
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http://www.youtube.com/watch?v=9Vtyq7YNmrY
:yeah!)
Parliamo di cose serie!
fantastico il tastierista che fa l'intro di basso slap con la tastiera... guardate la faccia del bassista
per quanto io sia un fan del sanborn sassofonista, la musica è decisamente agghiacciante IMHO
Sanborn ha raggiunto vette di kitch molto alte secondo me =)
io l'ho adorato nell'orchestra di gil evans, consiglio a tutti "There Comes a Time", disco immenso...
Ottimi strumentisti che suonavano benissimo musica di m#rd@! (tra l'altro, secondo me, essendone ben consapevoli).
E questo è anche uno dei brani meno fetenti tra quelli pubblicati nei dischi di Sanborn di quell'epoca.
Come siete seri!
A me fa divertire da matti, mi fa venire in mente film tipo Beverly Hills Cop (non era però nella colonna) o i paninari ed anche Miami Vice.
Non so perchè, però ogni tanto lo trovo spassoso.
...effetti dello show business.
Non credo si possa dare la colpa a Sanborn:
musicista di grande eclettismo e doti,
che ha raggiunto il successo "banalizzando" le sue qualità
musicali e di strumentista,
confezionando motivetti orecchiabili per il grande pubblico.
Per uno strumentista non è semplice,
o ti metti a fare il cantante (vedi Armstrong & C.)
o fai qualche "marchetta"
ben orientata dal punto di vista del marketing
e...la vita ti diventa meno complicata!
Non si possono, nè possiamo stare a "celebrare" sempre "vite eroiche"
sull'orlo della disperazione e della frustrazione perenne...
per la gioia di chi...poi?
Degli apologeti, dei futuri biografi o storici?
Lo show business è la farsa piu' artificiale che esiste
e ognuno decide quale parte recitare
e quale fetta di torta "mangiare"
o può anche decidere
di non "mangiare"...
per la gioia dei futuri apologeti.
juggler:perfetto, verissimo e detto con la solita capacità di saggio e persona di grande cultura a 360 gradi
comunque, sanborn a me piace!
sanborn piace pure a me, ma sta musica mi arriva proprio come invecchiata male...
ci sono tanti artisti che hanno saputo coniugare meglio lo show biz con una bella musica, secondo me =)
è verissimo
questo invece è quello che indicavo sopra
http://dl.dropbox.com/u/24159988/01%20K ... 0Stomp.mp3
Se proprio volessimo rimanere in tema di cultura si dovrebbe scrivere "sanborn, a me mi piace" (...mi pare, almeno..boh...)Citazione:
Originariamente Scritto da Danyart
Ad ogni modo, restando sul lato leggero della vita (e, ogni tanto, bisogna starci) Sanborn è nel mio cuore. E' una parte degli anni in cui avevo grandi sogni e nessun pensiero... insieme a M.Jackson, a Sordi e Totò, a Quelli della notte, ai film di Telereporter dopo l' una del mattino, ecc.ecc.ecc.ecc... Se Vi dico che, a ripensarci oggi, fatto di pochi sogni e molti pensieri, mi viene l' occhio lucido tanto non ci crede nessuno... e quindi butto tutto in v@cc@, come al solito :smile:
Sanborn è stato, è, e sarà, una pietra miliare, di un certo tipo di sound, è il riferimento del modo di suonare il sax alto, del TIMBRO dell'alto, in ambito di musica pop/leggera, fusion etc.
Non voglio discutere se piaccia non piaccia la sua musica, ognuno ha il proprio giudizio in merito, ma rappresenta, piaccia o non piaccia, lo standard di riferimento di un certo modo di suonare. Il suo timbro è unico, così come la sua "carica agonistica".
Per altro, se si guarda alla sua carriera solistica, per certi versi, ha agito al contario, prima dischi banali, poi nel tempo,e col successo, a partire dalla fine degli anni 80, la sua musica si è fatta, strada facendo, sempre più interessante.
Aggiungo, inoltre, che Sanborn ha collaborato con moltissimi musicisti e ci sono dischi (ha lavorato in centinaia di incisioni), nei quale è ospite, davvvero pregevoli.
Il suo timbro ed il suo fraseggio, sono immediatamente riconoscibili ed hanno fatto scuola, tutti gli altisti del versante non ortodosso, ne sono debitori.
Chiudo dicendo che aver quel sound sull'alto, quel suound che ti spacca, intriso di blues, non è per niente facile, pure se hai un MK VI ed un Dukoff D7 ........ provare per credere ....... :ghigno:
Concordo appieno...avere quel sound non è per niente facile!!Ma c'è da dire che è sempre molto ben equalizzato...!!!
Gino io l'ho visto live a Roma, più di venti anni fa, ho visto pure le prove, il sound check, insomma ho speso un pomeriggio, ed ero li sul palco ...... suona così, come lo si sente ..... :cry: ed imbocca pure in modo strano ........
Dal punto di vista timbrico, sull'alto è stato un'innovatore, il tuo timbro ha aperto al sax le porte della della musica leggera, del pop etc., ha nobilitato lo strumento, ogni suo intervento in tali contesti, non è mai banale, sa raccontare una storia, sa trasmettere un'emozione, sintetizzandola in 40 secondi (questa è la prassi della musica leggera).
Me lo confermo pure uno straordinario sassofonista, Gianluigi Trovesi, che mi disse dopo un suo concerto che il timbro di Sanborn era qualcosa di eccezionale!!!!!
Se si ascoltano i suoi dischi da:
Another Hand (1991), Upfront (1992), Hearsay (1994), Pearls (1995), Love Songs (1995)
Songs from the Night Before (1996), Inside (1999), Time Again (2003), Closer (2005),
Here and Gone (2008) e Only Everything (2010), si denota una svolta artistica notevole, basta ascoltarli .... e poi giudicare ........
Svelo un fatto "intimo" la scintilla, il mio amore per l'alto naque con il disco di Mike Stern Upside Downside, nel brano Goodbye Again, suonava, in un paio di branii, Sanborn, che mi sconvolse ..... magari è una buona occasione per (ri)scoprire un capolavoro assoluto nel suo genere (parlo del disco), e magari ascoltare quello che fa Sanborn in questo brano :cry: ......
... beh c'era un certo Marcus Miller che faceva da direttore artistico/musicale per Sanborn, si sà che quello che tocca Miller diventa "oro" (avete presente il ritorno di Miles... ecco!)
stai scherzando, spero ..... :shock:Citazione:
Originariamente Scritto da phatenomore
'a Ste... e annamo sù... così mi lusinghi!
Dovresti sapere che io non scherzo mai! (Id est : a me mi piace comportarmi da persona seria)
Caspita! a tratti sembra che parliate di Charlie Parker... a me Sanborn ricorda canale 5 e il peggio degli anni '80, ma come si è detto; è questione di gusti, da come si pettina a come suona, il passo è breve.
a me Sanborn ricorda canale 5 e il peggio degli anni '80 .....
Ti invito ad ascoltare i suoi dischi da Another Hand (1991) in avanti ....... Il resto della discussione, come al solito, sono soltanto pareri personali .......
Sanborn è un altista della madonna, allievo di Hemphill come Tim Berne e Marty Elrich.
Ascoltate appunto, come dice Koko, l'orchestra di Gil Evans oppure Diminutive Misteries con Tim Berne.
Che poi sia pure un furbone cotonato ed abbia cavalcato l'onda dell'easy listening muscolar-patinato, beh, questo gioca solo a suo favore!
Anche qui suona un brano pop ma è cosa ben differente da Slam!
http://youtu.be/TyPWCrvNZZM
ma quant'è bello sto pezzo?
la foto col monosopracciglio poi è impagabile...
Perchè questa è brutta invece? ;)
Sanborn 1974 (solo a 2:22)
http://www.box.net/shared/1jcbvefk42
conosco =)
dovrebbe essere dallo stesso disco da cui ho linkato king porter stomp poco sopra...
ho sempre rosicato per non aver potuto ascoltare quell'orchestra dal vivo...in quel disco c'è un solo di george adams su The Meaning of the blues che fa spavento.
No è sempre da Plays Hendrix
Citazione:
Originariamente Scritto da Mad Mat
E' un pezzo che ascolto da una vita!!! Non sapevo fosse Sanborn all'alto.
Meraviglioso.
Anche se sinceramente, commercialmente parlando, non lo trovo così differente da Slam, se poi lo si mette in relazione ad altri lavori di Evans mi pare alquanto evidente.
Apprezzare Slam non significare non apprezzare altro o sminuire altro ancora. Non sono così sicuro che il periodo anni '80 di Sanborn sia frutto di politiche di marketing, credo invece che stesse facendo ciò che gli piaceva in relazione anche ai suoi tempi. Il successo è stato veicolo per continure, mi ricordo di un paio di concerti in Japan in uno stadio gremito.
Ma voi, quando date l'aspirapolvere, montate un mobile dell'Ikea, pulite i vetri...ogni tanto non vi piace ascoltare qualcosa di leggero e per così dire, vuoto?
Mi accodo a Phate, a volte mi piace ascoltare un certo tipo di musica solo per ricordare un certo periodo della mia vita.
Sanborn non è Charlie Parker, guai mai, ma è innegabile che sia stato completamente originale, innovativo e trascinante.
si, ma è anche nel disco che citavo io (la stessa versione).
quel disco ha avuto una gestazione travagliata, dai un'occhiata qui:
http://italia.allaboutjazz.com/articles ... 001_it.htm
Vorrei anche fare un altro ragionamento, che forse c'entra poco con la discussione in atto.
Vi siete resi conto che per quanto riguarda certi generi musicali, certi artisti, e vi dicendo, gli ascoltatori sono composti quasi sempre al 90% da persone che, bene o male, suonano uno strumento musicale?
Forse in passato era diverso, forse prima dell'avvento del Rock alla radio non era così la situazione.
Quando vado a sentire un concerto live nei dintorni di casa, evento raro (mi tocca sempre far km e km...), gli altri uditori sono quasi totalmente altri strumentisti (ci conosciamo un pò tutti).
Ho passato una settimana a NY, dopo una serata al Jazz standard sono rimasto lì a chiaccherare, tutti musicisti! Il restante pubblico era composto dalle fidanzate/i del musicista stesso.
Ho alcune idee in proposito, condizionamento dell'ambiente in cui si cresce, di quello esterno, ecc...
cosa ne pensate?
All'epoca dei vinili avevo una cassetta sulla quale erano registrati su un lato There Comes A time e sull'altro Play Hendrix.Citazione:
Originariamente Scritto da KoKo
Forse anche per quello ho fatto confusione oltre che per il trasferimento nella versione in cd.
ma è in tutti e 2 eh!
NYN concordo ed aggiungo che il rimanenente 10%, per la mia esperienza, è costituito da persone che non capiscono nemmeno i fondamenti di quello che sta succedendo ma che presenziano perchè "fa molto in". E' un commento un po' classista, lo so.
Son d'accordo sia con NYN e anche con phate. D'altronde se per un certo tipo di musica è così, NYN, se pensiamo invece alla musica che riempie gli stadi, generalmente il 90% neanche sa la differenza tra un basso e una chitarra, o tra una tromba e un sax o al massimo suona la chitarra (sulla spiaggia). Non lo dico in maniera dispregiativa, credo che è la conseguenza di una cultura di massa.
Giusto Geo,
e lo trovo tragico.
Ma se non si conosce, come si fa a scegliere? Si subisce.
scusate .... ma ho preso una toppata !!!!!
::saggio::Citazione:
Originariamente Scritto da phatenomore
Non mi pento del mio commento, per me è un suono da iperdiscount, superstandardizzato, usare un sax così per ricordare Hendrix è un abominio, con tutto il rispetto per Gil Evans, credo che gli abbiano appioppato un sideman di lusso che non centra un tubazzo.
Ma veniamo alle cose serie, al commento di NYN, sono assolutamente d'accordo con te, la ghettizzazione del jazz attuale è la fossa che si è scavato con le sue mani, musica per musicisti diplomati, cioè nulla dal punto di vista emotivo e comunicativo.
Il jazz ha sempre fatto ballare la gente, non è mai stato una pippa per addetti ai lavori, e chi non capisce niente è l'interlocutore privilegiato, se il musicista non possiede il grimaldello per arrivare a chi di musica capisce poco non sta facendo musica, sta guardandosi allo specchio, cercando pregi che solo lui e il suo estetista sono in grado di apprezzare.
In tanti anni che ascolto musica di diverso tipo, in cui certamente il jazz ha avuto una parte determinante, ho stabilito un discrimine, che non centra nulla col genere; c'è una musica che quando la ascolto non mi fa stare fermo e una musica che non fa accadere questo.
La prima ho verificato essere una musica naturale, e la trovo in ogni parte del mondo, la seconda è tipica della civiltà moderna scolarizzata, e purtroppo attraverso le scuole si diffonde ogni giorno di più anche al di fuori dei confini in cui è nata e spero che muoia.
Dalla nenia commerciale alle elucubrazioni complesse dei diplomati, non trovo appigli nella mia anima che la muovano.
Forse sono io ad essere fatto sbagliato.
Ho letto molte considerazioni condivisibili...
Le qualità e i percorsi di un musicista possono essere visti sotto diverse prospettive...
Di sicuro, è possibile, a mio avviso, riconoscere la qualità di uno strumentista/musicista
anche se non sta suonando "quello che ci fa impazzire"...
Di per sè il mercato ci rende tutti fruitori/consumatori/produttori di merci...
E da qui, non si salva nessuno di noi!
Il mercato è onnipervasivo e include qualunque cosa.
Rimane solo la prospettiva etica (che può generare anche non poche contraddizioni)
Sanborn rimane un "prodotto" della filiera delle multinazionali discografiche americane:
posto in un'altra condizione (ambientale, culturale, commerciale) probabilmente
avrebbe fatto/generato altri "percorsi"...
Esiste solo ciò che esiste, che senso ha porre un condizionale così a una carriera che non lascia dubbi sulla natura della ricerca musicale, uno come Sanborn ha suonato con musicisti creativi, come Gil Evans, perchè gli faceva curriculum, ma non si è mai spostato di un soffio dai suoi patterns su cui si sente assolutamente tranquillo, e anche il suono, è una sua scelta talmente chiara, su cui ha lavorato intensamente, che pensare che lui desiderasse altro è pura fantasia.
La tua musica è quella che fai, non quella che faresti se...
Zka, volevo dire altro...
Comunque, sei libero di avere una "posizione oltranzista"...
Le persone sono quel che vogliono essere...
ognuno racconta la storia che vuole vivere...
Scusami Jug, inavvertitamente ti ho banalizzato, ma pur essendo di natura oltranzista non lo sono nel senso che richiedo il martirio agli artisti, uno dei miei dischi preferiti è il commercialissimo Bird with strings, esperienza che fecero molti grandi, naturalmente anche Phil Woods che Bird lo ha inseguito per una vita diventando se stesso in modo tale che non moltissimi ci sono riusciti, a dimostrazione del fatto che essere commerciali o imitatori non significa ancora nulla nella valutazione di un musicista.
Non c'è una vera contrapposizione tra musica commerciale e musica, boh, come vogliamo chiamarla? creativa, colta, di ricerca? molta musica commerciale è tutte queste cose.
In questo hai ragione, tutta la musica che viene registrata, o che costa il prezzo di un biglietto, o che raccoglie l'obolo nella custodia aperta, è commerciale, è mercato, quindi la differenza non è lì.
La mia critica a Sanborn, infatti, non è di essere commerciale, anche James Brown lo è, ma impazzisco per lui, anche Stan Getz lo è stato e idem, credo che se Sanborn avesse proseguito sulla strada cosidetta commerciale degli anni '80 mi darebbe meno fastidio la sua musica, cosa che non succede con Getz che ha lasciato la strada commerciale anche lui, ma che ha invece finito la sua carriera con alcuni capolavori della stria della musica.
Secondo me, naturalmente, secondo me e alcuni altri.
Zka, ho compreso ciò che intendi, ma mi sembra sbagliata l'impostazione...
Se fai il musicista come lavoro, molto dipende dalle possibilità che ti vengono offerte, da quelle che riesci a creare,
dalle alleanze che riesci a stabilire, dal pubblico che ti si affeziona, se dipendi da contratti discografici "capestro", se ti produci in maniera indipendente ecc. ecc.
Il mercato è onnipervasivo tanto per i prodotti "colti" tanto per quelli di massa.
La mentalità americana non fa i ns. "distinguo": qualunque idea, geniale, banale, folle deve essere inserita in un mercato,
deve essere venduta; il valore commerciale ed il successo economico negli USA assume un valore morale e identitario per quella società e per tutti quelli che vi fanno parte.
E, in fondo, è diventata l'assunto planetario, visto che noi europei non siamo stati in grado di elaborare un "capitalismo etico" differente da quello americano.
Quindi, riferendolo alla vita di un musicista...
è piu' giusto che sfrutti le possibilità che il sistema li offre (se e quando gliele offre, poichè tutto inizia e finisce...)
o inseguire le proprie "chimere" sapendo che non ha la possibilità di cambiare nulla e che anche i "prodotti culturali"
devono essere in qualche modo "impacchettati e venduti"?
Juggler,
mi trovo sostanzialmente d'accordo con le tue conclusioni,
ma la tua impostazione e le tue assunzioni di base non le trovo corrette.
Il capitalismo è nato in Europa,
questo è chiaro e lampante, basta prendersi qualsiasi trattato di storia economica.
Colajanni una volta disse:
"Solo gli stolti credono che possa esistere un capitalismo etico".
Io ho sostituito "stolti" con "sognatori", peccato che una persona sola, cento, o anche cento mila, in ciabatte e senza calzini, non possa cambiare questa situazione, ma prima la si affronta e meglio è, questo per poter concentrare i propri sforzi in ciò che può essere camnbiato oggi, e non mirare ad obiettivi oggi irraggiungibili...oppure a giudicare dall'alto qualcosa che alla fine forse si conosce poco.
La tua descrizione degli USA, che mi chiama in causa direttamente, rappresenta sicuramente una realtà, ma non l'intero. L'immagine che dai degli Stati Uniti, che trovo veramente anni 50 da guerra fredda, è quella che buona parte della civiltà occidentale ha voluto accettare ed è stata capace di accettare. La mentalità americana e la sua civiltà meriterebbero uno studio molto più approfondito del tuo per giungere a tali conclusioni, se studio c'è stato.
Sarebbe interessate un trattato storico sulla morale e sull'etica, non credo di sbagliarmi di molto se dico che già nella preistoria questi valori erano quotidianamente calpestati.
L'uomo è da sempre tale, non occorre trovare un colpevole, la sua natura è rimasta immutata nei secoli.
Scusate il lungo OT
Non fermarti all'apparenza di ciò che appare e di ciò che ci hanno raccontato a scuola, sui libri di scuola ecc.
La vera legge umana è la legge dell'empatia:
leggiti "La cultura dell'empatia"
che non è stato scritto da un santone o un utopista,
ma da un economista americano Jeremy Rifkin,
il quale espone tanti esempi storici, che non vengono mai menzionati
le nuove ricerche della neuro-biologia
le possibilità reali di un'economia sostenibile
e tante altre nuove prospettive che non vengono pubblicizzate,
nè appaiono mai nei dibattiti pubblici.
Vorrei ricordarti anche questo signore
http://it.wikipedia.org/wiki/Muhammad_Yunus
e anche in questo caso non si tratta di un utopista...
Si tratta di cambiare mentalità, ripulirci delle "scorie" che ci hanno ficcato nel cervello e di cui non siamo piu' consapevoli
e non ci permettono realmente di pensare
perchè usiamo pensieri di altri, pensieri che il "sistema" è felice di radicare nelle ns. coscienze.
Non servono grandi rivoluzioni,
servono piccoli ma concreti gesti
ed un cambio di atteggiamenti e mentalità.
Concordo.Citazione:
Originariamente Scritto da juggler
Ho avuto il piacere di conoscere (parola grande, comizio e poi stretta di mano), per motivi di lavoro, Yunus.
Dammi tempo 12 mesi (considerando la mia media di lettura attuale....purtroppo) e cercherò di leggere il libro che mia hai sengnalato. Ho cercato rapidamento a mezzo Google, sembra molto interessante, un grazie sincero.
Questo non toglie che se Mingus aveva contratti capestro, faceva musica sublime e Samborn, che mi sembra uno capace di scriverseli lui, i contratti, no.
Comunque è significativo che la tua ricerca etica sia in seno all'economia, certo, molti economisti hanno individuato possibilità etiche nel mondo attuale, quasi tutte consistono di una mediocrità condivisa.
A me spiace, ma c'è chi vive per suonare e chi suona per vivere, e i risultati spesso sono molto differenti.
Non per disprezzare i professionisti, ma per porre una differenza che non sia digeribile semplicemente con una questione di soldi.
I contratti nello show business, te li scrivi tu, quando chi te li propone sa che li fai guadagnare 100 volte + di quanto ti pagano.
"c'è chi vive per suonare e chi suona per vivere" - scusami, ma questa è tautologica...
"molti economisti hanno individuato possibilità...di una mediocrità condivisa"
Quali sarebbero gli Stati che stanno applicando le politiche economiche che Rifkin disegna?
Certe tue affermazioni risulterebbero anche piu' interessanti,
se non rimanessi sempre nell'aura misterica
di un Belfagor
che sa, ma non può dire...
Chiarezza e semplicità, please!
Naturalmente, se vuoi condividere
e non compiacerti di semplici boutade.
Jug, è improbabile che tu risponda alla mia domanda, ma te la faccio lo stesso:
Date per certe la tua intelligenza e la tua profondità, perchè hai la necessità di tenere il prossimo a distanza? Ci sono persone che sarebbero disposte ad imparare qualcosa da te se non facessi di tutto per impedirglielo.
Phate...se possibile, fammi capire...
In che senso, tengo a distanza il prossimo?
E cosa impedirei?
Per cortesia, parla a cuore aperto,
ti ascolterò con attenzione
perchè forse puoi dirmi qualcosa di cui non mi accorgo
e te ne sarei immensamente grato.
Jug,
sei una persona speciale Non c'è bisogno di essere sempre più speciali degli altri. Basta essere speciali e tu lo sei.
Il fatto che relazionandosi a te si scopra sempre qualcosa che tu vedi ed al tuo interlocutore è sfuggito limita, a mio avviso, il dialogo: si finisce per sentirsi stupidi o per giudicarti snob.
In cambio di un' apertura sono disposto ad insegnarti qualche trucchetto di Kenniggì che di sicuro non sai (per quelli del Puntoggì lascio la parola al mio Amico Liuk)