brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Questo e' un post che volevo inserire da tempo, dato che sempre piu' osservo che noi sassofonisti siamo un popolo in parte di scannati in parte di trascurati, ovvero fino al momento che il proprio strumento nn tira l' ultimo sospiro, di tagliando non se ne parla, eppure e' il mezzo per il proprio hobby o lavoro o divertimento, magari si spendono 300 euro in un bocchino che nelle basse possa rendere al meglio, o si cerca un suono piu' profondo, sempre dando per scontato che il sax sia a posto, magari solo perche' si e' fatta una tamponatura nuova "solo tre" anni prima e quindi si storpia l' imboccatura per far uscire delle note, ci si sente incapaci in certi registri, a volte si percepisce addirittura un senso di angoscia se si vede nello spartito una nota al di sotto del re basso, e' una costante che senta dire "poi lo dovro' far rivedere perche' mi sembra che ci sia qualcosa che nn va'" e passano altri anni, in cui il saxofonista si adegua a qualsiasi difetto che almeno nn interferisca in maniera drammatica nel registro centrale.
esempi classici:
Il sughero del collo, ho visto di tutto, carte, cartine, di ogni sorta e colore, fino a che non cade il bocchino, non si cambia.
ho visto fino a tre elastici in un sax, di banda ovviamente, sax che prima di usarli gli si devono legare le scarpe.
Un' occhiata tra i fori delle chiavi e ne ho visti con della roba appiccicata, quasi in pasta verde con una carica batterica che ammazzerebbe un elefante, quando alla stessa nn si e' attaccata una peluria indescrivibile.
Una chiave che si incolla sistematicamente, borotalco, sputi, insulti, ogni volta lo stesso iter, rinforzare una molla? cambiare un tampone? e'.... poi lo faro'..
Il si e il si b sono un optional in un sax, non lo sapevate? raramente funzionano a dovere...tanto non si usano
insomma una sana abitudine almeno ogni due anni spendere qualcosina per una minima manutenzione, "mantenimento" pulitura, oliatura, regolazione tamponi, controllo spessori che tra l' altro oltre che consentire di suonare uno strumento sempre perfetto, cio' consentirebbe al momento di fare una ritamponatura di nn trovarsi a viti che non si svitano, perni piantati, corrosioni importanti, molle arrugginite all' impossibile e da sostituire, laccature molto piu' conservate ecc... ecc... molti , fanno parte delle operarazioni in fai da te e fanno benissimo, ma comunque i due tre punti strategici del sax dovrebbero essere controllati da un professionista.
Ho esagerato nella desamina della categoria?
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Sei un grande!!!...io però sono della categoria opposta...ma hai ragione,è un atteggiamento molto comune,oltre che molto miope.
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
hai pienamente ragione lord . io li ho tutti rimessi a nuovo , tranne il più nuovo ovvero quello che meriterebbe più cure di tutti , il mio selmeruccio (..... le mie dita), ma non riesco a staccarmene neanche per un giorno , è più forte di me , resisto io e lui resiste con me :roll:
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Vai !!! tu sei giovane e vispo, se mai avessi bisogno di me e tu passassi per la toscana assistenza gratuita assolutamente, dal chiodo al carroarmato
Citazione:
Originariamente Scritto da salsax
hai pienamente ragione lord . io li ho tutti rimessi a nuovo , tranne il più nuovo ovvero quello che meriterebbe più cure di tutti , il mio selmeruccio (..... le mie dita), ma non riesco a staccarmene neanche per un giorno , è più forte di me , resisto io e lui resiste con me :roll:
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Hai ragione Lordsax, personalmente do molta cura ai miei strumenti soprattutto per quanto riguarda la pulizia, tutte le volte che suono asciugo per benino sax e chiver, asciugo i tamponi con dei quadratini 'pretagliati' di carta assorbente, sciacquo e asciugo bocchino ed ancia, pulisco con un pannetto morbido il sax esternamente.... la mia convinzione è che cosi facendo comunque si allunga la vita dei tamponi ma anche di laccatura, in pratica il sax si mantiene meglio nel tempo. Ogni due mesi circa mi mettodi santa pazienza e con dei pannni 'di precisione' e cotton fioc pulisco il sax tra le chiavi, nei camini e nelle parti 'difficili' in genere, poi alla bisogna cambio il sughero del chiver (per me non deve mai essere nemmeno 'microspizzicato') sistemo qualche spessore... quando l'intervento è tecnicamente fuori dalla mia portata porto appunto il sax a Caltanissetta dal mio riparatore... l'ultima volta mi sono accorto che il tampone del mib acuto non chiudeva bene facendomi dannare sul registro basso, non ho perso tempo ed alla prima domenica libera l'ho portato per farlo sostituire. Ripeto che sono d'accordissimo con te, il sax deve assolutamente sempre essere al massimo dell'efficenza, ma oltre al lato 'manutenzione meccanica' citato da te io sarei anche per il lato 'asciugatura e pulizia generale.... sempre!' :D
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Citazione:
Originariamente Scritto da salsax
hai pienamente ragione lord . io li ho tutti rimessi a nuovo , tranne il più nuovo ovvero quello che meriterebbe più cure di tutti , il mio selmeruccio (..... le mie dita), ma non riesco a staccarmene neanche per un giorno , è più forte di me , resisto io e lui resiste con me :roll:
... infatti mi ricordo che suonavi a Firenze con un sax che non chiudeva bene la chiave registro io non riuscivo a suonarci: ti ricordi anche tu? e' ancora come te l'ho regolato io?
Spero di no eh? :lol:
Io sono piuttosto maniacale con i miei sax (non ci metto mano... ogni 3-6 mesi tecnico e basta).
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Ottimo, ovviamente chi sta' dall' altra sponda si vergogna e nn si farÃ* mai sentire ma tanto la verita' la sappiamo , vedo le facce di quando mi portano il sax, sottomessi come il cane che sa di aver fatto un malestro. Qualcuno pero' lo capisco perchè le mani pare che mamma le abbia fatte per due cose, una e' mangiare... poi per il resto buio, se provano a far qualcosa i danni si sprecano , comunque sai benissimo che se pulisci puo' capitare di far saltare uno spessore, ma nn e' un dramma con un minimo di metodo e un minimo di bostik si risolve subito ma c' e' sempre gente che ha il rifiuto della manualita' e forse i miei consigli sono per quei soggetti.
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
cacchio ogni tre/sei mesi bisogna portare il sax a controllare? diventa più costoso che mantenere l'auto :\\:
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
dai 3 mesi è esagerato.....6 mesi check per un vintage, un anno per il nuovo.
a meno che uno non lo tiene proprio male...
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Quoto Fabio. Ed aggiungerei che se si sta attenti, lo si pulisce (quasi) sempre dopo che si è suonato. Non si prendono colpi, ecc. ecc. ogni anno basta dargli un'occhiata approfondita e verificare spessori, sugheri e tamponi, magari se non si è in grado lo si fa fare ad un tecnico ma si può fare anche da soli, ivi compresa la sostituzione di qualcosa di semplice, come uno spessore od il sughero del chiver. Poi dipende anche da quanto si stressa lo strumento, ovvio. Ma direi che una revisione completa in uno strumento nuovo è qualcosa che si può tranquillamente effettuare ogni 3-5 anni mentre la ritamponatura magari ogni 2-3 anni.
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
avendo un solo sax tenore e suonando molto spesso la mia difficolta' e' quella di stare senza strumento anche solo per una settimana. Per questo ho sempre l'intenzione di prendere un altro sax di scorta all'occorrenza ma ad oggi sia per motivi economici che per la mia indecisione non ho ancora fatto il passo. Sul mio sax faccio quello che posso, ossia estrema pulizia sin dove arrivo e asciugatura ad ogni suonata con i classici panni scamosciati (dentro e fuori) con l'aggiunta di carta assorbente se vedo che alcuni tamponi sono molto bagnati (a me capita soprattutto sui tamponi della mano sx). In effetti interventi piu' strutturati non li faccio da molto tempo anche se devo dire che non ho la percezione che lo strumento abbia difetti/rumori/inefficienze (d'altrone non a caso e' un SERIE I ;) indistruttibile, molle aghi etc sono ancora quelli del 1984 e sono perfetti) e ritengo di avere dopo 30 anni qualche minima competenza a riguardo.
Sui motivi per i quali ognuno si comporta diversamente con la cura dello strumento non credo si possa generalizzare, ognuno gestisce le proprie finanze (dato che la cura frequente e metodica e' oggettivamente molto costosa) a proprio modo secondo le priorita' che ha (famiglia, mutuo, macchina e chi piu' ne ha piu' ne metta) e qualcosa purtroppo a volte bisogna sacrificare. Non credo ci sia qualcuno contento nel vedere riparazioni di fortuna o nel constatare problemi evidenti nel proprio strumento senza intervenire.
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Ammetto le mie colpe: sono un seviziatore di sassofoni. I sax lucidi mi danno sui nervi. Non mi interessa che sia bello lo strumento quanto piuttosto il suono che ne esce.
Una pulitina ogni tanto gliela do ma soltanto per motivi igenici al fine di evitare che all'apertura della custodia esca un fetore tipo Chernobil e soprattutto per evitare di allevare colonie di batteri da mezzo kg cadauno.
Quanto alla manutenzione ordinaria la faccio fare circa ogni 12, 18 mesi (se nel frattempo non si verificano catastrofi).
Devo però dire che sono stato cresciuto da insegnanti che mi hanno inculcato l'idea che, se l'emissione presenta dei problemi, nel 98% dei casi il problema è causato dell'uomo attacato al tubo e solo nel 2% da un difetto dello strumento.
Per questo motivo se il Sib non mi esce con facilitÃ* sono indotto a pensare che la causa vada ravvisata nella mia imboccatura piuttosto che in un problema di chiusura dei tamponi.
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
per vedere se è il sax che sfiata è facile, basta una lampadina con un filo. diverso se il problema è umano.....
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Tre mesi se lo tratti male e ci suoni all'aperto lo trasporti, sei mesi quando suoni poco... ma io non parlo di manutenzione ordinaria parlo solo di un controllo, una vista rapida, lubrificata, e vedere se tutto è ok; roba da 5 minuti (ma sono fortunato che mi trovo a poca distanza da chi produce sax, vale a dire che è come se abitassi a 15 km da Quarna).
Pochi giorni fa, per es., mi sono accorto di una vite che stava per cadere dalle chiavi palmari, non lo si notava affatto, e non è che non faccia lavori di pulizia costante.
Re: brutta abitudine "abituarsi ai difetti del proprio sax"
Io per tutti i miei mezzi "meccanici"( non solo i sax ma anche auto e moto), indipendentemente da quanto li uso cioè anche quando non li uso li faccio controllare, a prescindere, una volta all'anno, un classico tagliando, non pulisco molto i mie sax, vintage e non, ma lavo sempre bocchino ed ancia. Poi se il sughero si usura lo cambio e se vedo macchie nel chiver, mi capita con i tenori, li lavo con l'aceto,questo regime per me funziona, suono tutti i giorni il tenore e quasi mai l'alto a volte il soprano,ma con il "tagliando annuale" credo che tutti i miei sax, siano sempre pronti ed efficenti.
Un saluto.
Cannibale