Concordo! STANDING OVATION!!! :half: :half: :half:
Visualizzazione Stampabile
Concordo! STANDING OVATION!!! :half: :half: :half:
grande Mad ora anche gli esempi sonori.
iuuuuuuuppiiiiiiiii
ciao fra
Innanzi tutto bisogna premettere che sul versante dei pattern non c'è un'unica verità.
Ci sono musicisti che ne studiano moltissimi , altri che ne studiano pochi dipende anche dal modo di pensare che si ha mentre si improvvisa.
E' ovvio poi che ognuno di noi suonando incorre in alcuni pattern , la cosa importante è che non diventino una gabbia per il fraseggio.
Bisogna registrarsi molto durante i live e durante lo studio e notare se c'è una tendenza a suonare sempre le stesse frasi o a percorrere sempre le stesse strade di costruzione del solo
oppure ad utilizzare eccessivamente certi disegni ritmici .... ed intervenire di conseguenza.
Personalmente ritengo utile estrarre i pattern da trascrizioni di soli - che ovviamente vanno fatte
ad orecchio e non mettendo lo spartito sul leggio .
E' importante capire come è stata creata la frase ed il suo senso armonico, quindi ad es. su che accordo è suonata , quali tensioni utilizza , vedere se ci sono cromatismi , approach notes , sostituzioni armoniche , ecc, ecc.
La cosa poi interessante è entrare nel pensiero di quel pattern per poi prenderlo come spunto per fraseggiare , un pattern non è una frase immutabile eseguita sempre allo stesso modo.
Io faccio ed ho fatto un sacco di trascrizioni di soli , perchè il linguaggio e l'ear training si sviluppano cosi' , non ho mai studiato libri e libri di patterns.
Mi ricordo di averlo fatto un po' all'inizio tanti anni fa , in una fase iniziale è sicuramente utile, ma è importante che non sia solo una palestra tecnica, ma che ci sia anche una consapevolezza ritmica e armonica dietro , altrimenti l'effetto "robot" è assicurato.
Sicuramente è molto utile trasportare delle frasi in tutte le tonalita' quando si studia un pattern , ma bisognerebbe farlo senza leggere, pensando ai movimenti intervallari.
Alle volte poi accade anche che il trasporto sia piu' un fatto di controllo tecnico che di reale fraseggio ,
: mi spiego meglio , è importante saper eseguire la frase in diverse tonalità per una padronanza tecnico-armonica , ma è inevitabile che una frase possa suonare male in un certo registro del suono o che sia cmq meno musicale.
La cosa affascinate è proprio nel pensiero : musicisti diversi pensano in modo diverso ed è per questo che suonano diverso.
Cmq grazie mad mat per aver aperto un topic sullo stidio , di solito si parla di un sacco di cose molto meno importanti ... se passo a suonare a Verona ti avviso sicuro!
Ciao
Grazie bb!!!!
Insieme a quello di Mad il tuo è un intervento di livello. Molto apprezzato. Tienici d' occhio: ogni tanto un hint come questo ci aiuta molto! :smile:
Se qualcuno si fosse mai chiesto come mai nella scala bebop maggiore il semitono extra sta tra la V e la VI, bene, ho la risposta (a cui sono giunto per caso ieri): data una sequenza II-V7-I,se sull' ultimo quarto dell' accordo V7 si esegue la corrispondente scala bop, in 16mi, artendo dalla V, si atterra sul primo quarto dell' accordo I sulla V dello stesso. Se da lì si prosegue da qui sulla scala bop del I fino alla tonica si può apprezzare un "lungo" frammento di scala cromatica, su un intervallo di una quarta, caratteristico e molto simpatico.
Mbeh? Qualcuno ha tratto spunti? Qualcuno mi ha studiato? Se no pare che scrivo solo feresserie...
ottimo spunto .
un esempio audio sarebbe gradito (è troppo tardi per prendere il sax e provare ........ascoltando si capisce meglio)
Si,ok , ma considera che puoi inserire i cromatismi che vuoi.
Puoi inserire su un accordo maj7 o 7 il cromatismo terza minore tra la seconda e la terza maggiore, o anche altre variazioni...
la filosofia che sta alla base sono le note cordali che cadono in battere e quelle cromatiche in levare
ciao
sperando di contribuire allego alcune frasi prese dall'omnibook e trascritte in 10 tonalità seguendo il circolo delle 4.
Ho letto i tre libri di Baker ma non riesco ad appassionarmi se non suonando e quindi li prendo come spunto e devo dire che poi ritrovo tutto quello che ho letto nel Baker, nell'omnibook .
Mi sembra che anche altri seguano lo stesso metodo ovvero quello di lavorare sui pattern:
https://rapidshare.com/files/3346872702 ... 2.pdf;172;
https://rapidshare.com/files/2517818849 ... _1.pdf;73;
https://rapidshare.com/files/1983292641 ... 2.pdf;402;
https://rapidshare.com/files/160663963/ ... 1.pdf;444;
appena sono più tranquillo, e se interessa, aggiungo altre frasi.
Scasate per la grafia ma meglio non so fare.
i link non funzionano ...
In queste ultime settimane mi sono ammazzato di Aebersold Vol.06 "All Bird".
Ci sono 3 brani sui quali si fa fatica addirittura a fare il walking... comincio a pensare che sugli up tempos non ci sia modo di usarli.
Funzionano invece gli studi sul collegamento delle scale bop e l'uso estensivo delle quadriadi.
Ho ripreso in mano il Baker in questi giorni e, per caso , ho iniziato a suonare i pattern sostituendo le frasi su V7 usando le scale aumentate. Istruttivo e piacevole. W Darionic.