Re: Sax alto per classica, Serie II o Serie III jubilee?
Citazione:
Originariamente Scritto da
Aktis_Sax
Quello che io mi domando è: non ti sei mai chiesto se uno decide di imparare il sax classico perchè gli piace? Capisco che siamo un po' come aghi in un pagliaio, ma c'è un vasto mondo dietro a questo termine, a livelli di repertorio, di tecnica, di suono e quant'altro. Credo che tu sia molto preparato e competente, hai una visione del sax a 360° e analizzi sempre le varie possibilità... ma il fatto che il sax classico non piaccia a TE (almeno, così sembra dai tuoi interventi) non significa che sia da declassare ogni volta che se ne parla. Gli insegnanti da cui ho studiato, sia il mio insegnante "fisso" sia quelli incontrati alle masterclass, sinceramente non mi hanno mai parlato di un particolare setup o strumento, quanto piuttosto di emissione dell'aria, di suono, di respirazione, di tecnica, diciamo "super partes", per poi arrivare solo dopo all'obiettivo, ossia che volevo diplomarmi in sax e fare appunto classica. Quello che voglio dirti è che, anche se è difficile da credere perchè sono realtà spesso non conosciute, esistono insegnanti che cercano di farti suonare senza particolari imposizioni, ma che provano a farti tirare fuori il meglio di te. Personalmente, ho deciso che tipo di suono volevo avere senza chiedere niente a nessuno, ci sto lavorando in maniera individuale prendendo spunto dal suono di alcuni maestri. Io personalmente ho esattamente uno strumento e un setup che tu definiresti "il solito da sassofonista classico", ma ti assicuro che l'ho scelto in completa autonomia. E' vero che ho studiato da privatista, ma questo è per dirti che le scelte di materiale che tu tanto disprezzi spesso sono fatte con coscienza, soprattutto dopo qualche anno che si suona. L'approccio odierno del sax classico sta cambiando a mio avviso, magari lentamente, ma sta cambiando. Vedo persone usare prodotti "diversi dal solito", questi sono piccoli passi verso un cambiamento. Certamente il sassofonista classico difficilmente utilizzerà ad esempio aperture estreme, perchè è chiaro che vuole ottenere un certo tipo di suono! Ma il suono del sassofonista classico non vuol dire sempre chiuso, piccolo, povero di armonici, e così via.
Il mio non è un giudizio di valore. È una considerazione basata sul fatto che, in ambito classico, per altri strumenti (diversi dal sassofono) non c'è quella rigidità mentale (e non solo mentale) che è tipica della didattica del sassofono classico. Non ne conosco le motivazioni... ma è così.
Ma sono considerazioni statistiche... è sottointeso che non si può fare di tutta l'erba un fascio.
"Suonare" deve essere "comunicare": questa molto spesso non è chiara per chi entra in conservatorio (che sia un corso classico, che sia un corso jazz)... e questo che dovrebbe spingere le persone a imparare uno strumento... non quello di imitare Claude Delangle o Wayne Shorter. doh!
"Suonare" dovrebbe essere "fare musica"... tutto quello che c'è o che ci sarà (crescendo anagraficamente, tecnicamente... artisticamente anche) deve avere meno filtri possibili.
Non è una questione di strumenti, bocchini, ance... o cazzate simili... è una questione di confort, di facilità di espressione personale, di armonia psicologica... ancor prima che musicale.
Suonare per fare fatica... o ancora peggio fare fatica per suonare perchè in parecchi casi deve essere essere la regola. In altre culture musicali non è così.
Ma come ho detto, alla fine della fiera, è una pura e semplice di canoni estetici... e anche didattici.
Non c'è niente di male in questo. E i miei non sono giudizi di valore. La scelta è del singolo.
Quello che invece mi sta sul ca**o... è che anche a livello politico/legislativo e poi didattico debba esserci questa idea che "l'universo classico" (non parlo di sassofono in particolare) debba essere superiore all' "universo della musica leggera". E poi il risultato è quella porcheria di riforma dei licei musicali. doh!