Re: Andrea Pozza, come impariamo e cosa
concordo con Re minore....in teoria sono cose semplice che tutti sappiamo. ma di certo concorderete che per istinto quando si suona si tende a correre. nel senso che, quando vediamo notazioni veloci (che ne so, un gruppo di semicrome) allora tendiamo per istinto ad eseguirle più veloci di quelle che sono e così facendo ovviamente sbagliamo tutto, tempo e note. invece bisogna soffermarsi sul metodo opposto: tutto lento e tutto separato...solo dopo aver acquisito una certa consapevolezza si potrà aumentare la velocità e unire il tutto!
Re: Andrea Pozza, come impariamo e cosa
L' affermazione "Impariamo quello che stiamo facendo" è tautologica: se fosse vero, portando l' affermazione ad un' estremo, da un punto di vista logico, non potremmo imparare a suonare nemmeno la prima nota poichè prima di farlo "stiamo imparando a non suonare e continueremo a farlo".
Achille e la tartaruga docent. A me, me pare 'na strr..anezza. Più appropriato sarebbe "impariamo dalla capacità di correggere i nostri errori", IMMO.
Re: Andrea Pozza, come impariamo e cosa
Sofismi: il senso è quello di porre consapevolezza nell'apprendimento, perchè è quello che andremo a realizzare nella maturazione del processo.
Se suoni come un claxon e persisti senza apporre correzioni, ed addirittura senza neppure renderti conto che stai suonando come un claxon, continuerai a fare scale a memoria, arpeggi e triadi a velocità pazzesca (per dire) ma quello che impari è di suonare come un claxon....
Re: Andrea Pozza, come impariamo e cosa
Secondo me il metodo è la cosa più soggettiva, quello che è determinante è l'informazione corretta su quello che stiamo imparando a fare e l'obbiettivo creativo che ognuno di noi ha.
Non tutti gli errori di impostazione vanno evitati, e un metodo didattico standardizzato crea musicisti simili tra di loro.
Il problema che si pone oggi in campo musicale e jazzistico in particolare, è che la valutazione dei musicisti viene fatta in base alla tecnica e non all'espressione artistica, cioè viene premiata la possibilità economica di accedere a situazioni formative full time a cui pochi possono accedere.
Re: Andrea Pozza, come impariamo e cosa
Spezzando una lancia a favore di Pozza dire che è corretto quello che dice, tutto giusto, sono ottimi consigli per chi è ad un livello intermedio, ma anche per quelli avanzati è sempre bene tenersi a mente determinate cose.
Premetto che ho grande stima per Andrea Pozza, sia chiaro, l'unico appunto è che l'apertura di un thread su quello che dice Pozza....non so se mi spiego... Nel senso che non sta dicendo niente di sbagliato ma forse se il thread si fosse intitolato "Oscar Peterson (tanto per citarne un dei migliaia prima di Pozza), come impariamo e cosa"...... nessuno avrebbe avuto da ridire nulla.
Spero di non essere frainteso :-)
Re: Andrea Pozza, come impariamo e cosa
per Zac :sulla "possibilità economica" tristemente concordo ma il discorso è articolato e sostanzialmente politico per questo evito di farlo.
considero invece le osservazioni di Andrea Pozza condivisibili e soprattutto "democratiche" rivolte a tutti.
non mi sembra che ci sia una scelta di campo tecnica vs espressione artistica ma solo dei validi consigli per imparare ciò che non si sa fare.
per Jonathansarkos : è chiaro che chiunque avrebbe piacere di ascoltare anche lezioni di Peterson come di Monk ecc...
ma in mancanza ......
Le osservazioni di Pozza e ancor più quelle degli amici saxforumisti mi sembrano "confortanti" anche perchè per alcuni aspetti
testimoniano un percorso di studio comune.