sulle lezioni del sito jazzitalia, importanti e spesso decisive per capire alcune cose tecniche, teoriche e di comportamento per tutti i musicisti, ho rovato questa "lezione" un pò filosofica che mi ha molto colpito e mi sembra giusto condividere
"Qual è il modo più proficuo per imparare? Come far si' che le ore che dedichiamo allo studio ci servano veramente per fare dei passi avanti?
Nella mia esperienza ho capito che bisogna essere di un pragmatismo implacabile…ma con amore, verso noi stessi e verso gli obiettivi artistici o tecnici che ci siamo posti (ed è indispensabile averlo fatto).
C'è come una specie di regola del sopraccitato pragmatismo: impariamo quello che stiamo facendo. Sarebbe come dire: se stiamo suonando male, stiamo imparando a suonare male…quindi dobbiamo suonare bene per suonare ancora meglio! E la realtà dei fatti da ragione in pieno a questa regola: non sono forse quelli che suonano già bene che poi suonano ancora meglio? Oppure: avete mai sentito qualcuno suonare bene che prima suonava male? Ci sono delle eccezioni per fortuna e sicuramente le affermazioni appena fatte sono esagerate e provocatorie. Contengono comunque qualche briciola di verità. D'altra parte qualcuno potrebbe dire: ma se non so fare una cosa e posso impararla solo facendola bene … sono bloccato in un paradosso e non imparerò mai nulla!
D'accordo, ma in realtà non sappiamo fare tutta quella cosa, ma se la dividiamo in parti che sappiamo fare ecco che potremo praticarle separatamente suonandole "bene" per poi, al momento opportuno riassemblarle. Avremo quindi suonato bene parti della cosa che vogliamo imparare aumentando la nostra capacità tanto da poterle assemblare poi in parti più grandi fin poi a completare il compito che ci siamo posti.
Alcuni modi di rendere più facili le cose che non sappiamo fare:
Rallentare, rallentare ed ancora rallentare. Suonando al rallentatore si possono curare i minimi particolari, si può suonare senza tensione, si impara a coordinare i movimenti nella maniera migliore ecc…sono innumerevoli i benefici che si ottengono. E' come usare una lente d'ingrandimento (sapete che i fumettisti disegnano le loro tavole molto più grandi di come poi verranno pubblicate, così rimpicciolendole spariscono anche i piccoli eventuali difetti).
praticare 2, 4, 8 battute per volta
praticare solo la parte ritmica, solo quella armonica o solo quella melodica
praticare mano destra e sinistra separatamente (per i pianisti)
le varie metodiche sono applicabili contemporaneamente.
Tornando al concetto di pragmatismo e alla regoletta sopraccitata vorrei fare un elenco di considerazioni che trovo utile tenere a mente per ottimizzare lo studio.
Le elenco in relazione all'obiettivo di imparare uno standard da suonare poi insieme ad altri, quindi a tempo:
Se lo pratico senza andare a tempo, sto appunto imparando a suonarlo "non a tempo".
Se lo pratico troppo veloce, sicchè spesso mi fermo o sbaglio, sto imparando a suonarlo spezzettato e sbagliucchiato.
Se lo pratico a 4 battute per volta ok, ma appena possibile sarà opportuno studiarlo interamente, perchè l'obbiettivo è quello di suonarlo interamente.
Se sbaglio la melodia senza accorgermene la sto imparando sbagliata e quindi dovrò fare poi doppio lavoro per cancellare l'abitudine errata e per ricostruire quella giusta.
Se lo pratico con tensione sto imparando a suonarlo con tensione e quindi avrò poi tensione nel suonarlo, d'altra parte se lo pratico in maniera facile e rilassata sarà poi facile suonarlo in modo rilassato.
insomma, dobbiamo essere meticolosi e precisi nello studio o imparare ad esserlo perchè da come ci educhiamo e creiamo gli automatismi dipende il nostro modo di suonare.
Per mettere in pratica tutto questo o cominciare a farlo ci vuole una buona dose di volontà, determinazione, capacità di rimanere centrati sull'obiettivo che ci siamo posti e cosa più importante e trascinante, amore per la musica.
Tutte queste sono doti che possono e devono essere sviluppate ed allenate come farebbe uno sportivo per tenersi in forma, sono i veri e propri muscoli di chi studia la musica."
ciò che mi piace di come affronta il discorso il pianista è che non dice cosa bisogna effettivamente fare, quali esercizi, ma il come, soprattutto da un punto di vista dell'atteggiamento...vermanete illuminante, bisognerebbe avere questa pagina stampata sempre vicino ogni seduta di studio...