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Visualizza Versione Completa : Tensioni negative e tecnica strumentale.



MyLadySax
15th July 2011, 12:12
Ieri sera ho suonato in uno spettacolo di musica e poesia afroamericane.
Recitazione e performance musicale appena dignitose (anche da parte mia), per le tante tensioni dovute sia alle scarse prove sia a forti dissidi tra alcuni componenti del gruppo sia ad altre ragioni di cui sarebbe inutile dirvi.
Tutto questo ha non solo condizionato il risultato della rappresentazione, ma ancora stamattina mi sono ritrovato con un suono che faceva davvero schifo! E ho dovuto lottare per tornare ad avere un suono decente, soprattutto nel registro medio alto.
Mi chiedo se davvero le tensioni negative possono ripercuotersi così tanto (in senso peggiorativo) sul mio suono (e sulla tecnica strumentale in genere) e se capita solo a me.
Grazie.

fcoltrane
15th July 2011, 12:55
se la tensione emotiva si trasforma in rigidità il suono ne risente certamente.
l'unica cosa che aiuta gli emotivi è la tecnica.
ciao fra

phatenomore
15th July 2011, 13:00
Quoto fra e aggiungo che, se non si è abituati a performance frequenti, la tensione fa sì che si riesca ad utilizzare una percentuale veramente modesta di quello che si sa fare.

giorgiomilani
15th July 2011, 13:55
Purtroppo e' tutto molto vero, a me è capitato di suonare in aula coro del conservatorio di Milano per un saggio e vi assicuro che avevo la sensazione che il clarinetto mi sfuggisse dalle mani come un'anguilla. Immaginatevi impostazione e tecnica.....

tzadik
15th July 2011, 14:02
se la tensione emotiva si trasforma in rigidità il suono ne risente certamente.
l'unica cosa che aiuta gli emotivi è la tecnica.

Per esperienza, anche qualche amaro aiuta... o un buon vinello! Birra no perchè ti impasta la bocca!


Se devi suonare d'inverno, all'aperto... allora ci vuole qualcosa di più strong. Queste sono comodissime e tascabili: http://www.vizisfizi.com/cat387.php?n=1#2
... o per gli amanti del genere la solita monodose di Underberg: http://en.wikipedia.org/wiki/Underberg :zizizi))

giorgiomilani
15th July 2011, 14:23
... o un buon vinello! Birra no perchè ti impasta la bocca!........
Il vinello e' la soluzione migliore. Basta non esagerare con la cura (lo dico piu' che altro per me, dato che in casi come questi mi viene facilmente voglia di prendere un po' piu' medicina del dovuto).

FaX
15th July 2011, 15:14
il mio insegnante mi ripete allo sfinimento una parola: relax!
la tensione inevitabilmente irrigidisce, ti fa perdere concentrazione, magari non ti fa stare attento a piccole accortezze (come ad esempio respirare di diaframma) e tutto porta ad ulteriore irrigidimento! ;)

MyLadySax
15th July 2011, 17:38
Quoto fra e aggiungo che, se non si è abituati a performance frequenti, la tensione fa sì che si riesca ad utilizzare una percentuale veramente modesta di quello che si sa fare.
Preciso, per non essere frainteso, che non mi riferisco alla tensione che fisiologicamente ti prende prima di ogni performance, tensione che da tempo sono abituato a gestire e addirittura a sublimare, magari con l'aiuto di un bicchierino.
La tensione cui mi riferisco io non ha niente a che vedere con la performance in sé (es.: hai litigato con il chitarrista e lo prenderesti a calci). E' il malessere che nasce aliunde che non riesco ancora a dominare e che mi ingolfa tecnicamente, soprattutto nel suono.
Se tutto va bene, la tensione da performance mi preoccupa poco, perché suono in pubblico da molti anni!
Grazie comunque a tutti per le osservazioni.

juggler
16th July 2011, 08:23
Da quello che mi sembra di aver compreso, trattasi soprattutto di tensione psicologica.
Se suoni da un po'...dovresti sapere che gli "inghippi/rotture" che possono subentrare prima,
dopo o durante una performance, vanno gestiti nel migliore dei modi possibili,
per non inficiare la qualità di ciò che si suona.

Forse, sei una persona che "rimugina" tanto...ed anche quando una determinata situazione
è andata...ti rimane quel "gusto retroattivo" che condiziona la percezione che hai di te
stesso e delle tue possibilità.

Quando le posizioni all'interno di un gruppo divergono,
accade che ognuno si irrigidisce sulle sue posizioni:
questa dinamica diventa superabile, se si sposta lievemente
l'attenzione sull'obiettivo da raggiungere insieme
piu' che ostinarsi sulle proprie/altrui ragioni.

Ri-modulare, ri-armonizzare gli animi verso l'obiettivo comune
significa ri-sintonizzarsi verso ciò che va fatto:
dopodichè, a cose fatte, ognuno va per la sua strada,
senza rancori, nè rabbia repressa.

Siamo noi stessi che ampliamo ciò che è già superato...
e non ci si accorge che un altro giorno è iniziato
e nuove energie/idee
vanno accolte e manifestate.