ma è in tutti e 2 eh!
ma è in tutti e 2 eh!
NYN concordo ed aggiungo che il rimanenente 10%, per la mia esperienza, è costituito da persone che non capiscono nemmeno i fondamenti di quello che sta succedendo ma che presenziano perchè "fa molto in". E' un commento un po' classista, lo so.
Saxforum's MILF
Bee Yourself
Fatti non foste a viver come il_dario
Reedbreaker spacca!
E nunn' è a mia 'sta giacca... me l'hann prestat"
Son d'accordo sia con NYN e anche con phate. D'altronde se per un certo tipo di musica è così, NYN, se pensiamo invece alla musica che riempie gli stadi, generalmente il 90% neanche sa la differenza tra un basso e una chitarra, o tra una tromba e un sax o al massimo suona la chitarra (sulla spiaggia). Non lo dico in maniera dispregiativa, credo che è la conseguenza di una cultura di massa.
L'unica rabbia che posso provare è verso di me, quando non riesco a suonare quello che voglio (J.Coltrane)
Tenore YTS-61; Soprano Selmer SA I - Alto Grassi 1974
DisegniJazz
Giusto Geo,
e lo trovo tragico.
Ma se non si conosce, come si fa a scegliere? Si subisce.
scusate .... ma ho preso una toppata !!!!!
:Originariamente Scritto da phatenomore
:
T 10M 1936 - Mark VI 1968 - Sequoia Silver mpc Vibra Master Gerber 8, EB 8, GS Slant 7*, Soloist LS 8
A 6M 1926 - B&S Series IV 2001 mpc Super Jazz Gerber 6, Syos custom 7
S Conn Gold Plated 1926 - Sequoia K91 mpc Vintage Gerber 8, Eolo NS 72, Syos custom 8
Digital Emeo - Cl Buffet RC 21/7 + Flicorno soprano Grassi :)
Non mi pento del mio commento, per me è un suono da iperdiscount, superstandardizzato, usare un sax così per ricordare Hendrix è un abominio, con tutto il rispetto per Gil Evans, credo che gli abbiano appioppato un sideman di lusso che non centra un tubazzo.
Ma veniamo alle cose serie, al commento di NYN, sono assolutamente d'accordo con te, la ghettizzazione del jazz attuale è la fossa che si è scavato con le sue mani, musica per musicisti diplomati, cioè nulla dal punto di vista emotivo e comunicativo.
Il jazz ha sempre fatto ballare la gente, non è mai stato una pippa per addetti ai lavori, e chi non capisce niente è l'interlocutore privilegiato, se il musicista non possiede il grimaldello per arrivare a chi di musica capisce poco non sta facendo musica, sta guardandosi allo specchio, cercando pregi che solo lui e il suo estetista sono in grado di apprezzare.
In tanti anni che ascolto musica di diverso tipo, in cui certamente il jazz ha avuto una parte determinante, ho stabilito un discrimine, che non centra nulla col genere; c'è una musica che quando la ascolto non mi fa stare fermo e una musica che non fa accadere questo.
La prima ho verificato essere una musica naturale, e la trovo in ogni parte del mondo, la seconda è tipica della civiltà moderna scolarizzata, e purtroppo attraverso le scuole si diffonde ogni giorno di più anche al di fuori dei confini in cui è nata e spero che muoia.
Dalla nenia commerciale alle elucubrazioni complesse dei diplomati, non trovo appigli nella mia anima che la muovano.
Forse sono io ad essere fatto sbagliato.
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Ten Conn Transitional M 262XXX
Berg Larsen 120
Ten Weltklang
selmer metal classic H rw by me
Alto Conn 6m 326***
Sop Yanagisawa S 801
Selmer metal classic G
Ho letto molte considerazioni condivisibili...
Le qualità e i percorsi di un musicista possono essere visti sotto diverse prospettive...
Di sicuro, è possibile, a mio avviso, riconoscere la qualità di uno strumentista/musicista
anche se non sta suonando "quello che ci fa impazzire"...
Di per sè il mercato ci rende tutti fruitori/consumatori/produttori di merci...
E da qui, non si salva nessuno di noi!
Il mercato è onnipervasivo e include qualunque cosa.
Rimane solo la prospettiva etica (che può generare anche non poche contraddizioni)
Sanborn rimane un "prodotto" della filiera delle multinazionali discografiche americane:
posto in un'altra condizione (ambientale, culturale, commerciale) probabilmente
avrebbe fatto/generato altri "percorsi"...
La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
Edgar Varèse
Esiste solo ciò che esiste, che senso ha porre un condizionale così a una carriera che non lascia dubbi sulla natura della ricerca musicale, uno come Sanborn ha suonato con musicisti creativi, come Gil Evans, perchè gli faceva curriculum, ma non si è mai spostato di un soffio dai suoi patterns su cui si sente assolutamente tranquillo, e anche il suono, è una sua scelta talmente chiara, su cui ha lavorato intensamente, che pensare che lui desiderasse altro è pura fantasia.
La tua musica è quella che fai, non quella che faresti se...
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Zka, volevo dire altro...
Comunque, sei libero di avere una "posizione oltranzista"...
Le persone sono quel che vogliono essere...
ognuno racconta la storia che vuole vivere...
La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
Edgar Varèse
Scusami Jug, inavvertitamente ti ho banalizzato, ma pur essendo di natura oltranzista non lo sono nel senso che richiedo il martirio agli artisti, uno dei miei dischi preferiti è il commercialissimo Bird with strings, esperienza che fecero molti grandi, naturalmente anche Phil Woods che Bird lo ha inseguito per una vita diventando se stesso in modo tale che non moltissimi ci sono riusciti, a dimostrazione del fatto che essere commerciali o imitatori non significa ancora nulla nella valutazione di un musicista.
Non c'è una vera contrapposizione tra musica commerciale e musica, boh, come vogliamo chiamarla? creativa, colta, di ricerca? molta musica commerciale è tutte queste cose.
In questo hai ragione, tutta la musica che viene registrata, o che costa il prezzo di un biglietto, o che raccoglie l'obolo nella custodia aperta, è commerciale, è mercato, quindi la differenza non è lì.
La mia critica a Sanborn, infatti, non è di essere commerciale, anche James Brown lo è, ma impazzisco per lui, anche Stan Getz lo è stato e idem, credo che se Sanborn avesse proseguito sulla strada cosidetta commerciale degli anni '80 mi darebbe meno fastidio la sua musica, cosa che non succede con Getz che ha lasciato la strada commerciale anche lui, ma che ha invece finito la sua carriera con alcuni capolavori della stria della musica.
Secondo me, naturalmente, secondo me e alcuni altri.
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Zka, ho compreso ciò che intendi, ma mi sembra sbagliata l'impostazione...
Se fai il musicista come lavoro, molto dipende dalle possibilità che ti vengono offerte, da quelle che riesci a creare,
dalle alleanze che riesci a stabilire, dal pubblico che ti si affeziona, se dipendi da contratti discografici "capestro", se ti produci in maniera indipendente ecc. ecc.
Il mercato è onnipervasivo tanto per i prodotti "colti" tanto per quelli di massa.
La mentalità americana non fa i ns. "distinguo": qualunque idea, geniale, banale, folle deve essere inserita in un mercato,
deve essere venduta; il valore commerciale ed il successo economico negli USA assume un valore morale e identitario per quella società e per tutti quelli che vi fanno parte.
E, in fondo, è diventata l'assunto planetario, visto che noi europei non siamo stati in grado di elaborare un "capitalismo etico" differente da quello americano.
Quindi, riferendolo alla vita di un musicista...
è piu' giusto che sfrutti le possibilità che il sistema li offre (se e quando gliele offre, poichè tutto inizia e finisce...)
o inseguire le proprie "chimere" sapendo che non ha la possibilità di cambiare nulla e che anche i "prodotti culturali"
devono essere in qualche modo "impacchettati e venduti"?
La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
Edgar Varèse
Juggler,
mi trovo sostanzialmente d'accordo con le tue conclusioni,
ma la tua impostazione e le tue assunzioni di base non le trovo corrette.
Il capitalismo è nato in Europa,
questo è chiaro e lampante, basta prendersi qualsiasi trattato di storia economica.
Colajanni una volta disse:
"Solo gli stolti credono che possa esistere un capitalismo etico".
Io ho sostituito "stolti" con "sognatori", peccato che una persona sola, cento, o anche cento mila, in ciabatte e senza calzini, non possa cambiare questa situazione, ma prima la si affronta e meglio è, questo per poter concentrare i propri sforzi in ciò che può essere camnbiato oggi, e non mirare ad obiettivi oggi irraggiungibili...oppure a giudicare dall'alto qualcosa che alla fine forse si conosce poco.
La tua descrizione degli USA, che mi chiama in causa direttamente, rappresenta sicuramente una realtà, ma non l'intero. L'immagine che dai degli Stati Uniti, che trovo veramente anni 50 da guerra fredda, è quella che buona parte della civiltà occidentale ha voluto accettare ed è stata capace di accettare. La mentalità americana e la sua civiltà meriterebbero uno studio molto più approfondito del tuo per giungere a tali conclusioni, se studio c'è stato.
Sarebbe interessate un trattato storico sulla morale e sull'etica, non credo di sbagliarmi di molto se dico che già nella preistoria questi valori erano quotidianamente calpestati.
L'uomo è da sempre tale, non occorre trovare un colpevole, la sua natura è rimasta immutata nei secoli.
Scusate il lungo OT
Non fermarti all'apparenza di ciò che appare e di ciò che ci hanno raccontato a scuola, sui libri di scuola ecc.
La vera legge umana è la legge dell'empatia:
leggiti "La cultura dell'empatia"
che non è stato scritto da un santone o un utopista,
ma da un economista americano Jeremy Rifkin,
il quale espone tanti esempi storici, che non vengono mai menzionati
le nuove ricerche della neuro-biologia
le possibilità reali di un'economia sostenibile
e tante altre nuove prospettive che non vengono pubblicizzate,
nè appaiono mai nei dibattiti pubblici.
Vorrei ricordarti anche questo signore
http://it.wikipedia.org/wiki/Muhammad_Yunus
e anche in questo caso non si tratta di un utopista...
Si tratta di cambiare mentalità, ripulirci delle "scorie" che ci hanno ficcato nel cervello e di cui non siamo piu' consapevoli
e non ci permettono realmente di pensare
perchè usiamo pensieri di altri, pensieri che il "sistema" è felice di radicare nelle ns. coscienze.
Non servono grandi rivoluzioni,
servono piccoli ma concreti gesti
ed un cambio di atteggiamenti e mentalità.
La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
Edgar Varèse
Concordo.Originariamente Scritto da juggler
Ho avuto il piacere di conoscere (parola grande, comizio e poi stretta di mano), per motivi di lavoro, Yunus.
Dammi tempo 12 mesi (considerando la mia media di lettura attuale....purtroppo) e cercherò di leggere il libro che mia hai sengnalato. Ho cercato rapidamento a mezzo Google, sembra molto interessante, un grazie sincero.
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