Ciao Giovanesassofonista,

e complimente per questi ultimi post molto stimolanti.

PREMESSA:

Se si vogliono raggiungere obbiettivi ragguardevoli occorre trovare 4 persone aperte mentalmente e disponibili a investire tempo e denaro (le partiture costano...) sul quartetto. Il livello tecnico non necessariamente deve essere "sopraffino" (anche se avere basi solide aiuta) e più in generale è necessario possedere passione e voglia di lavorare.
Per impostare un lavoro corretto occorre, soprattutto nelle prime fasi di studio, provare settimanalmente con costanza e applicazione.
Altra regola quasi sempre trascurata: presentarsi alle prove con le parti ben studiate individualmente, altrimenti la prova si trasforma in una sorta di lettura a prima vista d'insieme. E' opportuno inoltre che tutti e 4 i musicisti posseggano la partitura dei brani da studiare in modo da analizzare la direzione musicale del brano e per poter memorizzare (e eventualmente segnare) le parti degli altri quartettisti. in prova l'atteggiamento deve essere costruttivo, propositivo e soprattutto PORTARE SEMPRE MATITA E GOMMA in quanto occorre segnare sullo spartito le cose che si lavorano in prova.

ASSEGNARE LE PARTI:

Importantissima la scelta dei ruoli che deve essere fatta in base alle peculiarità di ognuno dei componenti. In generale il livello tecnico dei 4 musicisti deve essere più o meno lo stesso altrimenti si creerà un ambiente di frustrazione in quanto chi è più avanti vorrà correre più velocemente, mentre chi è più indietro ha bisogno di concentrarsi su elementi basilari.
In generale nella scelta dei ruoli occorre tenere presente che:
-nel 90% dei casi il soprano da gli attacchi dei brani e deve essere in grado con movimenti appropriati del corpo di far capire al volo agli altri la direzione musicale del brano e il tempo dello stesso; il soprano altresì comanda anche le variazioni di tempo (ritenuti, accelerandi etc...), di conseguenza deve essere un musicista molto solido e che conosca piuttosto bene la partitura;
-il baritono è il principale responsabile della parte "ritmica" soprattutto se si suona musica "extra-classica". Di conseguenza la persona che suona questo strumento deve essere ritmicamente a posto e deve avere la capacità di imporre il tempo agli altri musicisti in quanto possono esserci delle minime variazioni del tempo. Altra componente fondamentale del baritonista è quella di avere un attacco del suono chiaro e preciso;
-il tenore è forse il sax più ostico nella musica classica in quanto l'attacco nel grave è spesso difficoltoso soprattutto nel piano e negli acuti il timbro tende ad assottigliarsi;
-l'alto deve possedere la capacità di avere un suono che leghi con il soprano e con il tenore e al contempo che possa "cantare" quando necessario. In genere gli strumenti intermedi sono i più complessi da gestire per l'intonazione, per i motivi che spiegherò più avanti.

FORMARE LE BASI:

In generale, qualunque genere si faccia e prima di affrontare qualsiasi brano "complesso", occorre fondare delle basi solide dal punto di vista sonoro e timbrico e lavorare su l'intonazione che deve essere stabile e pressoché perfetta. Inutile dire che più ci si avvicina alle "origini" della musica polifonica tonale (e non) e più si riescono a capire le complesse relazioni tra i 4 strumenti.

In generale il quartetto di sax "tradizionale" SATB, parte da un'idea di estrema omogeneità delle 4 parti le quali svolgono ruoli altrettanto importanti, un pò come un coro polifonico a 4 parti.
Partirei di conseguenza dalla polifonia antica e più in particolare dai Corali di Johann Sebastian Bach. Non c'è bisogno di acquistare arrangiamenti in quanto potreste esercitarvi voi stessi a trasportare i brani sia trascrivendoli ma anche a vista. Un ottimo esercizio per orecchio e cervello!

L'intonazione e l'omogeneità del suono sono gli obbiettivi principali di questa "pratica". Si noterà, lavorando questi corali accordo per accordo, che se si utilizza un'intonazione "temperata" (basata sull'astrazione che la scala viene suddivisa in 12 semitoni uguali) alcuni intervalli risulteranno traballanti. In particolare le terze maggiori per essere intonate in modo stabile e senza battimenti dovranno essere abbassate di un 12° di tono, le quinti vanno pensate anch'esse "strette", ovverosia leggermente più basse del normale (non preoccupatevi, si raggiunge questa "intonazione" in modo quasi automatico cercando di non far battere i suoni). Spesso terze e quinte vengono affidate al tenore e all'alto ed è per questo motivo che questi due strumenti necessitano una particolare capacità di modulare i suoni.

PRIMI PASSI NEL REPERTORIO:

In generale, ho sempre preferito affrontare i capisaldi del repertorio e le pagine più impegnative da subito senza indugiare nelle solite trascrizioncine e arrangiamenti che, ahimé, contraddistinguono molte formazioni (anche professionali) nel nostro paese.
Anche perché quando si hanno alle spalle pagine di spessore, montare brani di intrattenimento e roba facile appare una bazzecola.

Inoltre ritengo che il "repertorio" debba essere la base sulla quale poi ognuno diversifica il suo stile.