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Discussione: Diversità suono percepito e reale.

  1. #16

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    registrati in bagno. Solitamente le mattonelle aumentano le frequenze alte....visot che lo senti cupo......
    Tenore Selmer Mark VI 146XXX
    Tenore Borgani Jubilee Vintage
    Otto Link STM Early Babbitt 105
    Berg Larsen metal 100/3/sms offset

    http://www.youtube.com/user/darionic1?feature=mhee

  2. #17

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    La qualità dei "prodotti registrati" dipende da diversi fattori:
    - qualità intrinseca dei "mezzi" per registrare
    - ambiente
    - qualità del sistema di riproduzione audio
    - attitudine del "suonatore"

    La fedeltà è una conseguenza di quanto sopra... anche se il fine ultimo di una registrazione non è la fedeltà in sé (che dipende anche da fattori ambientali, quindi non soggettivi) ma la qualità complessiva del prodotto: la ricerca del "bel suono".

    La fedeltà in sè non dipende solo esclusivamente da quanto si spende per microfoni/schede/monitor (e chi più né ha più ne metta), trattamento degli ambienti in cui si registra.

    Per quella che è la mia piccola esperienza in studio, tanto più costosa la "catena audio" per la registrazione (dal microfono alla scheda, per i monitor il discorso è a parte) tanto più quella catena avrà un determinato colore caratteristico (che può piacere o non piacere, le motivazioni potrebbero essere tranquillamente le stesse per cui si preferisce un bocchino o un'ancia al posto di un altro bocchino/altra ancia).
    Già cambiare soltanto il microfono è come cambiare bocchino: il suono che arriva al daw è diverso.

    Ogni pezzo della catena influenza il suono registrato... le percentuali variano dalle varie combinazioni: già l'accoppiata microfono+preamplificatore può influenzare per il 60/70% il "suono" che entra nella scheda/convertitore.

    Oltre a questo bisogna sapere come suonare dentro un microfono... sembra una cazzata ma per imparare a suonare dentro un microfono ci vogliono anni (io ci ho messo anni!), esattamente come succede per i cantanti: ci sono i corsi di tecnica vocale e i corsi di tecnica microfonica.

    Conclusioni? Bisogna abituarsi a suonare nella maniera più precisa possibile, il più puliti possibile... con il tempo (con il tempo) i risultati arrivano da soli.
    Bisogna abituarsi a percepire il proprio suono il più possibile al netto degli effetti che ha l'ambiente sul suono.
    Esempio: se ne hai la possibilità suona in diversi ambienti della casa, anche nella stessa sessione di studio giornaliero... ed evita di suonare contro il muro.

    La "catena audio" (e il conseguente uso che se ne fa) ha influenza sulla timbrica del "prodotto registrato" e quindi estremizzando (ma neanche tanto) diventa una questione soggettiva anche la scelta della catena audio (non solo prodotti di fascia professionale, ma anche per prodotti più economici).

  3. #18

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    ciao a tutti, non so se può essere utile
    se volete registrare il vostro suono so che ci sono studi di registrazione ultra tecnologici che hanno stanze apposite costruite per fare sentire i suoni reali degli strumenti senza falsare i suoni..attenzione, non si tratta di normali studi di registrazione ma sono stanze collegate con l'esterno dotate di accorgimenti particolari che permettono di sentire il suono come se si suonasse all'aperto e quindi registrare il nostro suono senza filtri di sorta, ne ho sentito parlare ma non conosco bene i dettagli, se volete mi posso informare meglio!
    Altrimenti per ricollegarmi a quanto detto da tzadik, per sentire il suono il più possibile attinente alle nostre qualità timbriche sassofonare è risaputo che il modo migliore è quello di non filtrare affatto con microfoni o modificarlo in alcun modo tramite ambienti più o meno chiusi.
    Mi spiego meglio, la miglior cosa (e anche la più economica) per sentire in "real time" come si suona (e questo è un vantaggio perchè il ritorno acustico in tempo reale è una bellissima cosa) o cosa si caccia fuori (come direbbe un mio amico :ghigno: ) sarebbe suonare il sax all'aperto! meglio naturalmente in un posto dove non c'è inquinamento acustico (tipo in campagna).
    Non è una "baggianata" come qualcuno può pensare, anche quando dovevo scegliere il mio Mark VI ho fatto questa prova che si è rivelata eccellente, molto meglio di registrazioni e prove in stanze e con microfoni vari che chiaramente sono sempre un filtro in più con l'ambiente sonoro.
    SS:Yamaha YSS 475 - Yamaha Custom 6CM - Rowner ligature - Rico 2 1/2
    AS:R&C R1 'SilverPro' (2006/AA) - Selmer Soloist - Vandoren ZZ 2 1/2
    TS:Selmer Mark VI 5digit 83K - Otto Link Super Tone Master 7* (105') - Vandoren ZZ 2

  4. #19

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Per questo ho venduto il soprano che avevo. La registrazione in studio mi ha scioccato! :mha...:
    A: Grassi Professional 2000, Woodwind
    T: Grassi Professional 2000, Woodwind
    B: Grassi Professional 2000 disc., Meyer 7M
    C-Melody: Holton
    Akai Ewi 4000s
    Pocket sax

  5. #20

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Il sax è uno strumento acustico. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che:
    1) non ha bisogno di collegarsi alla rete elettrica per produrre pressione sonora
    2) messo in ambienti diversi (e/o condizioni ambientali) produce lo stesso suono... ma cambia la percezione del suono. Questo perchè essendo uno strumento acustico percezione

    Ora... posto che la geometria di ambiente (e quello che c'è dentro questo "ambiente") può influenzare la percezione di un suono (generato in quell'ambiente), bisogna tenere conto che suoni diversi generati nel medesimo ambiente, risentono delle caratteristiche di quell'ambiente allo stesso modo. Non solo: anche la diversa pressione sonora generata nello stesso ambiente può influenzare la percezione del suono.
    Quindi, volendo fare confronti (per esempio) tra due strumenti è importante (per fare un confronto omogeneo) capire le differenze dei due strumenti nello stesso ambienti.
    Quindi suonare all'aperto o suonare al chiuso cambia poco ai fini del confronto.
    Suonare all'aperto significa suonare in un ambiente virtualmente molto grande con delle riflessioni quasi in esistenti. Risultato: manca una grossa compontente del suono riflesso. Può essere comunque una cosa utile, perchè comunque strumenti diversi possono diffondere diversamente il suono nell'ambiente: vedi strumenti europei vs strumenti americani.

    Esistono ambienti senza riflessioni, si chiamano camere anecoiche.
    Non sono pensate per registrare musica quanto per fare misurazioni scientifiche e/o campionamenti. Tendenzialmente negli studi di registrazione europei raramente si trovano ambienti molto spaziosi per registrare: di solito il goal delle registrazioni all'europea è la ricerca del massimo dettaglio e del massimo isolamento delle fonti sonore, fonti sonore che poi vengono mescolate "digitalmente". Poi dipende anche da cosa si registra, come si registra e chi è che registra.
    Negli studi americani (o anche negli studi Abbey Road) si predilige maggiormente la ricerca del giusto suono (dello strumento, dell'insieme) e infatti capita di trovare delle sale di registrazioni molto molto grandi con un riverbero naturale (controllato) molto consistente. Fate un giro su YouTube...
    Non sempre negli studi ipertecnologici in Italia (quasi mai) ci sono ambienti particolarmente ampi (ambienti che sono i prediletti per gli strumenti a fiato). Diversa filosofia, diverso approccio.


    Morale della favola: oltre a essere importante la qualità dell'esecuzione (...), è importante abituarsi a percepire il proprio suono al netto di quelli che sono gli effetti dell'ambiente sul suono ed è importante capire come funziona un microfono.
    È utile studiare/suonare in ambienti diversi e interiorizzare le diversità nella percezione del suono nei vari ambienti in cui si suona. Di più penso che non si possa fare, il sassofono è uno strumento acustico...

  6. #21

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    quoto tzadik (come sempre!) e aggiungo (spero di non andare troppo OT :half: ) che è molto importante per capire la resa del nostro strumento provare e riprovare non solo in diversi ambienti sonori ma anche in diverse formazioni ...
    Per il modesto contributo che posso dare, voglio dire che la differenza tra suono percepito e reale può essere influenza non solo da fattori esterni come quello ambientale ma anche dalla nostra esperienza sonora. Mi spiego meglio: c'è chi ha la fortuna di suonare spesso live ed in formazioni come quartetto di sax classico, jam session, fino ad arrivare a formazioni più grandi come orchestre o gruppi jazz (o anche classiche) di molti fiati (personalmente me le sono fatte tutte queste esperienze e ancora suono in formazioni del genere).
    Tutto questo è importantissimo per capire il come si suona piuttosto che rincorre gli spazi sonori o quel dato microfono o becco che è meglio di altri, quindi il suonare anche con gli altri, l'autoregolarsi, il creare un ensemble di fiati omogeneo. Tutte queste eperienze che per molti di noi magari potranno essere scontate (fortunatamente) portano a maturare il nostro suono. Quello che voglio dire è che spesso i musicisti provano e riprovano magari in stanze piccole e magari suonando da soli e questo va bene, ma è solo una piccolissima parte del nostro percorso sonoro che non deve diventare la regola, a quel punto suonando con gli altri forse percepiremo davvero qual'è il nostro suono reale ;)
    SS:Yamaha YSS 475 - Yamaha Custom 6CM - Rowner ligature - Rico 2 1/2
    AS:R&C R1 'SilverPro' (2006/AA) - Selmer Soloist - Vandoren ZZ 2 1/2
    TS:Selmer Mark VI 5digit 83K - Otto Link Super Tone Master 7* (105') - Vandoren ZZ 2

  7. #22

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Questo è assolutamente vero!
    L'esperienza si accumula con il tempo è impagabile e purtroppo non si acquisisce suonando solo in casa!

  8. #23

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Citazione Originariamente Scritto da mix
    Non sapevo che titolo mettere... se qualcuno riesce a trovare un titolo più chiaro suggerisca pure.
    Vi posto un mio problema... da recenti prove fatte con vari sistemi ho notato una cosa (che non mi piace per nulla :cry: )...
    Quando suono percepisco un suono che, nel corso degli anni mi sono affinato secondo i miei gusti personali... mi piace molto, bello soffiato, non troppo cupo, tendente all'aperto... Queto lo percepisco maggiormente (ovviamente) suonando rivolto verso una superficie che mi rifletta addosso il suono (parete o altro che dir si voglia)... direi che dal punto di vista del suono mi sono sempre ritenuto abbastanza soddisfatto.
    Il problema nasce perchè negli ultimi giorni ho provato a fare delle registrazioni (per inserire il brano del mese)... INASCOLTABILE!... mi esce un suono attuffatissimo e scuro...
    Subito ho ritenuto che si trattasse di un problema relativo alla scarsa qualità del microfono... e allora ho fatto vari tentativi: sono passato dal microfono del pc integrato al microfono dello zoom h4 a un microfono a clip passando da un mixer cercando di equalizzare un po' la questione... niente da fare... (ci sono stati certo dei miglioramenti, ma nulla a che vedere col suono che mi sento finche' suono)...
    Ora io mi chiedo: possibile che ci sia tutta questa differenza?... possibile che il mio suono faccia così schifo? Sono un po' preoccupato perchè non saprei come cambiarlo... nel senso che finchè suono vorrei sentire quello che produco... e non un' illusione personale...
    ... lo ammetto: sono un pochino affranto.

    registrarsi è utilissimo perché aumenta l'autocritica. Io ad es. ho migliorato molto l'attacco e l'intonazione: la registrazione è impietosa. Solo l'aspetto timbrico può variare in base al microfono e perfino alla distanza. Per questo esiste l'equalizzatore che, a posteriori, ti permette di cambiare le frequenze. Per il sax potenzio i bassi e gli alti e taglio i medio-bassi. Ma è questione di gusti. Dipende anche un po' dall'ambiente dove registro, che ovviamente non è insonorizzato e quindi riflette un po'il suono che rientra nel microfono. Per questo meglio stare vicini al microfono per far percepire minori rientri riflessi. Con che registro? Attualmente col microfono incorporato del mac book pro e garage band :lol: Lo so, non è ortodosso, ma con gli effetti che ha garage band, con un solo strumento ne emulo un sacco (uso molto il phaser... e il mio selmer a volte può anche essere scambiato per una fender). Ho anche un microfono professionale, ma per queste cose non noto grosse differenze. Piuttosto direi che usare un bocchino OttoLink 8* e ance rico3 non è il massimo per la registrazione (impostazione dal vivo più che da studio), ma ci si abitua a tutto
    orecchiante con Tenor sax SA II + o Brancher ebanite L29

  9. #24

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    suonare verso una superficie riflettente va bene all'inizio , ma poi non è una buona abitudine.
    La cosa migliore è suonare all'aperto , dove non hai ritorni...
    lo zoom non sarà un'apparecchiatura incredibile, ma è cmq buono
    e personalmente mi riconosco molto nel suono quando mi riascolto.
    Il registrarsi spesso fa parte dello studio di un musicista, se non l'hai mai fatto è normale che ti senta disorientato riascoltandoti.
    Non per dire cose ovvie ma hai impostato i parametri dello zoom correttamente?
    Cioè qualità formato ,campionamento in khz e gain?
    Se l'hai messo a 128k in mp3 e hai fatto clippare l'input è ovvio che faccia schifo!!!
    Hai mai suonato accanto a musicisti bravi? come sentivi il tuo suono accanto a loro?
    Cmq il consiglio che ti do' indipendentemente da tutto è di registrarti spesso. E' un elemento essenziale per migliorarsi e prendere piena coscienza non solo del suono , ma di tutto il resto , tecnica digitale, articolazione, vibrato, fraseggio... insomma tutto!
    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
    Fabrizio D'Alisera & Max Ionata "Crossthing" www.youtube.com/watch?v=PGZLj2tnhzk"
    Theo Wanne endorser

  10. #25

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Ah altra cosa io ritengo importante non fare assolutamente nulla : nè equalizzazione, nè riverbero!
    Non so se le hai viste, ma ho realizzato due videorecensioni di becchi proprio cosi' (se ti interessa vai a setup dello strumento e le trovi).
    Ti dico questo perchè se ti equalizzi o metti il riverbero alteri di molto il tuo suono e non hai piu' la fedeltà che ti serve per giudicarlo.
    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
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    Theo Wanne endorser

  11. #26
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    Re: Diversità suono percepito e reale.

    secondo me è importante suonare sia contro un muro che all'aperto, sia con un microfono, sono tutte situazioni che ci aiutano a valutare il nostro suono...lo stesso coltrane suonava spesso contro il muro per provare le ance e trovare il suono giusto...allo stesso tempo bisogna trovare un suono che si vuole in testa e cercare di ottenerlo il più possibile simile..suonare all'aperto, magari in campagna o meglio in spiaggia dove non riflette niente, serve anche per sviluppare potenza e riuscire a suonare bene anche senza sentirsi abbastanza, cosa molto difficile...registrarsi certamente, sia al naturale che con effetti (in concerto quasi sempre li si aggiunge, soprattutto l'equalizzatore, per compensare tante cose che non vanno bene), al naturale per valutare il proprio suono in ogni diverse ambiente e contesto, equalizzandolo per valorizzarlo insieme ad altri strumenti o basi, ovviamente ogni microfono avrà diverse caratteristiche, quindi cambiano i parametri, così come a differenza di luogo in cui si suona...personalmente preferisco ambienti che valorizzino i bassi dello strumento (senza aumentarli) e che abbiano un minimo riflesso, quelli del tutto fermi mi bloccano il suono e devo forzare il doppio, questo non credo sia positivo, così come è ovvio che suonare in chiesa o in palestra è complicato per l'effetto opposto
    Tenore Grassi Ammaccato '77
    Tenore Conn Transitional '34
    Tenore Grassi Wonderful '81
    Otto Link STM Usa 7*, Otto Link STM 105 Floridizzato da Paolo Porta, Rigotti 3 Strong
    Alto Grassi '76,
    Otto Link HR 7*, Rigotti 2 strong
    Soprano Grassi Prestige Bimbo '82
    Keilwerth 6*, Rigotti 3 strong

  12. #27

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Avete fatto un quadro direi completo del problema.
    Aggiungerei solo che il sax per come è costruito manda il suono in avanti e poichè il sassofonista è dietro non sentirà mai il suo suono: che volete farci, è uno strumento altruista!

    Non tralascerei mai il lavoro di fronte alla parete poichè nei primi centimetri essa restituisce quasi tutto: potete provare ad affiancare un musicista che suona di fronte ad una parete e poi a passare di fronte a lui; chiaramente anche in quel momento influirà l'ambiente con le sue riflessioni, però potremo apprezzare ogni minima variazione del timbro.
    Che poi tutto questo sia modificato pesantemente da tutto quello che avete detto, è vero: ma almeno mi rendo conto di ciò che parte dal tubo.

    Escluderei l'analogia con la registrazione della voce, in quanto in quel caso percepiamo dall'orecchio anche le riflessioni interne alla scatola cranica (e infatti parlando con le orecchie tappate possiamo sentire benissimo tutto quello che diciamo);
    viceversa il sax non risuona nella nostra testa in modo apprezzabile, tant'è che quando registriamo su una base dobbiamo avere un chiaro ritorno in cuffia del nostro sax.

  13. #28

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Il corpo amplifica anche il suono del sax... la generazione del suono è diversa dalla voce.
    Le cuffie attenuano tante frequenze ma non tutte... poi dipende quanto forte si suona.

    Suonare contro una parete... è una condizione che dal vivo non si presenta mai... quindi bisogna stabilire qual è l'obiettivo dello "studio".

  14. #29

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Mix su quale strumento il suono nn ti piace? Alto o tenore?
    Che ance usi e che bocchino?
    Per schiarire il suono basta un'ancia piu leggera, anche uno 0.5

    Fai la prova.....
    www.fabiomarziali.com WEBSITE
    https://www.facebook.com/fabiomarzialisax FACEBOOK PAGE
    https://soundcloud.com/fabio-marziali-1 SOUNDCLOUD PAGE
    NEW ALBUM RELEASE ON AMAZON (2017) SAX & ELECTRONICS (NU JAZZ - DEEP HOUSE - HOUSE) https://www.amazon.it/gp/product/B07...dm_ws_sp_ps_dp

  15. #30

    Re: Diversità suono percepito e reale.

    Escluderei l'analogia con la registrazione della voce, in quanto in quel caso percepiamo dall'orecchio anche le riflessioni interne alla scatola cranica (e infatti parlando con le orecchie tappate possiamo sentire benissimo tutto quello che diciamo);
    viceversa il sax non risuona nella nostra testa in modo apprezzabile, tant'è che quando registriamo su una base dobbiamo avere un chiaro ritorno in cuffia del nostro sax.[/quote]

    Argomento molto interessante.
    Personalmente sono convinto che vi è certamente differenza fra il suono sentito (registrato o dal vivo) che il suono sentito dal musicista, così come la voce.
    Ricordiamoci che il sassofonista poggia i denti sul becco ed il suo udito è influenzato dalle stesse vibrazioni dello strumento (benchè attenuate dal
    sughero del chiver); i famosi ossicini dell'orecchio interno (incudine e martello credo di ricordare) vibrano sia con le onde sonore che arrivano dall'esterno che con le vibrazioni interne. L'uso del diapason fra i denti per collegare mentalmente le vibrazioni ed i "battiti" esterni (pianoforte) con
    i battimenti interni provocati dalla vibrazione del metallo fra i denti. La conformazione dell'orecchio di ognuno di noi fa poi la differenza, ciò dando
    per non influente il sistema di registrazione per diminuire le variabili. Aggiungerei quindi questo a tutto ciò già detto.
    TENORI
    Rampone & Cazzani AU (vintage)
    Weltklang similoro chiavi nichelate
    [b]Rampone & Cazzani AUG[B]
    Otto Link NY 7*
    Autocostruito Ottone apertura 0.0107"
    ALTO
    PIANOFORTE
    I.BACH & SOHN
    Mogany 1870 da me restaurato

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