quoto tzadik (come sempre!) e aggiungo (spero di non andare troppo OT :half: ) che è molto importante per capire la resa del nostro strumento provare e riprovare non solo in diversi ambienti sonori ma anche in diverse formazioni ...
Per il modesto contributo che posso dare, voglio dire che la differenza tra suono percepito e reale può essere influenza non solo da fattori esterni come quello ambientale ma anche dalla nostra esperienza sonora. Mi spiego meglio: c'è chi ha la fortuna di suonare spesso live ed in formazioni come quartetto di sax classico, jam session, fino ad arrivare a formazioni più grandi come orchestre o gruppi jazz (o anche classiche) di molti fiati (personalmente me le sono fatte tutte queste esperienze e ancora suono in formazioni del genere).
Tutto questo è importantissimo per capire il come si suona piuttosto che rincorre gli spazi sonori o quel dato microfono o becco che è meglio di altri, quindi il suonare anche con gli altri, l'autoregolarsi, il creare un ensemble di fiati omogeneo. Tutte queste eperienze che per molti di noi magari potranno essere scontate (fortunatamente) portano a maturare il nostro suono. Quello che voglio dire è che spesso i musicisti provano e riprovano magari in stanze piccole e magari suonando da soli e questo va bene, ma è solo una piccolissima parte del nostro percorso sonoro che non deve diventare la regola, a quel punto suonando con gli altri forse percepiremo davvero qual'è il nostro suono reale ;)