Credo che forse sia tutto più semplice. Tutti "studiano" il passato della musica (o arte) che preferiscono e contemporanemanete si scelgono dei "modelli". E' anche una sorta di obbligo morale. Come suonare jazz senza conoscerne la storia? Studiare può anche voler dire semplicemente ascoltare, se si è particolarmente forti ed anche presuntuosi, in senso positivo, cioè se si crede in sè stessi.
Nella realtà chi ha nel SUO SE' le capacità per esprimersi personalmente lo farà ed abbandonerà la pedissequa imitazione frutto dello studio -tanto studio- conscio che gli studi debbano limitarsi ad una ricerca per andare oltre e trovare una propria strada e non sono certo fatti per essere riproposti (magari mascherati) in performances dal vivo o addirittura dischi. E di ciò siamo tristemente zeppi, noi che ascoltiamo.
Poi però moltissimi di noi sanno/si rendono conto di non avere questa personalità musicale (magari la si possiede per altro) abbastanza forte da permetterci di superare i clichè che invece di diventare una sorta di base dalla quale "capire" PER "INTERPRETARE" entrano a far parte di un cosiddetto lessico personale che però personale non è. E c'è poco da fare.
Potremmo dire anche "meno male che è così". Perchè altrimenti saremmo circondati da "innovatori" e perderemmo quella gioia che ci assale quando, raramente, un innovatore compare finalmente sulla scena.