La prova di uno strumento (sia esso nuovo o usato) è un evento quasi magico per tutti i saxofonisti, può capitare di provare uno strumento da quattro soldi e stare lì con la curiosità di un bambino per cercare di capirci qualcosa in più. Non parliamo poi di quando ci si trova tra le mani un piccolo gioiello, l'emozione è a mille.
Tuttavia, quando si prova uno strumento e soprattutto quando si intende fare un acquisto, bisogna andarci con i piedi di piombo e lasciare che le emozioni ci coinvolgano alla fine del test.
Quando provo un sax, soprattutto se usato, prima di montare il bocchino lo passo praticamente al microscopio, in particolare:

- Controllo tutti i tamponi e cerco di individuare eventuali problemi di chiusura (se non sono a casa, dove ho la "leak light", utilizzo le cartine da sigarette per una grossolana conferma)
- Controllo tasto per tasto eventuali squilibri/difetti nella tensione delle molle
- Controllo la presenza di eventuali giochi della meccanica

Questa fase preliminare "a secco" è fortemente consigliata perché a volte certi difetti non sono immediatamente evidenti. Per farvi un esempio, qualche tempo fa un amico mi ha lasciato il suo tenore Mark VII perché lo portassi dal mio tecnico, lamentava problemi di chiusura nei tasti 5-6 (Mi-Re gravi). Dopo cena monto un attimo il sax per vedere un po' la situazione e miracolo...lo strumento non presentava alcun problema: un po' stupito prendo la lampada ed effettivamente c'era un problema di chiusura, in parte dovuto anche all'usura dei tamponi. Perché non mi sono accorto di nulla suonando? Semplicemente perché avendo lo strumento una meccanica più dura rispetto al mio, automaticamente mi sono adattato ad essa e premendo leggermente di più il difetto non era evidente.
Ovviamente questo accade perché essendo abituato a suonare spesso strumenti diversi, ho sviluppato una sorta di "adeguamento automatico", un po' quello che accade ai collaudatori di automobili che non hanno problemi a gestire l'acceleratore di una Ferrari e poi passare a quello di una 500, non ci pensano, il cervello fa tutto in automatico.
Proprio per questo è importante cercare di evidenziare subito eventuali problemi di ordine meccanico, soprattutto quando non si ha molta esperienza: un problema meccanico può comportare per esempio difetti di intonazione e una persona non esperta può facilmente credere che il problema sia egli stesso, mentre invece è un problema dello strumento.
Detto ciò, conclusa l'analisi visiva dello strumento si può passare al riscaldamento dello strumento, fase importantissima che consente di provare lo strumento nelle condizioni più idonee (sappiamo tutti che uno strumento non riscaldato non può mai esprimere tutto il suo potenziale).
Per il riscaldamento sono ottimi i suoni filati e ancor di più gli armonici che permettono di riscaldare bene tutto il fusto. Terminata la fase di riscaldamento si può procedere gradualmente con alcune scale su tutta l'estensione dello strumento o con la scala cromatica, prima lentamente (per valutare sommariamente l'intonazione) e poi a velocità più sostenuta. Come "stress test" utilizzo la scala cromatica a circa 150-152 bpm, a questa velocità di solito se ci sono problemi di ritardo nell'azione della meccanica (tamponi che si incollano leggermente, tensione non omogenea, chiavi non sufficientemente lubrificate ecc...) escono subito fuori.
Per l'intonazione può andar bene anche qualche breve esercizio sugli intervalli.
A questo punto, dopo aver escluso la presenza di evidenti difetti, aver scaldato lo strumento, scaldato le mani, valutato sommariamente l'intonazione e il feeling con la meccanica, passo alla prova vera e propria che nel mio caso spesso prevede alcuni frammenti tratti dal repertorio classico piuttosto che da quello jazzistico. L'obiettivo è essenzialmente quello di mettere meglio in mostra eventuali problemi di intonazione e valutare la risposta dello strumento in alcuni passi particolari (es. per valutare la spontaneità di alcune note del registro sovracuto utilizzando certe combinazioni piuttosto che altre, per apprezzare meglio la sonorità dello strumento in un dato contesto, ecc...).
Una volta concluso l'esame "autoptico" potrete dare massimo sfogo alle vostre emozioni e valutare se quello strumento fa per voi o no.
In ogni caso la prova dello strumento è sempre un qualcosa di estremamente personale, va bene tracciare alcune linee guida (come suggerito più su, controllo generale, riscaldamento, valutazione intonazione, valutazione meccanica, ecc...) ma l'importante è che la prova si svolga sempre nella massima tranquillità, senza fretta alcuna, da soli (se preferite/non ritenete necessario la presenza di un orecchio "terzo") o insieme ad una persona più esperta: non è raro infatti ritrovarsi in una situazione come quella di fcoltrane e leggere il tutto come un difetto quando magari si tratta semplicemente di una peculiarità di un certo strumento.
Purtroppo la prova dello strumento è una delle situazioni in cui l'esperienza conta di più, infatti io consiglio sempre di far provare lo strumento a qualcuno più esperto proprio perché, come si dice...due teste ragionano meglio di una. ;)