juggler, la tua analisi del "personaggio Boulez" è accuratissima e non intendo entrare nel merito del personaggio, per l'appunto. tuttavia, al di là dei suoi pareri (che, ora che conosco, sono assolutamente alieni dal mio pensiero musicale), e del linguaggio "cerebrale e velleitario" che usa, rispettando assolutamente il tuo parere, credo sinceramente e fermamente che Boulez sia uno dei cinque più grandi compositori del ventunesimo secolo. Sul pezzo, poi, credo che sia un'opera il cui livello sia elevatissimo non soltanto tecnicamente. Il "cerebralismo", o il "complicatismo" che viene additato e criticato in questo genere di musica non è altro che l'espressione di una parte dell'essere umano. l'esecuzione e la comprensione di questo pezzo, e della musica di questo genere, sono una sfida all'esecutore, ma anche e soprattutto per l'ascoltatore. detto questo, aggiungo la mia esperienza personale, che può essere criticabilissima. Io adoro ogni genere di musica, ma esattamente come salsax, se c'è un genere che trovo stimolante, appassionante e geniale, calzante ai miei bisogni di continua ricerca, è la musica contemporanea. il "dialogue de l'ombre double" è un pezzo che ha per me un alone leggendario, la cui difficoltà stuzzica non solo il mio intelletto ma quello di tanti altri. Il fascino di questo di questo pezzo è la estrema difficoltà con cui anche i migliori interpreti lo eseguono. un dato che mi solletica moltissimo, ad esempio, per chi non lo sapesse, è che al mondo lo hanno registrato ed eseguito solo quattro persone, di cui due sassofonisti: Vincent David e Jerome Laran. Gli altri sono al clarinetto Alain Damiens e al fagotto Pascal Gallois. Il fatto che così in pochi siano riusciti nell'impresa (perchè questo è) mi stuzzica enormemente. Penso che si possa dibattere all'infinito sul gusto, ma io credo assolutamente che sia ora che in futuro questo pezzo continuerà a solleticare le capacità di ogni strumentista, e che ogni virtuoso di alto livello si cimenterà nell'opera. senza offendere nessuno!