Ciao a tutti,
vi seguo da un po’ per imparare a conoscere lo strumento del quale sono innamorato da 25 anni ma che non ho mai potuto studiare fino ad ottobre del 2010.
Sono quindi un neofita del sax, nella fattispecie, tenore, almeno per ora.
Ascolto di tutto e ogni tanto mi pulisco le orecchie con una mezz’ora di Heavy Metal, poi ricomincio con Jazz, Fusion, Blues, poi un po’ di canzonette radiofoniche, così, tanto per sapere da che parte va la musica, e così via …
Ho suonato la batteria per anni da ragazzo, poi verso i vent’anni finalmente ho capito che non mi basta va più agitare i quattro arti ma anche le corde vocali, i polmoni e la pancia rivendicavano un loro coinvolgimento. Così dal 1985 ho cantato a squarciagola fino al 1994 in un gruppo italiano, fino a chiusura dell’attività cui è seguita una cura terapeutica di solo canto Jazz fino al 2000; poi ho chiuso con la musica.
Grazie al mio primo figlio, che all’età di 8 anni ha iniziato a studiare chitarra, ad ottobre 2010, io, all’età di 47 anni, ho ricominciato a studiare, ma questa volta seriamente e finalmente il sax.
Ho riesumato il vecchio e modestissimo tenore Stayer austriaco che avevo acquistato, di seconda mano, circa 25 prima, con uno dei primi stipendi e mi sono iscritto alla Scuola di Formazione Musicale di Aosta (città in cui vivo). Il mio insegnante è Manuel P. (per me, ma non solo, un modestissimo grande). Un’ora di lezione individuale a settimana, un’ora di formazione di base (solfeggio, ecc.) e circa 3-4 ore di studio per settimana. Una sorta di “vorrei ma non posso”. Tuttavia un gran privilegio per un padre di 2 figli con lavoro a tempo pieno, anzi molto pieno.
Ora ho a disposizione 8 anni per completare il ciclo di studi, poi … fuori dalla scuola. Non pretendo nulla di particolare da me stesso ed è frustrante cominciare questa nuova avventura già consapevole che non riuscirò mai a raggiungere un buon livello e nemmeno a rifare ciò che a fatica riuscivo a fare con la voce. Mi basterebbe riuscire a capire davvero con cosa ho a che fare e a produrre un suono che si possa definire tale. Per il resto mi rimetto alla sensibilità (nei miei confronti intendo) del sax.
Di Lui mi piace tutto: l’estetica, la sensualità, il suono, la fisicità, il peso al collo, la cura con cui devi muoverti quando ce l’hai al collo (un po’ come quando tieni in braccio un bebé per fargli fare il ruttino … entrambi producono secrezioni …); in particolare mi piace la memoria della fatica conservata nelle gocce di saliva sparacchiate all’uscita delle chiavi (da qui la scelta del nick). Sarà per via dell’età ma preferisco i sax vintage style, satinati, dal suono vellutato, un po’ strappa mutande, forse anche un po’ più difficili da pulire dalla saliva.
Grazie per avermi attratto in questo forum.
Un saxluto a tutti