Premessa:

Proprio oggi ho avuto il piacere di conoscere di persona Lordsax che come saprete è l'ideatore dei sax M&G Vintage.
Innanzitutto ringrazio Lordsax per la disponibilità e per avermi dato la possibilità di provare il nuovissimo baritono M&G. Inoltre è sempre un piacere conoscere appassionati di sax vintage come lui (credetemi: di quella roba li ne sa molto davvero!) e intavolare piacevoli discussioni.
Per il test ci siamo recati in un Auditorium del mio paese dotato di una buonissima acustica.

Baritono:
Inizio il test proprio dal baritono discendente al La grave. Per quel che riguarda il mio setup ho utilizzato il mio solito François Louis ML 365 con ance Marca Superieure 3,5 e fascetta FL Pure Brass placcata oro.
L'M&G fa volutamente l'occhiolino ai compatti baritoni in stile francese e chiara è l'ispirazione nei confronti del famigerato Mark VI. Quindi canneggio stretto, gruppo della curva superiore piuttosto grande, collo corto e campana molto lunga che si ripiega andando a coprire 3/4 del fusto.

Esteticamente lo strumento si presenta piuttosto bene: la finitura "pure brass" leggermente satinata (mi corregga Lordsax se mi sbaglio) crea un gioco cromatico affascinante e particolare e fa apparire lo strumento piuttosto imponente.
La scelta di voler fornire un sax slaccato la trovo adeguata in quanto sono un fermo avversario delle laccature sintetiche che non sono altro che uno strato di vernice che va a piazzarsi sulla lastra inibendo le vibrazioni e ostacolando la proiezione del suono. Pertanto, non potendo fornire un sax placcato oro o argentato (farebbero lievitare i prezzi di molto IMHO) si è preferito optare per il pure brass.

La meccanica risulta invece leggermente meno curata dal punto di vista estetico e si presenta un pò "grezza" anche se assolve perfettamente alla sua funzione. Lo strumento sembra voler dire: "pochi fronzoli, ma la sostanza c'è!".
Dal punto di vista meccanico lo strumento reagisce in modo ottimale e tutte le chiavi sono ergonomiche e facilmente raggiungibili. Unico neo riscontrato è il perno del portavoce che ostacola leggermente l'azione del pollice.
Una nota a favore dei sax M&G: le molle sono tutte in acciaio blu e l'azione precisa e "reattiva" si sente eccome! Anzi le molle contribuiscono a creare una sensazione di solidità che difficilmente si riscontra in sassofoni di provenienza Asiatica. Altra piacevole apparizione è quella dei rivetti di regolazione delle chiavi dei gravi (La Sib Si Do#) che permettono con un colpo di gira-vite di portare lo strumento a registro. Altra nota positiva le doppie aste sulle chiavi dei gravi che contribuiscono a mantenere la chiave nella giusta posizione e soprattutto evitano pericolose storture. Certo tutto ciò di sicuro appesantirà di qualche grammo la struttura già imponente del baritono completo.

Come suona: la cosa che colpisce di primo acchito in questo sax è l'omogeneità su tutto il registro. Gli acuti non riscontrano il tipico suono nasale e chiuso che spesso caratterizza baritoni anche di fascia professionale. I gravi sono spontanei e ricchi anche se non arrivano alla robustezza dei baritoni vintage o degli strumenti a canneggio largo. Facile l'emissione nei sovracuti. Il suono in generale è piuttosto scuro con una proiezione discreta.
Confrontato con altri sassofoni di produzione asiatica di identica fascia e destinati a un'identica utenza mi sento di affermare che questo prodotto supera a livello di suono la maggior parte dei prodotti da me testati e a mio parere non presenta la tipica "opacità" o se vogliamo "durezza" di suono che a mio parere caratterizza marche come Grassi o Mauriat (io li definisco "tappati" IMHO).

L'intonazione è buona e non si segnalano particolari difetti tranne un Do# grave leggermente calante, cosa dovuta a una regolazione errata della relativa chiave e pertanto facilmente correggibile.

Testando gli armonici si riscontra che nelle fondamentali Sib e Si gravi l'armonico dalla 20sima in poi risultano molto crescenti (quasi di un semitono) cosa che tuttavia non crea alcun disturbo alle suddette note. Potrebbe essere dovuto a una regolazione errata dell'apertura della chiave del La grave che in effetti a un primo sguardo mi è risultata da subito eccessivamente chiusa oppure nel diametro non azzeccatissimo di alcuni fori. In ogni caso questo difetto può essere riscontrato soltanto da utenti avanzati e risulterà ininfluente per la maggior parte degli utenti ai quali è destinato questo prodotto. Si segnala invece che gli armonici sulle fondamentali Do e del Do# grave, che essendo poste in vicinanza della curva normalmente risultano ostici, escono qui in modo spontaneo e sono molto intonati.

In conclusione, un sax con pochi fronzoli e molta sostanza adatto al principiante, all'appassionato e allo studente di livello intermedio che cerchi un buon strumento a un prezzo decente (dovrebbe attestarsi al di sotto dei 2000 euro) e soprattutto con un buon suono. E' fra i 4 sax prodotti da M&G quello che mi ha colpito di più e forse il prodotto più curato.

Tenore:

Ecco il setup per il test (ovverosia il mio solito): Selmer Soloist "Short Shank" E ORIGINALISSIMO, ance Marca Superieure 3,5, fascetta a pressione "Vintage" in alpacca.

Il tenore M&G si presenta esteticamente con la stessa finitura pure brass satinata del baritono. Dal collo, dalla campana e dal canneggio del fusto si evince che anche in questo caso la M&G si è ispirata a sassofoni in stile francese e in particolare al Mark VI copiandone i dettagli salienti (soprattutto la forma del collo con una curvatura molto "aperta" e il canneggio stretto).

Meccanicamente risulta identico al suddetto baritono e quindi spartano ma solido e l'ergonomia è piuttosto buona. Il problema relativo alla colonnina del portavoce è qui del tutto assente. Anche qui le molle sono piacevolmente in acciaio blu.

Non si segnalano particolari problemi di intonazione: lo strumento risulta equilibrato su tutta la scala cromatica dal Sib basso al Fa# acuto.

A livello timbrico presenta delle forti analogie con il precedente sax ed è davvero molto buona l'omogeneità su tutto il registro. Particolarmente facile nei gravi (laddove tendenzialmente i sassofoni a canneggio stretto peccano). Discreta la proiezione anche se lo strumento non possiede un volume di suono imponente.

Conclusione: anche in questo caso siamo di fronte a uno strumento dal prezzo abbordabile (credo sotto i mille euro) dotato di un suono centrato ed omogeneo, di una buona intonazione e di una meccanica ergonomica e moderna.

Alto:

...e qui devo deludervi: non mi è stato possibile testare a fondo lo strumento in quanto c'era qualche problema relativo alle chiusure e Lordsax non ha avuto il tempo di metterlo a puntino per cause di forza maggiore.
Esprimerò pertanto un parere che non fa assolutamente troppo testo sul suono che mi è sembrato avere delle analogie con il buon vecchio seconda serie della Selmer anche se presentava delle disomogeneità soprattutto nel registro acuto. Mi riservo di riprovare il sax quando sarà perfettamente messo a punto prima di esprimere un parere definitivo.

Soprano:

Setup: Ottolink "Tone Edge" Early Babbitt 7*, ance Marca Superieure 4, fascetta a pressione "Vintage" in bronzo.

Anche in questo caso siamo di fronte a uno strumento a canneggio stretto ma stavolta l'ispirazione viene dal Giappone e dai sax Yanagisawa (lo si evince dalla conformazione della chiave del portavoce).
Il collo è smontabile e viene fornito in due varianti una dritta e l'altra leggermente inclinata. Devo dire che l'inclinazione del secondo collo è talmente poco marcata da non permettere di sentire alcuna diversità posturale nell'esecutore (come del resto avviene su praticamente tutti i sax con caratteristiche analoghe, compresi i professionali... :mha...: ). Sarebbe stato opportuno avere una curvatura più marcata come ad esempio avviene nel 62R della Yamaha o nel Saxello R&C: in questo modo la curvatura del collo ha un senso in quanto consente al musicista di avere una postura comoda e rilassata.

Come già detto altre volte, sono uno strenuo sostenitore del collo unito nei soprani in quanto evita di spezzare lo strumento in un punto nevralgico sensibile e sicuramente garantisce una qualità timbrica superiore (IMHO). Tuttavia in questo caso il suddetto collo non genera alcun disturbo nel registro grave dal Fa in giù (come ad esempio accade con la maggior parte dei Selmer Serie III e in moltissimi altri sax anche di fascia pro) anche se resto del mio parere che se fosse a pezzo unico avrebbe di certo guadagnato in ricchezza di suono e proiezione.

L'intonazione a mio parere è piuttosto buona ed equilibrata e rientra negli standard dei soprani moderni. Leggermente calante il Do# centrale (tubo aperto), cosa che ahimè affligge il 90% dei sax a canneggio stretto.

Come suona: il timbro di questo sax è davvero molto buono e fra i 4 M&G (anzi 3, l'alto non fa testo) è quello che mi è piaciuto di più sotto questo aspetto. Nonostante il canneggio stretto, il suddetto sax suona piuttosto scuro e pastoso. Buona l'omogeneità di suono dal grave all'estremo acuto, che mi sembra essere una prerogativa di questi strumenti; totalmente assente la tipica nasalità nel registro grave che spesso è prerogativa di molti soprani. Discreta proiezione sonora anche se, come per il tenore, il volume sonoro non è pazzesco. Buona l'emissione negli acuti che spesso su strumenti Jap-Style risulta non sempre facilissima.

Conclusione: un soprano facile e intonato dal suono scuro e pastoso a un prezzo abbordabile ottimo per chi si avvicina a questo arduo strumento per la prima volta o all'utente intermedio che vuole avere un sax decente senza prendere per forza un mutuo.

In definitiva:

Perché non amo sassofoni di produzione asiatica? Perché spesso per tirare acqua al proprio mulino il venditore-importatore illude l'acquirente (o meglio mente) dicendo di fornire un sax meglio del sax X (sostituire X con marca blasonata o con un vintage ricercatissimo) a un prezzo notevolmente inferiore e spesso concentrandosi su aspetti relativi maggiormente all'estetica e alla facilità meccanica e meno alla sostanza.
I sax M&G smentiscono questa spietata politica imprenditoriale andando ad offrire un prodotto economico di buon livello qualitativo destinato principalmente a un'utenza di sassofonisti principianti e intermedi fornendo al contrario sassofoni dotati di un buon suono, di un'intonazione omogenea e di una meccanica solida a discapito dei fronzoli.
Spero che la mia analisi per la quale ho cercato di essere il più schietto e sincero possibile sia gradita.