Pagina 3 di 3 PrimaPrima 123
Risultati da 31 a 38 di 38

Discussione: Aebersold facile

  1. #31

    Re: Aebersold facile

    Citazione Originariamente Scritto da docmax
    .......E chi l'ha detto che il forum è una palla?.............
    Leggendo queste discussioni sicuramente è difficile sostenere che sia tale. Io sono convinto che c'è sempre spazio per qualche intervento in più. Del resto è proprio la musica che insegna che non esistono punti fermi e che tutto è in divenire. Perciò, perchè definire il divenire una palla?
    Giorgio Milani

    Alto SA80 II - OL ebanite 6* e 8*
    Soprano Yamaha YSS 875EX - Vandoren S35
    Clarinetto Selmer S10 - B45 M30 e 5JB

    Non la penso come te ... ma darei la vita per farti dire quello che pensi (Voltaire - almeno credo...)

  2. #32

    Re: Aebersold facile

    Visto che è stato citato Davide Sparti, consiglio la lettura di altri 2 suoi testi: "Musica in bianco e nero" dove viene finalmente accantonata l'origine africana del jazz (lo sostengo da sempre), una bufala di molta "critica bianca": già, i "bianchi europei" pensano di saper spiegare tutto agli altri, anche quando inseguono distillate illusioni di separazioni fallaci e non conoscono praticamente nulla della cultura altrui...

    Quando sento parlare 2 ragazze africane, nella metro di Roma, che frequentano l'università e che parlano un italiano migliore di certe "coatte"...non penso che sono "africane", solo per il colore della pelle, ma che sono italiane perchè i loro pensieri, turbamenti, ansie, speranze...sono uguali a quelle delle italiane loro coetanee...di africano, non hanno piu' nulla, se non il colore della pelle...
    Il jazz che nasce agli inizi del secolo scorso, è stato prodotto da una generazione di afro-americani (e da un miscuglio di altre razze), che discendeva dagli schiavi deportati, ma che non possedeva piu' nessuna cognizione della propria lingua/cultura d'origine: volevano essere americani e nella musica hanno cercato di trovare un'identità che era loro negata, dal punto di vista sociale e civile.

    Il 2° testo di Sparti: "L'identità incompiuta" - Paradossi dell'improvvisazione musicale - è un'interrogativo storico-sociologico che Sparti cerca di condividere col lettore
    ovvero perchè l'improvvisazione sia diventata nelle evoluzioni del jazz una modalità per negare un'identità collettiva e che si è rinchiusa nella ricerca solipsistica (riferimento al free e alle avanguardie).
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  3. #33

    Re: Aebersold facile

    Beh, di minchiate ne ho sentite e lette tante, qui e altrove, di molte mi assumo anche la paternità, ma questa le batte veramente tutte. :bravo:
    Il jazz, da quando è diventato musica di successo, cioè dai tempi di King Oliver, ma soprattutto di Louis Armstrong, è stato tirato in molte direzioni, specialmente quando hanno cominciato a suonarlo i bianchi, spesso è andato in direzioni che lo snaturavano, come nell'era delle grandi orchestre swing bianche, e ogni volta che ha dovuto ritrovare se stesso, la sua forza e la sua natura di eleganza e magia, ha dovuto volgersi alle sue origini africane.
    Liquidare poi l'avanguardia e il free come ricerche solipsistiche è il colmo, (allora Coltrane, tolti i dischi con Davis e pochi altri, si è fatto una gran sega mentale insieme a Archie Shepp, Pharoah Sanders, Don Cherry, Ornette Coleman, Cecil Taylor, Albert Ayler, e tutti quegli altri poveri illusi che credevano nei dettami di una critica bianca, mettiamoci dentro anche Mingus, Eric Dolphy e Roland Kirk) vuol dire avere una visione del jazz come musica di consumo o come palestra tecnica per fenomeni di agilità e non aver capito nulla, zero assoluto, dell'anima più genuina di quella musica, persino Davis o Shorter, i più bianchi fra i neri, ti darebbero torto.
    Scusa lo sfogo Jug, ma l'hai detta grossa, dovresti andare in ginocchio fino alla tomba di Duke Ellington e chiedere scusa, anche a nome di Davide Sparti. :cry:
    ____________________________________________
    Ten Conn Transitional M 262XXX
    Berg Larsen 120

    Ten Weltklang
    selmer metal classic H rw by me

    Alto Conn 6m 326***

    Sop Yanagisawa S 801
    Selmer metal classic G

  4. #34

    Re: Aebersold facile

    Zkalima...quanto a spararle grosse, credo che non ti batte nessuno!
    Prima di sparare "filippiche" senza senso, dovresti leggere il libro di Sparti, cosa che non hai fatto, perchè avresti scritto meno castronerie...e avresti colto un senso ben piu' complesso che nella segnalazione non mi sembrava il caso di definire con accuratezza.

    L'eredità africana presente nel jazz è un' allucinazione percettiva e della mente, di un modo di ragionare che esclude i livelli di integrazione sociale negata agli afro-americani: questa merda di distinzione troppo abusata fa schifo; non è il colore della pelle che crea un'identità; sono americani e...basta!

    L'intellighentia intellettuale radical-chic bianca, americana ed europea, dovendo rimuovere dall'inconscio collettivo di massa, l'orrore di una deportazione e sfruttamento di milioni di africani, hanno dovuto inventare la favola dell' "innatezza creativa" di 'sti "poveri selvaggi", che sfruttati peggio delle bestie da soma, hanno creato la ricchezza del piu' grande sistema capitalistico d'oltreoceano.

    Quei "poveri selvaggi" però deprivati di un'identità, di una lingua e di una cultura, cercavano solo un livello di integrazione all'interno di quella società e non altro: volevano essere e sentirsi americani!

    Oliver Nelson, andando con la sua band, in Nigeria, negli anni '50, si meravigliò che i musicisti locali non conoscessero il blues...questa era la "coscienza africana" dei musicisti afro-americani! Una coscienza afasica, immaginaria e utopistica!

    Quanto al riconoscimento creativo dei "discendenti d'Africa" trapiantati negli USA, anche là c'è tutta l'ipocrisia e l'arroganza degli intellettuali radical-chic del "vi dico io, come stanno le cose..."
    Leonard Feather, per me, uno dei peggiori "mercenari" al servizio dell'industria discografica, passava bellamente dal denigrare
    O. Coleman su "Down Beat" per poi (pagato profumatamente) scrivere solenni lodi, qualche mese dopo, sulle copertine dei dischi di Ornette, senza sentire il bisogno di giustificare l'aperta incoerenza delle sue posizioni.

    Cerca di comprendere, prima di polemizzare...
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  5. #35

    Re: Aebersold facile

    Jug, non te la prendere, sai come sono fatto, no? :alè!!)
    Però, se alla prosopopea radical chic, che detesto quanto te, (le mie certezze sull'africanità del jazz mi vengono dai musicisti in primo luogo, quelli di cui ho letto le parole e quelli che ho conosciuto, e dalla mia esperienza di ascolto di quasi tutte le musiche del mondo), si oppone la trita fanfara dell'integrazione sociale, del fatto che se si cambia lingua si cambia identità, riducendo l'esperienza degli uomini a fatti sociologici ed economici, perdiamo tempo, se a me piace Ornette non è per ciò che ne ha scritto Leonard Feather o perchè è negro e povero, ma per la mia esperienza di ascolto.

    Poi certo che c'è l'integrazione negata, la discriminazione e tutto l'orrore della storia degli afromericani nel paese più razzista del mondo, ma questo ha determinato le forme, non la sostanza del jazz cioè il blues; Oliver Nelson era un intellettuale attratto da idee musicali che cercava di far quadrare a tutti i costi, e il suo blues è appunto un'idea formale che in Africa è sconosciuta, lui mirava a portare il jazz nei conservatori, mentre l'esperienza della musica naturale è in se anarchica, pur avendo le sue leggi.

    Se vuoi, a me piace molto più jazz di quanto jazz africano ci sia in circolazione, ma quando lo sento non riesco a star fermo, mentre se apprezzo un solo di Bill Evans mi commuovo, resto incantato, ma non mi muove.
    Senza la realtà della fisicità dell'anima africana non c'è jazz, c'è una musica che gli somiglia, molto bella perchè suonata da grandi musicisti, ma non è la stessa cosa ascoltare Mingus e Gil Evans che pure sono stati due arrangiatori straordinari, ma nel primo c'è il mojo, nel secondo l'arte.
    O non mi dirai che ascoltando Count Basie e Duke Ellington, non ti rendi conto dell'abisso che passa tra la loro musica e quella di Glenn Miller o Tommy Dorsey?

    Allora, per non estremizzare la polemica, diciamo che l'Africa è spesso cercata, dai jazzisti che hanno subito quello strappo, ricercata come riferimento ancestrale, ma quelli che hanno caratterizzato il jazz la portavano dentro, spesso senza saperlo, e dirò di più; la riscoperta delle radici africane dell'avanguardia fu una presa di coscienza in un mondo che si era scoperto distante da quella realtà, un mondo che stava scimmiottando i bianchi, si lisciava i capelli e vestiva in giacca e cravatta, ma è innegabile che come il contatto tornò alla luce fu immediatamente vitale, segno che un'interruzione vera e propria non c'è mai stata.
    Abdullah Ibrahim è un caso lampante, un musicista sudafricano che ritrova la musica del suo paese attraverso Monk e Duke Ellington.
    Infatti, veramente, ha più senso parlare di musica "nera" o, come Roland Kirk chiamava candidamente la musica, dal blues delle origini fino a James Brown; "Black classical music" rifiutando il termine jazz.
    Infatti, sostanzialmente, io odio quella parola, che sempre di più alza muri che dividono invece di unire, in questo hai davvero ragione, "Jazz" non è per nulla africano.
    ____________________________________________
    Ten Conn Transitional M 262XXX
    Berg Larsen 120

    Ten Weltklang
    selmer metal classic H rw by me

    Alto Conn 6m 326***

    Sop Yanagisawa S 801
    Selmer metal classic G

  6. #36

    Re: Aebersold facile

    Sai, Zka...non credo che siamo responsabili dei pensieri che ci passano per la mente, ma dell'uso che ne facciamo.

    In tal senso, trovo (al di là dei battibecchi che talvolta ci concediamo) che il tuo "procedimento dialettico" procede per "flussi di coscienza": in questo tripudio "entropico-pulviscolare" appaiono luci intense, penombre, centrifugazioni...
    il vortice del sentimento proiettato verso l'infinito.
    Non so perchè ma credo che se ti conoscessi, staremmo sempre a ridere...

    "non la sostanza del jazz cioè il blues"
    Il blues è uno dei tanti generi prodotti dagli afroamericani, di cui il jazz ha offerto delle "estensioni espressive"...

    "l'esperienza della musica naturale è in se anarchica, pur avendo le sue leggi".
    Non comprendo...ma è meravigliosa!

    "O non mi dirai che ascoltando Count Basie e Duke Ellington, non ti rendi conto dell'abisso che passa tra la loro musica e quella di Glenn Miller o Tommy Dorsey?"
    Ti rimando all'incipit di cui sopra...

    "la riscoperta delle radici africane dell'avanguardia fu una presa di coscienza in un mondo che si era scoperto distante da quella realtà, un mondo che stava scimmiottando i bianchi..."
    Non ci sono "radici africane" nell'avanguardia...qualunque avanguardia è senza radici, cerca le proprie, le costruisce ex-novo.
    Semmai, il richiamo all'africanità, sia esso ideale o teatrale (come avveniva nell'AEOC) è una "provocazione metaforica":
    "voi bianchi, credete di spiegare tutto, comprendere tutto, saper fare tutto meglio degli altri...
    noi facciamo una musica di cui non capite le regole...ma è la ns. musica!"
    Credo che questo sia stato l' "orientamento interiore" degli esponenti del free storico quanto delle avanguardie successive...

    "Jazz non è per nulla africano".
    Sono d'accordo.
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  7. #37

    Re: Aebersold facile

    "Non so perchè ma credo che se ti conoscessi, staremmo sempre a ridere..."
    Essere capito da uno che non è d'accordo con te è sempre una bella cosa, si, hai capito come funziona il mio cervello, io parto sempre da un'esperienza, e da questa ne ricavo qualcosa, di anarchico ma con riferimenti ripetibili, se non proprio leggi, ma al di là dei modi diversi che abbiamo di pensare la musica, ci sono anche le parole, che usiamo evidentemente, (e per fortuna), con significati diversi.

    Per esempio, la parola "Blues", l'abbiamo usata entrambi, eppure risulta palese che corrisponde a cose diverse nelle nostre teste, per me non è una forma di 12 battute con 3 accordi, forma che si è congelata così quando hanno dovuto cominciare a farne delle canzoni da incidere, ma è l'insieme di esperienze umane di una serie di generazioni che strappate alla loro vita naturale hanno dovuto conservarne i numi, la cucina, il senso, cose che si esprimono con alcuni intervalli e colori musicali che corrispondono ad una peculiare forma dell'anima, è un esorcismo della disperazione, una cura e un rifugio ed un ritorno.
    Vedi che mi risulterà sempre impossibile considerarlo un "genere del jazz" anche se lo è diventato, come del rock d'altronde, oltre ad essere genere a se stante.
    Le esperienze umane sono sempre libere dalle forme peculiari con cui è possibile farne un catalogo, la musica è una di queste esperienze e conserva le attitudini spirituali e umane del ceppo che ne ha generato il carattere, quindi in qualche modo, "genetico".
    Non può liberarsi della sua origine.

    Se pensi all'altro apporto fondamentale che ha contribuito a fare del jazz la musica che conosciamo, è anch'esso, più alla lontana, africano, ed è il contributo ebraico.

    Quando Lester Bowie o chi per lui ha detto "our music" si riferiva ai neri, agli africani, poi è vero che vivendo il taglio storico dal paese di origine e la follia di una società alienata hanno dovuto teatralizzare l'aspetto tribale, o farne una bandiera di differenza, l'AEOC poi ne ha fatto un sistema di spettacolo, Lester Bangs il famoso "critico" musicale, dopo i primi dischi li chiamava gli impiegati dell'avanguardia, da altri, Abbey Lincoln era stata definita "professional negro" per il suo modo di parlare e cantare, i tentativi sono tentativi, ma indipendentemente dalla riuscita o dal fallimento della rivoluzione nera, la musica dei neri ha conservato la sua natura, su questo non ho dubbi nè vedo evidenze contrarie.

    Per farmi perdonare l'insolenza ti faccio un regalo africano pieno di blues, (oltre al resto).

    http://www.youtube.com/watch?v=bwI0g3Khod0
    ____________________________________________
    Ten Conn Transitional M 262XXX
    Berg Larsen 120

    Ten Weltklang
    selmer metal classic H rw by me

    Alto Conn 6m 326***

    Sop Yanagisawa S 801
    Selmer metal classic G

  8. #38

    Data Registrazione
    Apr 2010
    Località
    Povegliano (VR)
    Messaggi
    1,210

    Re: Aebersold facile

    vacca bo... ho letto gli ultimi 6/7 commenti... e sono fuso! :\\: ... voi siete fuori ragazzi... :lol: ... siete al di sopra delle mie possibilita!... hi hi... ciao. Fine O.T.
    T. Grassi Professional 2000-berg larsen-LS
    A M&G Vintage-selmer metal jazz -LS
    S. R&C R1 Jazz argento vintage-Theo Wanne Gaia-LS

    Consigliere CUPOLA R&C

Pagina 3 di 3 PrimaPrima 123

Informazioni Discussione

Utenti che Stanno Visualizzando Questa Discussione

Ci sono attualmente 1 utenti che stanno visualizzando questa discussione. (0 registrati e 1 ospiti)

Discussioni Simili

  1. facile brano per saxofono e pianoforte?
    Di lucadf99 nel forum Spartiti e basi musicali
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 23rd August 2014, 18:06
  2. Una virtual band facile e intuitiva
    Di madsax nel forum Software musicali
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 20th February 2013, 15:26
  3. Risposte: 17
    Ultimo Messaggio: 12th December 2011, 22:49
  4. sassofoni con facile emissione
    Di mansax nel forum Tenore
    Risposte: 26
    Ultimo Messaggio: 4th June 2011, 08:35
  5. Becco Facile o mal fatto?
    Di AGOSTY 275 nel forum Setup e accessori dello strumento
    Risposte: 9
    Ultimo Messaggio: 12th February 2010, 15:08

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •