http://www.jazzitalia.net/lezioni/giova ... itolo6.asp
c'è una parte che mi interessa particolarmente, ecco alcuni tratti con alcune mie considerazioni, non so se esser molto d'accordo con queste affermazioni, ma mi piacerebbe che ne parlassimo un pò tra noi forumisti, magari soprattutto con chi il cosiddetto genere fusion lo ascolta, lo apprezza e meglio ancora lo suona...
per quanto mi riguarda, la primissima parte la condivido, almeno sommariamente, ma dire che la fusion, almeno nella sua totalità, non deve essere nemmeno inserita "in quel genere musicale", mi sembra un pò eccessivo, anche se magari è detto senza malizia, anzi dopo cerca di trovare un motivo a questa affermazione, dicendo che, ""Dicendo questo...le si riconosce uno status e una dignità di genere che neanche i suoi sostenitori le hanno mai conferito!""
e poi ""Nel contempo, il riconoscimento di questo status non solo non la esenta, ma la espone maggiormente al vaglio della critica mettendola in guardia dalle derive consumistiche.""
boh, sarà...
Per finire ""Quando la Fusion viene invece arbitrariamente inscritta nel jazz si attua un ennesimo tentativo di snaturare e revisionare il jazz""
anche qui, boh...
a me, il problema principale, in realtà, sembra il fatto che la parola in se vuol dire poco, o meglio include troppo! io, per come sono abituato ad accostarmi a dei generi, più che dire questo è questo non è, cerco di trovare, in una massa di roba più o meno di omogeneo stile, le cose buone (per me) e di non considerare troppo quelle meno buone, anche il jazz propriamente detto è pieno di cose brutte o trite e ritrite, così come la fusion include i grandissimi Yellow Jackets e artisti o progetti molto minori, che si potrebbero definire commerciali e basta, ma non me la sento proprio di dire che gli yellow jackets "non sono jazz", altrochè!
bah, tutte chicchiere, meglio ascoltare e suonare...