Ringrazio David e Ropie per la loro testimonianza.
La "rivoluzione copernicana" della mia coscienza è accaduta per un'esperienza "insolita" avuta quando ero studente:
sono diplomato in flauto traverso...ero nel training intensivo della preparazione dell'esame di compimento inferiore (V° anno)
e un pomeriggio mentre studiavo uno studio di alta difficoltà, mi accorsi ad un certo punto che avevo eseguito piu' di metà studio (quelli dove ci sono "nugoli di note") senza prendere fiato: mi spaventai di me stesso!
Non comprendevo cosa e come era potuta accadere una cosa del genere: ero invaso da una strana sensazione, un miscuglio
di entusiasmo e frustrazione, leggerezza e sconforto; la mia parte razionale potè solo comprendere che avevo usato la respirazione circolare senza averne coscienza; la parte intuitiva/eterica era svanita, lasciando una sensazione indecifrabile.
Riprovando fu un disastro...dopo massimo 2 righi, ero "tornato normale"...mollai tutto e andai a farmi un giro: avevo solo compreso che la respirazione circolare non era una pratica da "superuomini" e si poteva fare (cosa che accademicamente nessun insegnante si permetteva mai neanche di sfiorare, per ovvia incompetenza o incapacità): mi rimaneva "arcana" quella sensazione di "immersione nel suono" che non avevo mai provato fino ad allora e che volevo rivivere.
Tecnicamente, ho imparato a controllarla, facendo un seminario estivo, quello stesso anno con Eugenio Colombo.
La respirazione circolare, indubbiamente, permette una diversa e piu' intensa concentrazione sul suono: dopo un po' "abbatte" la parte razionale e si entra in un flusso di coscienza di altra natura...fors'anche di "rincoglionimento" (come simpaticamente esterna David) ma è un "santo rincoglionimento" che affina la qualità percettiva di ogni suono che si produce.
Ho potuto provare anche la sensazione che descrive Ropie: ricordo 3 circostanze "live" in cui la sensazione descritta fu fortissima; diventa difficile entrare in "tale stato", quando si suona su palchi enormi (come accade in estate) con i fari che ti "lessano" e la miriade di "onde elettriche ed elettromagnetiche", che ti bombardano...e le "spie" che non ti permettono di ascoltare al meglio la totalità di ciò che gli altri musicisti producono...
A beneficio di chi non pratica la respirazione circolare o di chi, volente o nolente, non ha un gruppo o non pratica l'improvvisazione, voglio dire che non è esclusa la possibilità di entrare in altri "stati di coscienza".
Suonare concentrati.
Essere concentrati non significa avere un'attenzione sorvegliata, ma tendere ad una naturale rilassatezza identificandoci totalmente con ciò che stiamo facendo: voglio dire che quando si pensa "ah, non so fare questo...devo fare assolutamente...ecc.ecc." perdiamo il controllo psicofisico del ns. agire, perchè c'è inquietudine, ansia e paura; il respiro perde di profondità, compaiono varie rigidità fisiche (soprattutto posturali, nella rigidità delle articolazioni della mano e apertura del cavo oro-faringeo): il risultato complessivo è un disastro e non c'è nessun tipo di crescita, anzi involontariamente ci si produce pure dei danni...
Una buona concentrazione unita ad una pratica consapevole permette l'unione perfetta di mente e corpo: in questo caso, non c'è piu' differenza fra noi e ciò che suoniamo, ma noi diventiamo ciò che suoniamo...e non si tratta di un gioco di parole, ma di una piu' profonda consapevolezza dell'atto che compiamo.