Ringrazio seethorne e doc per la loro testimonianza.
Sono stato assalito da molti dubbi e riflessioni, quando ho deciso di aprire questo argomento, mettendo in conto l'assoluta indifferenza che poteva generare quanto un chiacchiericcio rumoroso e sterile, ingenerato magari da polemiche "grassoccie e invertebrate"...
Lanciare il sasso...piu' che valutare i risultati/effetti, mi è sembrata l'azione piu' idonea.
Tutti quanti noi siamo fortunati, ma non ne siamo consapevoli...e non lo siamo perchè suoniamo il sax, abbiamo quel modello, suoniamo/ci piace questa o quella musica ecc. ecc.
Tutte queste sono manifestazioni dell'ego, i riflessi di un condizionamento culturale, di una "programmazione mentale" che non ci permette di gestire consapevolmente un potere che non sappiamo sfruttare o non totalmente come potremmo: il ns. respiro, il ns. fiato, il centro della ns. vita.
Credo che chi suona uno strumento a fiato (e chi canta) è piu' fortunato di chi suona altri strumenti, proprio perchè agisce/ha il potere di agire su ciò che ci tiene in vita:
quando suoniamo, la fase di espirazione deve durare per un tempo quattro volte maggiore o piu', rispetto alla fase di inspirazione.
Il fine non è l'iperventilazione, ma il suo opposto:
rallentare e intensificare il respiro, ridurre la tensione psico-fisica.
Questi 2 aspetti ci permettono già di per sè di alterare notevolmente la ns. percezione del tempo per entrare nel tempo della ns. interiorità, nella temporalità del ns. essere ora.
Se gli "eventi sonori" che produciamo sono separati da pause di silenzio via via piu' dilatate, si rallenterà la ns. percezione del tempo e ad un certo punto non avremo piu' bisogno di concentrarci sull'atto esecutivo perchè si ingenererà una sensazione di eternità, l'espansione di ciò che ci circonda si rivelerà in noi stessi.
Al termine di questa esperienza, rimanendo in silenzio, possiamo portare per un certo periodo di tempo il ricordo di questo stato immobile e silenzioso, provando un benessere interiore, difficilmente descrivibile, entrando in quella "banda larga", a cui faceva riferimento docmax...
Tale concentrazione interiore e rinnovata consapevolezza del respiro, può essere successivamente impiegata nella pratica della "musica dell'io" di cui normalmente discutiamo/pratichiamo, ottenendo performance di maggiore intensità e qualità espressiva perchè ci saremo "rigenerati energeticamente" e soprattutto perchè suonando ci concediamo (magari per la prima volta)
la possibilità di:
- esplorare le ns. risorse piu' profonde
- sviluppare una maggiore consapevolezza
- rafforzare i valori in cui crediamo
- liberare energie psichiche bloccate
- ampliare il ns. senso di appartenenza verso ciò che ci circonda
- rilassarci profondamente
- usare la musica come veicolo di crescita spirituale.