Ho già espresso in altre circostanze come l'analisi musicale applicata all'improvvisazione sia un inganno: semplicemente per il fatto che ciò che è valido per la pagina scritta (che non cambia mai) non può valere per ciò che è contingente e impermanente ovvero non può mantenere gli stessi obiettivi, nè usare le stesse metodologie.

Coltrane era ossessionato dai numeri...Giant steps è la geometria del sistema tonale...da Ascension in poi, l'attenzione si sposta sulla ricerca scalare fino a diventare modulare o se preferite sequenziale...Coltrane vuole creare un flusso creativo in continuo divenire...

Abbandonate le accezioni comuni di forma e struttura musicale ed entrate nel campo della strutturazione sperimentale:

1) Scegliete 4 suoni, senza pensarci troppo e senza pensare tonalità o scala di riferimento, 4 intervalli...caratterizzateli in una frase secca e decisa.
2) Impostate una risposta alla prima frase: l'esecuzione delle 2 frasi deve avere un senso compiuto e deciso.

Questi 2 semplici elementi possono diventare la base strutturale su cui improvvisare: non si tratta piu' di seguire un percorso ma di creare un percorso...

Gli intervalli iniziali possono essere invertiti, trasposti ecc.
Si possono individuare delle armonie e fare tante altre "operazioni musicali" che donano coerenza e varietà al discorso musicale.
Una maggiore asimettria ritmica rende piu' interessante il flusso musicale, il tempo diventa flessibile...
Così si pensa a sequenze di suoni che hanno una loro precisa configurazione spazio-temporale: ciò cambia la maniera di pensare la musica perchè non ripete mai ciò che viene prima...ed è piu' impegnativa perchè non ci sono punti di riposo (le chiusure tonali, le riprese ecc.)

Una parte del jazz contemporaneo ha sviluppato questa tendenza a pensare l'improvvisazione secondo sviluppi di cicli sequenziali: Steve Coleman e Chris Potter sono 2 esempi diversi e affini di questa tendenza...ma anche Mahanthappa, Tim Berne, Greg Osby, Roscoe Mitchell...

E quindi, piu' che chiacchierare/litigare sulle trascrizioni...è piu' interessante comprendere le implicazioni del messaggio dell'ultimo Coltrane, laddove piu' che spiegare teoremi (Giant Steps) fa delle domande a se stesso e le lascia aperte agli sviluppi possibili di pensare la musica diversamente.