La recentissima discussione, tuttora aperta, sui saxofoni Borgani in odore di "Partial Asiatic Made" ha sollevato un vespaio di polemiche, non ancora sopite.

A seguito di ciò, nel tentativo ti trarre qualche conclusione più o meno oggettiva, e allo stesso tempo di cambiare disco, espongo a tutti gli illustri forumisti alcune mie soggettive considerazioni. Tali considerazioni sono da riguardarsi come estremamente criticabili da parte di chiunque. Siete solo pregati di esprimere chiaramente un si o un no a margine dei commenti che eventualmente vorrete fare alle seguenti affermazioni:

1) "Hand made", "martellato a mano", "strumento rigorosamente artigianale" e consimili definizioni vanno sempre prese con la dovuta cautela, e in alcuni casi sono molto vicine al falso. Considerando le odierne potenzialitÃ* tecnologiche, si può tranquillamente affermare che anche le piccole produzioni possono beneficiare di operazioni automatizzate e largamente ripetibili, sul piano qualitativo e dimensionale dei pezzi da realizzare. Se qualcuno di voi si mettesse oggi a produrre saxofoni si affiderebbe più volentieri per i canneggi a un operaio battilastra esperto da stipendiare con 10.000 euro mensili lordi o a una macchina (per esempio) per idroformatura che gli costa in partenza 100.000 euro, ma che poi richiede 5.000 euro di gestione mensile, garantendo pezzi "tutti uguali", numericamente pari a 100 volte le potenzialitÃ* produttive del suddetto operaio?
Domanda: "hand made" è importante?

2) Siete sicuri che uno strumento contemporaneo "fatto interamente a mano" suoni meglio di uno realizzato più o meno "industrialmente", e cioè con larga prevedibilitÃ* del risultato finale? Io sono convinto del contrario. Sostengo, cioè, che un saxofono deve essere fatto in modo "automatico" fin dove è possibile. Dato, tuttavia, che si tratta di un oggetto complesso da costruire, alcune operazioni di assemblaggio, aggiustaggio, regolazione, controllo e collaudo devono ancora essere necessariamente fatte a mano da manodopera esperta. Almeno in uno strumento di fascia alta.
Domanda: in termini di affidabilitÃ* finale, è meglio uno strumento industriale rispetto a un artigianale?

3) Non sono tendenzialmente un esterofilo, ma attualmente mi fido poco del "made in Italy" in generale. Mi succede, per esempio, quando entro in un bar e riscontro che la merce proposta è rigorosamente adeguata al tabellario del "prezzo massimo delle consumazioni". A quel punto mi chiedo: se mi fate un caffè "made in Italy" che è oggettivamente una ciofeca (cosa che succede spesso di primo mattino in molti bar nazionali), si può sapere perchè vi devo corrispondere il prezzo massimo?... Vedrei più di buon occhio un prezzo "variabile": se il barista sa che i primi caffè del mattino sono una ciofeca li smercia a 70 centesimi. Quando la sua macchina si è "svegliata per bene" comincia a pretendere 1 euro a tazzina. Ecchediavolo! Altrimenti vado al distributore automatico e con 30 centesimi mi prendo un caffè decente, anche se la relativa cialda è "made in Haiti".
Domanda: il solo "made in Italy" giustifica i prezzi sui saxofoni di vera o presunta produzione nazionale?

4) La stessa riflessione di cui sopra vale per i saxofoni in genere, compresi i "made in France". Attualmente ho 2 tenori, dei quali "la ciofeca" è rappresentata dal "made in France", rigorosamente artigianale, blasonato e vintage... anche lui, volendo, suona, ma ci vuole parecchia buona volontÃ* per ottenere risultati accettabili, al contrario della "cialda" di Taiwan...
Domanda: gli strumenti blasonati e/o vintage sono sempre migliori di quelli recenti e/o poco conosciuti?

5) In un saxofono, come in un altro qualsiasi strumento a fiato, la bontÃ* della vibrazione sonora è costituita (pare) al 95% minimo dalla forma e dalla precisione costruttiva. Il rimanente 5% massimo è influenzato dal materiale, dal tipo di finitura e da consimili "sottigliezze" (come per esempio le capacitÃ* tecniche dell'esecutore). Per quanto mi riguarda, se trovo in giro un sax da 1000 euro che al 95% mi convince e che accetta i miei maltrattamenti nel tempo, non sono disposto a spendere 5000 euro per un altro sax che sulla carta mi dovrebbe fornire quel 5% in più sulla resa sonora. Potrei ottenere lo stesso risultato con quello più economico migliorando la mia prestazione.
Domanda: materiale di costruzione, finitura e consimili dettagli giustificano le lievitazioni dei prezzi di vendita in relazione all'effettivo incremento della resa acustica?

Fate il vostro gioco, se volete, ragazzi. Qua sopra ci sono 5 domande alle quali rispondere con un si o con un no, fornendo in contemporanea, se volete, le relative giustificazioni. Per quanto mi riguarda, le mie dirette giustificazioni le ho fornite. Se i quesiti non vi interessano non vi impegnate a rispondere. Se i Moderatori hanno qualche cosa da obbiettare in merito alla presente proposta di discussione o alla sua formulazione sono più che disposto ad accettare critiche e variazioni. Se non risponderanno nè Forumisti nè Moderatori, che la discussione vada nell'oblio. Pace e bene a tutti.