Non ho resistito. Era lì, come nuovo, che mi guardava. Io stavo ordinando le pile di spartiti metodi e quant'altro raccolti in decenni, separandoli tra sax e clarinetto, tra studi classici e jazz, tra solfeggio ed armonia e....ho pensato "ma sì, che sarà mai".
Ho trovato di tutto: dai miseri ma allora indispensabili Giampieri ed i vari Klosè al Lefèvre, alle scale del Savina, ai Capricci del Cavallini, al Gabucci, allo Stark, ai Baermann, al Jeanjean con il suo "vademecum", addirittura una "Raccolta di passi difficili di opere sinfoniche" edito da S. Pucci nel 1950, un "Metodo Pratico" di Frosali del '68 edito da Saporetti & Cappelli, i Dieci Studi del Gambacurta, i primi esercizi e le prime marce che mi aveva scritto il mio ormai da tempo defunto primo insegnante, ed ovviamente tutti i concerti: Weber, Mozart, Saint Saens, il Rigoletto....insomma, un'ondata di ricordi e nostalgia che mi ha davvero commosso.
Ho messo il metronomo abbastanza più lento di come sarebbe dovuto essere e mi sono strapazzato (io, non il clarinetto) con il concerto in Fa Minore di Weber.....che dire ... Il tubo nero è stupendo quanto difficile.