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Discussione: Bel suono o tecnica?

  1. #16
    Visitatore
    So bene che dovrei stare zitto, non mi dovrei neanche permettere di inviare commenti sul suono classico, basta vedere il mio setup per capire che in materia sono molto lontano. Quando ascolto i sassofonisti classici storco un pochino il naso, molta tecnica e poco suono, tutto mi sembra molto incentrato sulla perfetta esecuzione e interpretazione a prescindere dal suono che deve essere quello a tutti i costi. Per me è naturale apprezzare la diversificazione della scuola italiana e l'attenzione che presta alla qualitÃ* del suono, intesa come voce personale dell'interprete. Ben vengano dunque le ricerche della scuola classica in questo campo, poi se siamo poco apprezzati o poco considerati, pazienza. Noi italiani siamo spesso sottoposti anche ingiustificatamente a questo tipo di esclusioni e non solo nella musica. Quando poi la scuola di riferimento è francese....ancora peggio. Non voglio fare una questione di campanilismo, al contrario, credo che siamo vittime e allo stesso tempo "temuti" da quella mentalitÃ*. Ben vengano dunque tutte quelle scuole e quei ragazzi che tentano la strada della "personalizzazione" e del distacco da quei canoni classici e inamidati di riferimento. Sperimentare sempre e comunque, per innovare, per far crescere la musica, anche se è musica classica. Ciao a tutti.

  2. #17

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    ...mmm...mmm....mmm.....
    Credo che abbiano ragione un po' tutti e un po' nessuno...
    certo,la mia pinione è solo un opinione...ma...
    Che ogni sassofonista abbia il suo stile e la sua voce e la si riconosca subito si sa...ed è questa una delle cose più affascinanti del sax...
    Il fatto che grandi musicisti nn siano mostri tecnici ma ottimi musicisti è un dato di fatto...Ma non credo che lo stuidio della tecnica sia dannoso!!!anzi!!!!!!Serve!! e neanche poco...
    se la fantasia la si ha rimane,nn va a pu**ane perkè uno studia tecnica(anche col metodo francese)...anzi...studiando la tecnica molto bene si possono dire moltissime cose in più!!!!
    forse il mio è un casa strano...ma a me accade che quando suono un solo jazz inizio e nn mi fermo...posso stare lì anche + di un quarto d'ora...perkè in testa ho un fiume di idee...eppure ad un tratto devo kiudere e smetter di suonare,perkè so che ancora nn ho la capacitÃ* per dire tutte le cose ke vorrei(come frasi molto ma molto veloci acuti molto molto forti e alti),perkè la mia tecnica è ancora in via di sviluppo...

    Che la gola vada tenuta aperta si sa,ed è giusto,ma ragazzi,il metodo francese di certo nn è il + divertente,ma se si ha la voglia di studiare,perkè si vuole diventare bravi,lo si fa tranquillamente...l'importante è avere sempre nuovi stimoli a studiare e nn cadere del tunnel del solo esercizio tecnico che il metodo francese ha.

    Io sono nei dintorni di L'Aquila,dove il metodo francese va per la maggiore,e il mio maestro,diplomato al conservatorio di L'aquila,mi ha sempre insegnato quello,anche se mi ha sempre detto di nn smettere mai di sviluppare la fantasia e la bellezza del suono,che è la cosa + importante

    Quindi io credo che avere poca tecnica sia sicuramente nocivo per un musicista,(nn guardiamo i grandi geni della musica tipo Davis o altri) perkè poi si hanno (o almeno io la vedo cosi) meno modi di dire le cose .

    E' come se uno scrittore nn conoscesse la grammatica e nn avesse un vasto lessico...può avere tutta la fantsia del mondo,ma senza le parole nn va da nessuna parte

    chiedo scusa per l'intrusione,e ripeto che questa è solo la mia modesta opinione
    Conn6M,Nak.Lady-Russeaux5-Rico.sel.jazz3S
    R&C saxello gold-JodyJazz HR 6*-Rico.sel.jazz3S
    Yamaha YTS 275-Raganato7*-Rico.sel.jazz3S
    Roling's Trumpet-7c

    "In genere, il jazz è sempre stato simile al tipo d'uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia-Ellington"

  3. #18
    Citazione Originariamente Scritto da rocri
    In parte concordo sia con Teosax che con Vittoria. È vero che all'estero il suono è ovunque lo stesso ("piccolino"), ma è anche vero che l'Italia sta rimanendo esclusa internazionalmente per quanto riguarda il classico. Credo anch'io che i sassofonisti classici Italiani siano un po' snobbati all'estero a livello di concorsi e festival (dagli altri sassofonisti classici intendo). Ma l'Italia è sempre un'eccezione in tutto!
    Per quel che riguarda la mia esperienza personale, i sassofonisti classici italiani sono snobbati internazionalmente anche a causa del fatto che manca totalmente la pratica della corretta intonazione. Questa componente imprescindibile e basilare non è considerata tale nemmeno nelle scuole piu' prestigiose d'italia. Non si praticano affatto l'educazione dell'orecchio e i risultati si sentono, credetemi!!! Una delle frasi di Londeix che mi ha assai colpito è stata questa: quando sono in giuria o tra il pubblico e mi capita un sassofonista stonato non riesco a concentrarmi su null'altro se non sul fatto che è stonato. Purtroppo tutte le qualitÃ* del musicista passano in secondo piano se non si possiede una buona intonazione.
    Altro fattore essenziale dell'emarginazione italiana è il fatto che non si studiano abbastanza i capisaldi del repertorio e ci si fossilizza soltanto sui brani neoclassici francesi (che ricordo hanno un'importanza davvero relativa nel panorama musicale attuale). Pochi hanno in repertorio ad esempio la famosa sonata di Denisov, il quartetto di Anton Webern, la rapsodia di Debussy o la ballata di Frank Martin.
    C'è quindi anche un problema di grave ignoranza e scarsa conoscenza del repertorio.
    Denoto che spesso, inoltre, si tende a scambiare personalitÃ* con atteggiamenti naif e un pò ignoranti (spesso le interpretazioni fuori stile sono la regola!).
    Non da ultimo il fattore tecnico: mettiamoci in testa una cosa; visto il mercato davvero esiguo e selettivo, se si vuol fare strada nel classico bisogna raggiungere l'eccellenza in ogni componente, conoscere e saper suonare molti stili diversi ed avere una conoscenza approfondita del proprio strumento (armonici, sovracuti, multifonici etc...).
    Dal sopranino al baritono R&C
    http://www.davidbrutti.com

  4. #19
    Visitatore

    francesi

    Teosax, premetto che a me stanno particolarmente antipatici i francesi, ma non concordo minimamente con quello che affermi.
    Ho seguito Delangle in masterclass e dire che ha un brutto suono é una bestemmia, come dire che ha un suono piccolo o che utilizza setup standard con c* (che delangle non ha mai utilizzato)
    Innanzi tutto c' é da fare chiarezza, quello che mi sembra evincere dalle tue affermazioni é che sei rimasto alquanto indietro nella conoscenza della scuola francese. Il setup di cui parli e che fa suonare il sax come un' ocarina tappata risale almeno a 20 anni fa ed è quello che utilizza Londeix (tra l' altro maestro di Mondelci).
    Essendo Londeix un didatta con molto seguito in Italia ha lasciato in giro molti sassofonisti "attappati" che seguono le sue indicazioni in modo acritico e dogmatico e che diffondono questa idea errata della scuola francese creando i luoghi comuni ai quali ancori le tue affermazioni.
    Non si può negare la competenza francese, loro hanno una grande tradizione che va guardata con rispetto e criticitÃ* allo stesso tempo.
    D' altro canto é importante svincolarsi da loro e cercare di creare una nostra specificitÃ* come sassofonosti italiani, per questo apprezzo Mondelci che é un grande caposcuola.
    Insomma é un discorso lunghissimo e molto interessante ma bisogna stare attenti a non peccare di presunzione ed a lanciarsi in critiche impietose gratuite!
    A presto

    Giuseppe
    ANEMOSquartet

  5. #20
    Io credo che prediligere suono o tecnica sia il modo migliore per diventare mezzi suonatori.
    Che me ne faccio di un bel suono se non posso applicarlo a pezzi tecnicamente impegnativi?
    A che serve essere tecnicamente perfetti se quando si suona si fanno accorrere le papere in calore?
    Certo, essere scarsi tecnicamente con un suono pessimo è il peggio...ma perchè limitare la propria crescita ad un solo aspetto?
    Vox clamantis in deserto :saputello !!
    Selmer Lover

  6. #21

    Re: francesi

    Citazione Originariamente Scritto da anemosquartet
    Teosax, premetto che a me stanno particolarmente antipatici i francesi, ma non concordo minimamente con quello che affermi.
    Il mondo è bello perché è vario!

    Ho seguito Delangle in masterclass e dire che ha un brutto suono é una bestemmia, come dire che ha un suono piccolo o che utilizza setup standard con c* (che delangle non ha mai utilizzato)
    Innanzi tutto c' é da fare chiarezza, quello che mi sembra evincere dalle tue affermazioni é che sei rimasto alquanto indietro nella conoscenza della scuola francese. Il setup di cui parli e che fa suonare il sax come un' ocarina tappata risale almeno a 20 anni fa ed è quello che utilizza Londeix (tra l' altro maestro di Mondelci).
    Se sono rimasto indietro, questa è una tua opinione, più o meno contestabile in quanto non mi conosci e io non sto a quantificare il tuo grado di preparazione sulle varie scuole. Le Master Class non le hai fatte solo tu. Infatti si parla sempre di opinioni, visto che la tua a mio MODESTISSIMO parere (non mi ritengo nessuno, al contrario di quanto affermi tu) è una idea sbagliata della scuola francese. Poi ognuno la pensa come vuole. Andatevi a vedere i vincitori delle varie edizioni di DINANT, che dovrebbe essere il concorso mondiale per eccellenza sassofonistico, e vedrete che quello che dico potrebbe avere un riscontro...

    Essendo Londeix un didatta con molto seguito in Italia ha lasciato in giro molti sassofonisti "attappati" che seguono le sue indicazioni in modo acritico e dogmatico e che diffondono questa idea errata della scuola francese creando i luoghi comuni ai quali ancori le tue affermazioni.
    L'unico vero luogo comune qui è continuare a dire che il vero suono classico è quello francese

    Non si può negare la competenza francese, loro hanno una grande tradizione che va guardata con rispetto e criticitÃ* allo stesso tempo.
    Nessuno la nega, ma ho semplicemente detto solo la parte critica che riguarda il suono. Hanno anche tante belle qualitÃ*, non lo nego e non lo farò mai! Ma non è necessario rimanere ancorati ad una scuola di pensiero solo perché il sassofono ha visto la sua nascita nei paesi francofoni. Mi pare intellettualmente ottuso. Anche se poi le cose buone da prendere ci sono e non si negano.

    D' altro canto é importante svincolarsi da loro e cercare di creare una nostra specificitÃ* come sassofonosti italiani, per questo apprezzo Mondelci che é un grande caposcuola.
    Sono d'accordo su tutto. Il fatto che Mondelci si sia ad un certo punto distaccato avrÃ* un motivo di fondo credo... poi per caritÃ*... OPINIONI...

    Insomma é un discorso lunghissimo e molto interessante ma bisogna stare attenti a non peccare di presunzione ed a lanciarsi in critiche impietose gratuite!
    Il fatto che mi dai del presuntuoso mi sconcerta un pò, visto che non mi conosci e ho semplicemente dato una mia opinione non pretendendo di dire veritÃ* assolute. Non mi pare di essere stato presuntuoso e di aver lanciato critiche impietose. Ribadisco i miei pensieri dal primo all'ultimo. Se ho offeso qualcuno me ne dispiace veramente e chiedo scusa fin da ora.
    La presunzione sta altrove...

    A presto

    Matteo
    Atem Saxophone Quartet
    Sop
    (R&C R1J in rame - Ottolink TE ('80) 7 - Marca Jazz 3,5)
    Alto
    (Selmer Mark VI - Jody Jazz 7 - Claude Lakey 5*3 - Marca Jazz 3)
    (R&C R1J in rame - Soloist E - Legére Signature 2 e 3/4)
    http://www.atemquartet.com

  7. #22
    Visitatore
    Mi trovi d' accordo sulla questione riguardante l' esclusivitÃ* Francese nel sax classico, ma per favore non prendrla sul personale, se infatti ti appelli al tuo diritto di opinione nella critica a al mondo sassofonistico permettimi di giustificare le mie affermazioni godendo del tuo stesso privilegio. Sinceramente per quanto riguarda il setup sono circa dieci anni che non vedo l' imputato c* sui sax degli odiati cugini d' oltralpe che citi (con il quale qualcuno suona anche bene, ma questo è un mio parere), e sono d' accordissimo con david e sul suo discorso che mi sembra la soluzione a questa diatriba che abbiamo sollevato.
    Il problema che affligge un po' il nostro mondo è quello di non andare oltre la tecnica srumentale sassofonistica (che è fondamentale ma non è musica), il pubblico non vuole sapere se il sassofonista che suona appartiene alla scuola francese o é allievo di Mondelci ma semplicemente sentire musica.
    Io come sassofonista posso apprezzare di più un approccio rispetto ad un altro, ma sarei uno sciocco se criticassi un' esecuzione che ha un valore aggiunto a livello artistico e comunicativo solo perché l' esecutore non è della mia stessa parrocchia.
    Scusami Matteo per il tono del precedente post in effetti in alcuni tratti poteva sembrare una critica diretta a te ma ti assicuro che non é così; conosco il vostro quartetto e stimo il vostro lavoro.
    Anche noi giovani sassofonisti classici italiani, che avvertiamo la necessitÃ* di avere un peso maggiore nel panorama classico nazionale, ed in quello sassofonistico internazionale dovremmo essere più uniti e superare le resistenze che ci dividono in quanto appartenenti a scuole di pensiero differenti. Insomma se continuiamo sulla linea che vede solo scuole contrapposte per questioni di imboccature, ance vibrato suono e tante altre importanti variabili tecniche e non badiamo alla musica che é il risultato finale, l' arte, qualcosa che non si può ridurre ad un C* (visto che trattasi di bocchino riduttivo), non andremo mai da nessuna parte.
    Il suono del sax è bello perchè è vario, e non va postulato a priori. Spero che tu non mi porti rancore ed attendo una tua risposta per conoscere il tuo parere.
    A presto
    Giuseppe

  8. #23
    Il punto non è questo: ciò che mi sembra drammatico è che capi scuola di tal fatta amino spesso imporre agli altri il proprio modo di pensare e di suonare in modo assai chiuso mentalmente e poco critico.

    Del tipo: si suona così e basta! Il suono del sax è questo e basta!
    Il fatto poi che tali capi scuola abbiano conoscenze falsate e parziali del sax non aiuta di certo (non conoscono e non apprezzano il Jazz, l'altra metÃ* e forse tre quarti del sax! non amano il modo di suonare di ensemble storici come i rascher soltanto perchè non suonano come dicono loro etc...).

    Il problema è che, come dici tu stesso,in questo modo si creano delle barricate tra "allievi di", si spegne il cervello e non si pensa piu' alla musica. Non solo: si smette di pensare ad essere comunicativi ed interessanti. Vorrei ricordare che il sax è uno "strumento" e che quindi è un "oggetto che serve a"... . Il resto ce lo mette l'artista!

    Un'ultima considerazione: la situazione per il sax "classico" è davvero triste non solo in Italia ma anche all'estero dove la "nicchia" è ancora piu' isolata dal contesto musicale. Probabilmente, se il sax non fosse stato integrato ben presto negli ambienti musicali jazzistici, sarebbe uno dei tanti "dinosauri organologici" ottocenteschi destìnati ad essere mangiati dalla storia (do you remember the sarrousophone?). Forse cè qualcosa che non va nel sax classico?
    Dal sopranino al baritono R&C
    http://www.davidbrutti.com

  9. #24
    Citazione Originariamente Scritto da anemosquartet
    Mi trovi d' accordo sulla questione riguardante l' esclusivitÃ* Francese nel sax classico, ma per favore non prendrla sul personale, se infatti ti appelli al tuo diritto di opinione nella critica a al mondo sassofonistico permettimi di giustificare le mie affermazioni godendo del tuo stesso privilegio.
    Tranquillo non la prendo sul personale! Ognuno ha il diritto di esporre le proprie opinioni, sia io che tu, come tutti.

    Sinceramente per quanto riguarda il setup sono circa dieci anni che non vedo l' imputato c* sui sax degli odiati cugini d' oltralpe che citi (con il quale qualcuno suona anche bene, ma questo è un mio parere), e sono d' accordissimo con david e sul suo discorso che mi sembra la soluzione a questa diatriba che abbiamo sollevato.
    Il mio discorso sul C* forse è stato un pò frainteso in quanto molto probabilmente non mi sono neanche spiegato molto bene... Per me il C* non è un bocchino da "menomati sassofonistici"... anzi... ritengo sia un bocchino di facile controllo che aiuta tantissimo in esecuzioni di determinati repertori... Non è però da imporre come bocchino... In ogni caso se i sassofonisti francesi o derivanti da quella scuola non usano il C*, quello che volevo dire è che usano bocchini per cameratura o per apertura simili... il risultato non cambia...

    Il problema che affligge un po' il nostro mondo è quello di non andare oltre la tecnica srumentale sassofonistica (che è fondamentale ma non è musica), il pubblico non vuole sapere se il sassofonista che suona appartiene alla scuola francese o é allievo di Mondelci ma semplicemente sentire musica.
    Io come sassofonista posso apprezzare di più un approccio rispetto ad un altro, ma sarei uno sciocco se criticassi un' esecuzione che ha un valore aggiunto a livello artistico e comunicativo solo perché l' esecutore non è della mia stessa parrocchia.
    Questo discorso lo quoto in ogni singola parola! Bravo! ;-) Tuttavia continuo a dire che dal mio punto di vista i grandi sassofonisti internazionali di scuola e pensiero francese, (oltre ad avere cose buone) hanno delle pecche... anche strumentali... con questo non voglio dire che io sono più bravo di loro... si parla sempre di grandi sassofonisti.

    Scusami Matteo per il tono del precedente post in effetti in alcuni tratti poteva sembrare una critica diretta a te ma ti assicuro che non é così; conosco il vostro quartetto e stimo il vostro lavoro.
    Non ti preoccupare!

    Anche noi giovani sassofonisti classici italiani, che avvertiamo la necessitÃ* di avere un peso maggiore nel panorama classico nazionale, ed in quello sassofonistico internazionale dovremmo essere più uniti e superare le resistenze che ci dividono in quanto appartenenti a scuole di pensiero differenti. Insomma se continuiamo sulla linea che vede solo scuole contrapposte per questioni di imboccature, ance vibrato suono e tante altre importanti variabili tecniche e non badiamo alla musica che é il risultato finale, l' arte, qualcosa che non si può ridurre ad un C* (visto che trattasi di bocchino riduttivo), non andremo mai da nessuna parte.
    Il suono del sax è bello perchè è vario, e non va postulato a priori.
    Sono d'accordo. Anche se il mio discorso (sempre colpa mia perché non mi sono spiegato bene) non è ridotto all'uso di un bocchino naturalmente... so che essere sassofonisti non dipende da un bocchino e basta... la mia scuola di pensiero comunque critica certi approcci al sassofono... tutto qua... che sono prettamente francesi. Poi il mio pensiero può essere criticato da altri. In ogni caso l'unione che ci deve essere tra noi italiani nella divulgazione del nostro repertorio (che è vastissimo al contrario di quello che si pensa) nel mondo classico nazionale e internazionale deve essere REALE e sono d'accordissimo con te. Ma questa è un'altra cosa che non va ad intaccare le libere opinioni di ognuno di noi.

    Spero che tu non mi porti rancore ed attendo una tua risposta per conoscere il tuo parere.
    Io non porto rancore a nessuno! Figuriamoci a te che non conosco personalmente! Chi mi conosce sa che sono una delle persone più pacate del mondo.

    A presto
    Matteo
    Sop
    (R&C R1J in rame - Ottolink TE ('80) 7 - Marca Jazz 3,5)
    Alto
    (Selmer Mark VI - Jody Jazz 7 - Claude Lakey 5*3 - Marca Jazz 3)
    (R&C R1J in rame - Soloist E - Legére Signature 2 e 3/4)
    http://www.atemquartet.com

  10. #25
    Visitatore
    Teosax sono d' accordo completamente! Anche con David, non c' é qualcosa che non va nel sax classico, c' é molto che non va! Qui si vanno a toccare temi che escono dalla tecnica, dal suono e dalla musica e sfiorano quelle che sono state scelte politiche nel costruire la classe docente italiana negli anni 80. Purtroppo é anche colpa loro se non abbiamo un peso ed una credibilitÃ* sia nazionale che internazionale.
    Il sax é partito con un gap rispetto ad altri strumenti con una storia più lunga alle spalle nel mondo dei conservatori, naturalmente affidare cattedre a chiunque sapesse reggere uno strumento in mano, gente senza competenza, che attualmente insegna ed ha la presunzione di essere equiparata ad un docente universitario non ci ha aiutato affatto!
    Sta a noi cambiare le cose, cercare di suonare musica italiana e commissionare musica ai compositori.
    Per quanto riguarda tecnica e suono, il sax non é nient' altro che un amplificatore che va sudiato in tutte le sue peculiaritÃ*, la musica sta dentro di noi ed è qualcosa di alto che sfugge a scuole schemi e quant' altro cerchi di incanalarla rigidamente!

  11. #26
    Visitatore
    Naturalmente ci sono anche bravi insegnanti!

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