Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 15 di 26

Discussione: Bel suono o tecnica?

  1. #1

    Bel suono o tecnica?

    Nella propria formazione cosa è meglio prediligere il bel suono o la grande tecnica, messo per scontato che avere al massimo livello tutt'e due le cose è moooolto dura? :cry:
    Sop
    (R&C R1J in rame - Ottolink TE ('80) 7 - Marca Jazz 3,5)
    Alto
    (Selmer Mark VI - Jody Jazz 7 - Claude Lakey 5*3 - Marca Jazz 3)
    (R&C R1J in rame - Soloist E - Legére Signature 2 e 3/4)
    http://www.atemquartet.com

  2. #2
    Io sono per il bel suono. Aver una gran tecnica aiuta, e ti permette di poter usufruire di un repertorio molto vasto, ma senza suono difficilmente riuscirai ad essere interessante, si potrebbe anche provocare "fastidio", ci sono tante persone che danno al loro sax un suono da vecchia stufa!!
    Se hai un gran suono e una tecnica non eccezionale vuol dire che basterÃ* scegliere il repertorio adeguato per riuscire a fare ugualmente una grandissima figura
    [size=92]Alto Selmer Serie III
    Vandoren Java A35
    Vandore Java 3
    Tenore Comet
    Berg Larsen 110 2 sms
    -----------------------
    Let it schwing
    Per vedere le mie foto clicca qui

  3. #3
    il bel suono, il proprio timbro, il sax è come la voce, il canto, LA TUA VOCE, ognuno, bella o brutta ha la sua.
    Ed è per questo che il sax è MERAVIGLIOSO.
    Dal timbro del sax si riconosce il musicista.
    SarÃ* che ascolto sassofonisti da troppi anni....ne riesco a riconoscere parecchi.
    La tecnica è importante, ma bisogna saper raccontare una storia.
    Questo è suonare, altrimenti rimane uno sterile esercizio, ascolti e dici, bravo questo, ma non ti commuove, non ti lascia niente dentro.
    Miles, che non era un gran trombettista (tecnicamente), faceva quattro note, ed io penso, c....zo, meglio di così, non si può fare.
    Bisogna lavorare per sottrazione, ma per fare ciò...bisogna saper suonare...invito tutti i sassofonisti a trovare i soli di Miles, e ripeterli con lo strumento...si imparano molte cose.....

  4. #4
    Qui toccate un libro aperto, non a caso ho aperto questo post...

    Io sono uno di quelli della scuola "Mondelciana", cioè la scuola che sin dai primi momenti ti "ficca nel cervello" la tecnica e il giusto modo per produrre un suono bello e personale.
    Paradossalmente nella musica classica è la cosa più difficile da ottenere, e tale scuola ha come credo il fatto che partendo da un bel suono, con la giusta emissione si può raggiungere e superare qualsiasi limite prettamente tecnico.

    La scuola francese invece, produce sassofonisti dal suono identico, tutti cloni, con una tecnica sopraffina spesso, solo perché non fanno altro dalla mattina alla sera: esercizi su esercizi di tecnica pura. Il problema è che quando suonano un pezzo cantabile e lento, dove c'è da tirare fuori l'espressivitÃ*, è letteralmente un disastro!

    Io preferisco di gran lunga trasmettere emozioni con il suono, giustamente detta la nostra voce, anche se è vero che un minimo di tecnica bisogna averla, anche di alto livello, e per arrivare a questo bisogna veramente studiare tanto.
    Sop
    (R&C R1J in rame - Ottolink TE ('80) 7 - Marca Jazz 3,5)
    Alto
    (Selmer Mark VI - Jody Jazz 7 - Claude Lakey 5*3 - Marca Jazz 3)
    (R&C R1J in rame - Soloist E - Legére Signature 2 e 3/4)
    http://www.atemquartet.com

  5. #5
    Come non quotare Teosax? anche io ho avuto maestri che mi hanno inculcato l'importanza del suono e dell'espressivitÃ*
    [size=92]Alto Selmer Serie III
    Vandoren Java A35
    Vandore Java 3
    Tenore Comet
    Berg Larsen 110 2 sms
    -----------------------
    Let it schwing
    Per vedere le mie foto clicca qui

  6. #6
    Visitatore
    Ma curare il bel suono non richiede anch'esso lo studio della tecnica? Secondo me il bel suono è un sottoinsieme della tecninca del sassofono.

  7. #7
    No proprio visti i risultati ottenuti negli ultimi anni dalla scuola classica in generale.

    Sono stati prodotti sassofonisti molto impersonali e con un suono davvaro brutto!
    Io credo che tutto stia nella concezione e nell'idea di bel suono che si ha!
    Probabilmente per tutta questa gente il bel suono del sassofono è quello che producono loro!

    :cry:

    Ma in realtÃ* fa schifo!
    Il vero suono di un sassofono è più assomigliante a un SASSOFONO che a un'ocarina tappata!

    E' anche vero che per ottenere un bel suono, di quelli che dico io... è quasi impossibile o ci vuole una grande tecnica vocale di emissione per otterlo con un bocchino S80 C*.

    La tecnica vocale poi (cioè la tecnica per cui il tuo suono è come la tua voce, emettere il suono con gola aperta, emissione dell'aria fluida e nessun muscolo (o quasi) deve essere contratto... più facile da dirsi che a farsi veramente... molti pensano di farla ma in realtÃ* non la fanno completamente) è fondamentale per la raggiunta di un BEL suono.
    Questa tecnica spesso porta via tempo allo studio della tecnica strumentale. E' per questo che oggi giorno è molto difficile (se non impossibile) trovare un sassofonista che eccelle in tutti e due gli aspetti.

    Questo è il mio punto di vista... poi posso anche sbagliare
    Sop
    (R&C R1J in rame - Ottolink TE ('80) 7 - Marca Jazz 3,5)
    Alto
    (Selmer Mark VI - Jody Jazz 7 - Claude Lakey 5*3 - Marca Jazz 3)
    (R&C R1J in rame - Soloist E - Legére Signature 2 e 3/4)
    http://www.atemquartet.com

  8. #8
    Il timbro sicuramente, come dice gene Miles è un riferimento , in particolare mi piace moltissimo Autumn Leaves .....poche note ma mi emoziona tutte le volte che l'ascolto ;)
    Il 70% lo fa chi "soffia"
    info.docsax@gmail.com
    http://www.docsax.it NEW STYLE

  9. #9
    Visitatore
    In effetti, tenere la gola aperta è molto importante per avere davvero un bel suono.
    Il mio Maestro di sax mi diceva che ciò è importante ad esempio quando dobbiamo suonare delle note acute: infatti, se non apriamo la gola ma teniamo i muscoli molto contratti (nell'erronea idea che più si sale e più c'è da chiudere la gola), spesso non riusciamo ad emettere un suono o, se ci riusciamo, esce un suono brutto da sentire e spesso molto calante.

    Così lui mi ha sempre detto di prestare attenzione a questa cosa, insime al fatto di controllare continuamente che la mia respirazione fosse corretta (cioè, per ottenere un bel suono, non basta la gola aperta, ma serve anche una buona spinta diaframmatica).

  10. #10
    Esattamente!

    Tutto questo è davvero corretto!
    Però è sempre più facile a dirsi che a farsi.

    Quello che voglio far notare, è che magari tale impostazione corretta è dura da fare durare nel tempo.
    Durante le esecuzioni, può capitare che tale impostazione si alteri anche leggermente, perché i muscoli a cui facciamo riferimento sono semi-passivi, cioè possono essere controllati, ma anche muoversi di riflesso a seconda di come stiamo con il corpo, ecc...

    Quindi è per quello che magari crediamo di avere una buona impostazione e una buona spinta, ma in realtÃ* potrebbe essere meglio.

    I risultati si sentono subito.

    La respirazione e la buona emissione, è strettamente correlata e complementare alla tecnica vocale.

    L'aria che passa non dovrÃ* avere nessuna costrizione nella zona della gola, sia in quantitÃ*, che in velocitÃ*, che in "forma dell'aria" (l'aria che passa dobbiamo immaginarla con una forma circolare e regolare).

    In questo modo avremo una totale emissione, e la vibrazione dell'ancia ne gioverÃ* in tutti i registri e in tutte le dinamiche.
    Sop
    (R&C R1J in rame - Ottolink TE ('80) 7 - Marca Jazz 3,5)
    Alto
    (Selmer Mark VI - Jody Jazz 7 - Claude Lakey 5*3 - Marca Jazz 3)
    (R&C R1J in rame - Soloist E - Legére Signature 2 e 3/4)
    http://www.atemquartet.com

  11. #11
    Teo me la levi una cuoriositÃ*....
    parlando sempre di bel suono, gli strumentisti di estrazione accademica, generalmente, quali strumenti (marca e modello), quali imboccature e quali ancie usano.

  12. #12
    Allora, prima vorrei non far passare il messaggio:

    Il bel suono è SOLO quello classico... assolutamente no!

    Ogni linguaggio per tradizione ha un suo suono.

    La classica predilige un suono preciso, senza soffio e limpido. (poi aggiungo dell'altro dopo)
    Il jazz predilige per tradizione altri suoni, spesso il soffio deve essere parte integrante del suono, l'imperfezione sonora è più tollerata e anzi in certi casi è ricercata. Il suono è sempre ricco di armonici.
    Il liscio... ecc... ecc...

    Se fate caso ogni linguaggio ha un modo di suonare diverso... ma così è anche per gli altri strumenti. Non c'è nulla di strano in questo.
    Il problema PRINCIPALE, è che i sassofonisti classici che la storia ci ha dato ad un certo punto, hanno (a mio personalissimo parere) ucciso il bel suono classico del sassofono, utilizzando setup chiusi come bocchini S80C*, e uccidendo il vintage con la scelta di sassofoni moderni molto meno "personali" dei grandi "modello 26" fino al "Mark VI".

    Detto questo ancora questi errori vengono ascoltati, purtroppo trascinati dai grandi (tranne i due più grandi italiani, evviva! noi ci dobbiamo sempre distinguere).

    Setup classico attuale CONTRALTO: Selmer SAIII con bocchino C*

    ... viene fuori ... che viene fuori... un sassofono? :cry:

    Setup classico con un suono vero CONTRALTO: Mark VI con bocchino soloist D o E

    Spero di aver fatto intendere con questi esempi il mio pensiero.
    Sop
    (R&C R1J in rame - Ottolink TE ('80) 7 - Marca Jazz 3,5)
    Alto
    (Selmer Mark VI - Jody Jazz 7 - Claude Lakey 5*3 - Marca Jazz 3)
    (R&C R1J in rame - Soloist E - Legére Signature 2 e 3/4)
    http://www.atemquartet.com

  13. #13
    Visitatore
    Tra le cose che Teosax dice molte mi sembrano sensate, altre mi rattristano un po'.

    La mia idea è che se in italia continuiamo a rifiutarci di uscire dal nostro guscio tra dieci anni avremmo perso ogni credibilitÃ* per quanto riguarda il mondo del sassofono classico. Questo non vuol dire omologarsi alla fantomatica scuola francese, il fatto di essere impersonali dipende dalla capacitÃ* critica di ognuno.

    Sono perfettamene d'accordo con teo quando dice che avere un bel suono è fondamentale e che la personalitÃ* di ogni sassofonista deve mantenersi intatta. Tuttavia, l'idea che la scuola "francese" si limiti a sfornare "operai della tecnica" mi sembra molto più che limitata...e ancor meno plausibile la sua idea che sia impossibile trovare sassofonisti che uniscano suono personale/alto livello tecnico/bel suono.

    Questo argomento mi sta veramente a cuore, per ciò vorrei capire a chi si riferisce teo quando parla di uccidere il sassofono classico e di bocchini c*...vorrei dei nomi.

    vorrei sapere se ha seguito dei corsi o sentito dei concerti di questi assassini del sax e chi sono i suoi modelli a parte Mondelci.

    Grazie
    Vittoria

  14. #14
    Ciao Vitto,

    innanzitutto, le cose che dico non ho mai detto che sono la veritÃ* divina!
    Queste cose sono il mio pensiero, e potrebbe anche essere totalmente sbagliato!
    Proprio per questo la cosa non ti deve rattristare ma far solamente riflettere, poi sei libero di rimanere nelle tue idee oppure no...

    Bene, detto questo, credo che non hai capito un concetto del mio discorso...
    La scuola classica sassofonistica mondiale è al 80% francese, perché la storia è nata la lì... perché i primi grandi interpreti sono nati lì... ecc... ecc... cioè la storia non ci ha dato una scelta... è questo che dico io...

    Il mio pensiero poi è legato strettamente alla tipologia di suono prodotte dalle varie scuole, infatti la scuola italiana mondelciana, è tra le "neo-scuole", l'unica che tira fuori i sassofonisti dal proprio guscio! Ed è quello che per me è giusto.
    Ma per un altro magari il bel suono non è quello che penso io (Mondelci, Marzi, tecnica vocale del suono, suono ricco di armonici, ecc..) ma al contrario è bello quello della scuola fin qui più famosa e riconosciuta nel mondo, cioè quella francese.

    Ora ti spiego perché la scuola francese (o nord europea) non produce suoni personali a livello tecnico.

    Io ho fatto qualche master con J.M. Londeix perché lo ritengo il più grande didatta-sassofonista di tutti i tempi, ma per la tecnica del suono lo ritengo obsoleto. Mio parere ma è così.
    La sua scuola, seguita ancora oggi da tanti maestri, prevede l'uso di bocchini chiusi, un'impostazione di imboccatura rigida, e il suono che viene fuori è bene o male uguale per tutti!
    Io non ho mai visto e sentito nessuna critica a nessuno da parte di Londeix per il suono prodotto (ti parlo a livelli avanzati).
    Le indicazioni per Londeix sono anzi di imboccare più in punta rispetto a quello che facciamo!! Cosa che io non concepisco assolutamente per tecnica sonora che adotto!

    Ora se vuoi dei nomi, te li dico subito, non ho problemi al riguardo:

    - Arno Bornkamp (NED): grandissimo musicista, ma il suono suono soprattutto se lo si ascolta dal vivo non "passa", è personale perché lui ha grande personalitÃ* è vero, ma spesso privo di armonici, caratteristica principale dei suoni "francesi", gutturali e chiusi.
    - Claude Delangle (FRA): stendiamo un velo pietoso sul suo suono (ricordo che suono sempre pareri miei!)
    - Federico Mondelci (ITA): il miglior suono prodotto nell'era moderna, il sassofono classico mondiale ha in lui "il suono", ma la tecnica pura non è al pari dei primi due, anche se con il suono ammalia sempre le platee.
    - Mario Marzi (ITA): altro suono decisamente ricco di armonici, anche se prevalgono più quelli alti per una impostazione tendelzialmente rigida, ma essendo stato allievo di Federico Mondelci, l'effetto si sente. Tecnicamente impressionante. Suono diverso da quello di Mondelci, personale e ricco.
    - Nuburi Sugawa (JAP): l'ho sentito poche volte in registrazione, ma anche lui fa parte della scuola francese e quindi grande tecnica e suono piccolo.
    - Vincent David (FRA): idem per Claude Delangle.
    - Fabrice Moretti (FRA): è sulla strada della scuola francese, ma tenta di trovare un suono più personale, senza secondo me riuscirci in quanto usa materiali e setup estremi.

    Ora questi sono miei pareri nati dalla esperienza sul campo.
    Non voglio inculcare a nessuno il mio credo, ma sapere che esiste anche questa scuola di pensiero, che - attenzione - non disprezza la scuola francese, che ha tanti aspetti positivi, ma sostanzialmente ne critica una parte, quello fondamentale dell'emissione e produzione del suono.

    Spero di essere stato chiaro e di non aver offeso nessuno.
    Sop
    (R&C R1J in rame - Ottolink TE ('80) 7 - Marca Jazz 3,5)
    Alto
    (Selmer Mark VI - Jody Jazz 7 - Claude Lakey 5*3 - Marca Jazz 3)
    (R&C R1J in rame - Soloist E - Legére Signature 2 e 3/4)
    http://www.atemquartet.com

  15. #15
    Visitatore
    In parte concordo sia con Teosax che con Vittoria. È vero che all'estero il suono è ovunque lo stesso ("piccolino"), ma è anche vero che l'Italia sta rimanendo esclusa internazionalmente per quanto riguarda il classico. Credo anch'io che i sassofonisti classici Italiani siano un po' snobbati all'estero a livello di concorsi e festival (dagli altri sassofonisti classici intendo). Ma l'Italia è sempre un'eccezione in tutto!

Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Informazioni Discussione

Utenti che Stanno Visualizzando Questa Discussione

Ci sono attualmente 1 utenti che stanno visualizzando questa discussione. (0 registrati e 1 ospiti)

Discussioni Simili

  1. Come migliorare suono e tecnica?
    Di losax91 nel forum Principianti
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 1st October 2014, 08:40
  2. Metodo per sax tenore per migliorare tecnica e suono?
    Di f(sants) nel forum Libri e metodi
    Risposte: 18
    Ultimo Messaggio: 12th July 2012, 12:22
  3. Risposte: 14
    Ultimo Messaggio: 23rd January 2012, 13:23
  4. tecnica di growl
    Di prioloroero88 nel forum Tecnica
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 2nd January 2012, 11:06

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •