Che dal '700 in poi l'improvvisazione sia andata cristallizzandosi, favorendo la concezione del compositore-creatore che toccherà il suo apice nel periodo classico, era inevitabile in una società che ruota intorno alla scrittura dal IV secolo a.C. (e, pur richiamandomi a quanto già espresso, ciò dico senza nulla togliere all'importanza dell'improvvisazione fino al Rinascimento e al primo Barocco).
Il jazz è anche il prodotto dell'incontro dell'oralità propria delle società dell'Nord Africa subsahariano, da cui fu deportata la stragrande maggioranza degli schiavi negli Stati Uniti del Sud, con la società americana della scrittura (di origine europea).
Ed è proprio la componente orale del jazz ad impedirne la cristallizzazione nella scrittura.
Anche se, naturalmente, non ha potuto impedirne, anzi ha favorito, la cristallizzazione in formule.