In effetti, per quanto ho visto l'altro giorno, Smith suona in modo molto poetico, cerca poco le cascate di note e i passaggi supersofisticati, il suono non è "violento" e predilige il rendere ogni nota importante, anche perchè il trio con Vinaccia e il bassista norvegese punta molto su dinamiche, interplay e brani praticamente senza tempo...certo, in alcuni momenti sembrava volesse spaccare il mondo invece l'idea gli rimaneva incompiuta però concordo sul fatto che è un sassofonista che potrebbe esser considerato molto di più, cioè suona a grandissimi livelli da tanto (basta leggere il curriculum) però è sconosciuto ai più, questo è davvero strano...