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Discussione: quel pazzo di James Carter!

  1. #1
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    quel pazzo di James Carter!

    http://www.jazzitalia.net/media.asp?op=play&ID=1157

    non mi piace molto all'inizio, poi si scatena in un assolo esagerato (respirazione continua?), dal vero dev'essere entusiasmante, anche se magari troppo irruento...
    Tenore Grassi Ammaccato '77
    Tenore Conn Transitional '34
    Tenore Grassi Wonderful '81
    Otto Link STM Usa 7*, Rigotti 3 Strong
    Alto Grassi '76,
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  2. #2

    Re: quel pazzo di James Carter!

    Fortissimo.
    Saxforum's MILF
    Bee Yourself
    Fatti non foste a viver come il_dario
    Reedbreaker spacca!
    E nunn' è a mia 'sta giacca... me l'hann prestat"

  3. #3
    Visitatore

    Re: quel pazzo di James Carter!

    Carter mi piace davvero poco, mi appare il più debole della sua generazione (Joshua Redman, Mark Turner, Potter, David Sanchez, ecc.) ma allo stesso tempo il più pieno di sè.
    Dal vivo non lascia molto spazio agli altri componenti del gruppo, ed è troppo esagerato per i miei gusti.

  4. #4

    Re: quel pazzo di James Carter!

    nemmeno a me è mai piaciuto tanto...
    piu' che altro in questo video mi sembra un po' fuori contesto il suo modo di suonare =)
    Forgive me Charlie Parker, wherever you are.
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    JAZZ SHIRT

  5. #5

    Re: quel pazzo di James Carter!

    Il "fuori contesto" citato da Koko, mi sembra la valutazione piu' appropriata e per le seguenti ragioni (personali, ovviamente):
    il tema "Spain" eseguito al tenore, fa davvero schifo; a mio avviso, certi temi "richiamano" automaticamente certe combinazioni timbriche e ne escludono altre...che il "tutto" possa essere eseguito con "tutto", l'ho sempre trovata la piu' grande corbelleria che si possa affermare in senso musicale! Un po' come dire che qualunque "condimento" va bene per qualunque piatto...
    Per la sua caratterizzazione, "Spain" risalta nei suoi "colori e profumi", se eseguita al flauto traverso o al vibrafono...con altre "soluzioni timbriche", c'è sempre qualcosa di forzato: si perde soprattutto in lievitÃ*, leggiadria e freschezza, che sono le "peculiaritÃ* espressive" di tale brano!

    La caratteristica piu' evidente del modo di suonare di J. Carter è l'energia: c'è la sintesi dell'estetica tipica espressa dal BAG (Black Artist Group) e dei piu' viscerali tenoristi di "area mingusiana" (i miei preferiti, G. Adams in primis)
    Quindi, non è Carter che ha "sbagliato ad improvvisare" (in realtÃ*, anche questa è un'affermazione impropria: si può non saper improvvisare o improvvisare male...ma non esiste un'improvvisazione sbagliata!) è chi ha invitato Carter ad aver sbagliato contesto e scelta musicale: Carter, ha suonato come sa...ha il suo stile prorompente e iconoclasta...tende ad andare sempre "oltre" e non ha paura di sbagliare o di andare "oltre le riga"...in questo riscontro una poetica di tutto rispetto, che ha una "connotazione jazz" molto forte, legata ad un certo tipo di "avanguardia afro-americana"...
    Può piacere o meno...ma come al solito, ciò conclude o rende vano ogni discorso o confronto...
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  6. #6

    Re: quel pazzo di James Carter!

    concordo, pero' anche il trovarsi fuori contesto credo sia una responsabilitÃ* anche dell'artista.
    George Adams per esempio (che è anche tra i miei tenoristi preferiti, lo amo proprio =)) lo ricordo raramente fuori contesto, forse in qualche cosa alla fine della sua carriera, ma comunque anche in questi casi (le cose piu' pop-oriented o sui traditional) suona in modo musicale e riesce a far funzionare il suo stile.
    .
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    JAZZ SHIRT

  7. #7

    Re: quel pazzo di James Carter!

    Non sono d'accordo sulla tua puntualizzazione: il rischio piu' evidente di un tale ragionamento
    è di porre valutazioni identiche sia che si valuti un esecutore sia un improvvisatore!
    Un esecutore offre la sua "lettura variabile" del testo...
    un improvvisatore esprime se stesso con precise connotazioni, che lo rendono differente e distinguibile da altri improvvisatori...quando ciò non è avvertibile si cade nel solito "brodino accademico" che rende tutto piatto e prevedibile e pretende di far contenti tanto le "nonne" quanto i "nipotini"...
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  8. #8

    Re: quel pazzo di James Carter!

    per caritÃ*, concordo su questo forse mi sono espresso male.
    volevo dire, secondo me james carter non c'entra niente con i "simil" gipsy king...ora credo che un musicista del suo livello possa potersi scegliere le situazioni in cui suona, il ritrovarsi in quella istuazione non è una nota di merito =)
    prendi un musicista come wayne shorter, ha suonato in praticamente tutte le situazioni possibili, dall'hard bop a pino daniele ed in ogni contesto è riconoscibile dalla prima nota. Non ho mai avuto la sensazione che le cose che suonasse fossero fuori contesto, eppure era sempre shorter.
    Sempre coerente con se stesso eppure estremamente rispettoso verso ogni tipo di musica.
    Un altro che mi viene in mente è joe henderson.

    Non si tratta di far contenti, ma di rispetto per la musica che si suona, secondo me...

    e poi spain è un brano che odio :ghigno:
    Forgive me Charlie Parker, wherever you are.
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    JAZZ SHIRT

  9. #9
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    Re: quel pazzo di James Carter!

    io invece mi son sempre divertito a suonare Spain con il sax tenore, certo la versione che ne viene fuori è sostanzialmente diversa, più aggressiva e calda ma funziona...in questo caso James Carter esplode in un improvvisazione eccessiva anche perchè la sezione ritmico-armonica non lo supporta (ma non dico che sia per colpa loro...) nelle "uscite" dalla tonalitÃ* di riferimento e anche perchè ci mette una forza che può apparire fastidiosa nel contesto...di sicuro sa suonare bene il suo sax e il suo stile mi sembra molto genuino anche se non è il mio preferito...
    Tenore Grassi Ammaccato '77
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  10. #10

    Re: quel pazzo di James Carter!

    Siamo d'accordo solo sul fatto che ha sbagliato chi lo ha invitato in tale contesto...certo, Carter poteva rifiutare...ma insomma, ogni "possibilitÃ*" di visibilitÃ* per un professionista ha un suo valore: magari, in tale contesto si può dire che sia stato "poco professionale", ma di sicuro
    "artisticamente coerente" con se stesso: non ha "snaturato" la sua maniera di suonare!
    Ed è questo il criterio che bisogna avere quando si "invita" un improvvisatore: è capace di suonare coerentemente col contesto?
    In caso contrario, non sbaglia chi suona, ma chi ha voluto fare "accostamenti azzardati"...

    Anche su Shorter che citi, ho qualche remora...forse, gli unici "camaleonti" in grado di conciliare professionismo con la propria scelta artistica sono stati Brecker e Sanborn...e fors'anche Potter: mi viene in mente la sua collaborazione con gli "Steely Dan"...ma non è un caso, posseggono tutt'altro background rispetto a Carter o ad altri strumentisti a lui simili o paragonabili...
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  11. #11

    Re: quel pazzo di James Carter!

    Citazione Originariamente Scritto da New York nights
    Carter mi piace davvero poco, mi appare il più debole della sua generazione (Joshua Redman, Mark Turner, Potter, David Sanchez, ecc.) ma allo stesso tempo il più pieno di sè.
    Dal vivo non lascia molto spazio agli altri componenti del gruppo, ed è troppo esagerato per i miei gusti.
    Quoto :zizizi))
    Ogni volta che lo ascolto non posso fare a meno di apprezzare la sua gentilezza ed il suo raffinato buon gusto...
    Io ci metterei anche Eric Alexander...
    A mio avviso il contensto non c'entra;
    dico io, stai suonando assiema a delle chitarre classiche non sei in mezzo alle navi in fiamme al di lÃ* dei Bastioni di Orione ... o nel Maelstroom ... o in jam con agli Slayer !!!

  12. #12

    Re: quel pazzo di James Carter!

    io ho apprezzato,poi i suoi dischi sono veramente fantastici.se lui ha voluto suonare cosi è perchè forse sceglie di seguire una strada e di non tornare indietro.
    la musica è l'espressione della nostra anima

  13. #13

    Re: quel pazzo di James Carter!

    non è che tutto vada bene con tutto ,diventa un minestrone,il tutto andrebbe adattato al contesto.infatti è proprio quando un musicista prende le cose da una parte e le adatta a quell'altra che mi piace tanto.ad esempio frasi jazz adattate ad un lento rock, o o la melodia di un adagio classico adattata al jazz.oppure prendere un valzer e farne una bossa.un esempio che mi è piaciuto moltissimo è l'inno dei mameli cantato da giorgia a mo di lento rock.pero se sto con gruppo che sta suonando rock ,non posso suonare in stile liscio,l'insieme jazz + chitarre tipo jipsy king è stato come mettere zucchero negli spaghetti ,boh a qualcuno potrÃ* piacere anche cosi.e pensare che lo stile di james non è che mi dispiaccia...
    non è difficile suonare musica,lo è molto pensare in musica.B.D.

    tenor sax selmer mark VI matr. 122xxx
    becco b.larsen 120 reface by simone
    alto sax selmer SA80-I matr 327xxx
    becco dukoff metal D7*
    ance lavoz M

  14. #14

    Re: quel pazzo di James Carter!

    Clarsax: "Quoto (NYN)
    Ogni volta che lo ascolto non posso fare a meno di apprezzare la sua gentilezza ed il suo raffinato buon gusto...
    Io ci metterei anche Eric Alexander...
    A mio avviso il contesto non c'entra;
    dico io, stai suonando assiema a delle chitarre classiche non sei in mezzo alle navi in fiamme al di lÃ* dei Bastioni di Orione ... o nel Maelstroom ... o in jam con agli Slayer !!!"

    Dunque...guardate innanzitutto questo video...
    http://www.youtube.com/watch?v=j7S97ZOS ... re=related

    Seguendo la logica delle vs. argomentazioni...OK, l'impro di Don Ellis, OK, Golson...e poi...oh, no... proprio non ci voleva: quel "guastafeste" di Dolphy! E qui...non "violenta" delle chitarre classiche, ma un'intera orchestra sinfonica! Orrore!
    Quindi, anche Dolphy...era "arrogante e pieno di sè"...il piu' "debole della sua generazione"...un "esagerato"...
    Anzi, dai diciamola tutta...Dolphy suonava sempre "fuori contesto"!

    Fareste meglio, a mio avviso, ad ammettere che siete "incatenati" ad un'estetica ultra-europea e la vs. visione del jazz e dell'improvvisazione segue il colore della vs. pelle e cultura d'appartenenza (sarebbe una posizione legittimamente piu' onesta di ciò che volete sostenere)...e aborrisce quanto appartiene ad una visione piu' prettamente afro-americana (la visione di Coltrane, Dolphy, Mingus, Shepp, Adams ecc.) che non intende "compiacere" un "disegno formale", ma stravolgerlo...usarlo come pretesto per affermare tutt'altro da ciò che ci si aspetta e secondo altri "codici di riferimento" (simbolici, musicali, performativi, ecc.)
    Carter appartiene a questa "linea"...e "puzza di negro"...
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  15. #15

    Re: quel pazzo di James Carter!

    il post di juggler quì sopra è da far incorniciare!!
    premesso il sacrosanto: "i gusti son gusti e ognuno ha i suoi", è sempre triste che si continui a far finta che la musica sia solo quella "come si conviene" o "come dice il professore" o "come aggrada al pubblico" o "come dice il librino" più semplicemente la musica debba essere solo ruffiana o piaciona... chi l'ha deciso che la musica non possa essere anche aggressiva, dissonante e perchò no... pure incazzata!!!??

    Le vie della musica sono davvero infinite, ci sono ci saranno sempre prospettive diverse nella musica anche di quelle che tendono a capovolgere ogni forma prestabilita, questo è una possibilitÃ* in più non un errore!!!

    come esiste la musica di Bach, esiste pure Ascension di Trane niente di più ovvio e naturale, perchè cè gente che pretende che gli altri suonino solo come piace a loro?

    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    una visione ... che non intende "compiacere" un "disegno formale", ma stravolgerlo...usarlo come pretesto per affermare tutt'altro da ciò che ci si aspetta e secondo altri "codici di riferimento"

    imho Carter ha fatto STRAbenissimo a fare tutto quello che fa fatto, che in quel momento gli andava di fare, stimo chi NON si allinea e chi ha il coraggio delle proprie idee musicali sempre e comunque, anche quando contrastano con gli altri "accompagnatori".

    se "non cè lo volevano" non "cè lo dovevano" chiamare!! e se lo chiamano un artista vero resta coerente con la propria estetica/ricerca/emotivitÃ*.

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