Il "fuori contesto" citato da Koko, mi sembra la valutazione piu' appropriata e per le seguenti ragioni (personali, ovviamente):
il tema "Spain" eseguito al tenore, fa davvero schifo; a mio avviso, certi temi "richiamano" automaticamente certe combinazioni timbriche e ne escludono altre...che il "tutto" possa essere eseguito con "tutto", l'ho sempre trovata la piu' grande corbelleria che si possa affermare in senso musicale! Un po' come dire che qualunque "condimento" va bene per qualunque piatto...
Per la sua caratterizzazione, "Spain" risalta nei suoi "colori e profumi", se eseguita al flauto traverso o al vibrafono...con altre "soluzioni timbriche", c'è sempre qualcosa di forzato: si perde soprattutto in lievit*, leggiadria e freschezza, che sono le "peculiarit* espressive" di tale brano!

La caratteristica piu' evidente del modo di suonare di J. Carter è l'energia: c'è la sintesi dell'estetica tipica espressa dal BAG (Black Artist Group) e dei piu' viscerali tenoristi di "area mingusiana" (i miei preferiti, G. Adams in primis)
Quindi, non è Carter che ha "sbagliato ad improvvisare" (in realt*, anche questa è un'affermazione impropria: si può non saper improvvisare o improvvisare male...ma non esiste un'improvvisazione sbagliata!) è chi ha invitato Carter ad aver sbagliato contesto e scelta musicale: Carter, ha suonato come sa...ha il suo stile prorompente e iconoclasta...tende ad andare sempre "oltre" e non ha paura di sbagliare o di andare "oltre le riga"...in questo riscontro una poetica di tutto rispetto, che ha una "connotazione jazz" molto forte, legata ad un certo tipo di "avanguardia afro-americana"...
Può piacere o meno...ma come al solito, ciò conclude o rende vano ogni discorso o confronto...