innanzitutto vorrei precisare che non sono improvvisazioni mie. Il primo è il solo (parziale) di Lou Donaldson su split kick. Il secondo è la versione di Cannonball di The Nearness of You. Magari avessi la capacità di pensare quelle cose!
Studio un paio di ore al giorno. Non seguo nessun metodo in particolare. Gli esercizi di tecnica me li spiega il maestro a lezione, non seguo libri (tempo fa seguivo per conto mio i vari libri di esercizi tipo rascher, coker, eccetera, ma non li ho mai fatti con continuità). Per la pronuncia mi fa suonare i niehaus o gli snidero. Per il resto cerca di spiegarmi i meccanismi dell'improvvisazione. Il mio maestro non è uno di quelli che fa passare l'ora di lezione a fare scale e esercizi, me li spiega, mi dice come studiarli, e ogni tanto mi interroga per vedere come vado e se li sto studiando bene. Per il resto a lezione si suona. Quando vede che ho dei problemi mi dà degli esercizi mirati (tipo sullo staccato mi ha fatto vedere il loindex) e si risolve, oppure mi dà esercizi in base a quello che chiedo.
Il mio studio attuale è circa così:
1) 20 minuti di bocchino + armonici + sovracuti + note lunghe + dinamiche
2) dopodiché faccio uno massimo due esercizi di tecnica in quattro tonalità (più tonalità nello stesso giorno ho visto che mi fanno sprecare tempo e basta). In generale gli esercizi li faccio a velocità che variano tra 50-80 (metronomo sul 2 e sul 4)
3) un'esercizio per lo studio della connessione degli accordi, adesso sto studiando i II-V-I minori perché ho più difficoltà in quelli, ma non si tratta di uno studio di progressioni (anche se ovviamente poi si finisce per studiare progressioni). Sono proprio esercizi volti a imparare come passare da un accordo all'altro facendo sentire la qualità dell'accordo su cui si sta suonando. Sono esercizi quasi di improvvisazione che richiedono di pensare molto alle note che si stanno scegliendo. Infatti li faccio quasi sempre senza tempo a un velocità lentissima. Ovviamente anche questi esercizi, man mano che si fanno si incominciano a memorizzare e diventano pattern.
4) Studio di un solo. Una volta imparato un solo estraggo tutti i ii-v-i, i turnback, le frasi melodiche, e poi pian piano li imparo in tutte le scale. Il solo potrebbe essere anche uno snidero. Se il solo contiene delle parti tecnicamente troppo difficili (vedi parker quando raddoppia il tempo) di solito le salto. Questa fase non prevede l'analisi del solo, non vado a dare un perché a ogni nota, quello avverrà in automatico dopo quando si imparano le frasi nella varie tonalità e ci si rende conto delle note che si sta suonando.
5) questo punto va di pari passo con lo studio del solo e si tratta di improvvisare sui cambi del solo
i punti 4 e 5 sono ovviamente quelli che procedono più lentamente per via della complessità. Tutto quello che studio comunque ha sempre la finalità di aumentare la comprensione di quello che succede al punto 4 e 5
Suono veramente da un anno, comprai il sax il 23 dicembre dell'anno scorso.