Di metodi per l'improvvisazione ce ne sono tanti e spiegano tutti le stesse cose. Scale frigie, misolidie, doriche, tecniche di Tizio e di Caio e fraseggi famosi. A mio avviso è bene prendere con cautela queste teorizzazioni.

Anni fa un nostro collega (bravissimo) aveva fatto tutti fogliettini di carta sui quali scriveva le scale. Poi ne prendeva 6-7 a caso, li metteva in fila e cominciava ad improvvisare. In quel periodo suonavamo insieme e mi faceva veramente ridere quel suo strano modo di fare, era una cosa che non aveva senso. Era un patito della tecnica e della teoria.
Quando provavo un assolo mi chiedeva sempre che scala avevo usato per quel passaggio o come si chiamava ed io gli rispondevo alzando le spalle.

Io avevo ed ho un altro metodo. Studio il pezzo al piano e cerco di "aprire" gli accordi più possibile per arricchire la sonoritÃ* ed aiutarmi a trovare la scala e le note giuste. A volte trovi più di una soluzione o ne trovi una per salire e una per scandere e non mi preoccupo di sapere come si chiamano. Poi cerco la nota dove finire i fraseggi in modo che si colleghi a quello seguente. Studiando un assolo così è difficile sbagliarlo. Quando suono in pratica ho giÃ* definito i punti e le note cardine dell'assolo.
Poi ogni volta è diverso, dipende spesso da come sei d'umore, di morale e l'assolo inevitabilmente è diverso ma qei 7-8 punti che ho tracciato rimangono.

Fare un assolo non significa prendere la sequenza giuste di scale cercando di non sbagliare nota. L'assolo deve essere studiato nella struttura, nell'ingresso, nei crescendo, nei raddoppi nei passaggi veloci e nei punti cardine del brano.

Per me è importante suonare il piano (o una tastiera) saperci mettere le mani. A volte spendiamo per un bocchino nuovo (che magari non ci serve neanche) o in altre stupidaggini, penso che una tastiera anche vecchia sia per noi che suoniamo i fiati una cosa importante da avere.