Per terza intendo intervallo di terza maggiore... non il terzo grado della scala, che identifica il tipo di accordo.

Il mio comento sul tipo di intervallo si riferiva all'intervallo che determina il tipo di accordo in un accordo non rivoltato.

Poi spesso si rischia di confondere la notazione pianistica con quello che veramente viene suonato.
Le differenze tra l'armonia classica e quella non classica, più che sul tipo di accordi, secondo me, sono sul tipo di risoluzione che gli intervalli che definiscono un preciso accordo e di conseguenza sul moto.

Se in musica classica un tritono deve sempre risolvere in qualche modo, nel jazz nessuno dice che deve risolvere, può stare lì dov'è che non da fastidio a nessuno (esempio stupidissimo).

Sul discorso dei rivolti, forse andrebbe contestualizzato proprio il moto degli intervalli che contengono gli accordi... e quindi su quali rivolti dell'accordo usare contestualizzando l'accordo in una progressione... pianisticamente parlando mi sembra che si scelga il rivolto che genera il minor movimento delle dita sulla tastiera (probabilmente solo le dita di una mano, la destra... considerando che la mano sinistra suona le note al basso) nel passaggio da un accordo all'altro.

Progressioni di quarte, come detto... generano colori molto interessanti, parecchio "modali" se vogliamo...

Ovviamente, nel jazz ci sono mille eccezioni...