Citazione Originariamente Scritto da seethorne
nel piano succede spesso di trovarselo in entrambi i pentagrammi, per una questione di leggibilitÃ*.
Nel piano succede sempre di trovarlo in entrambi i pentagrammi per una questione di coerenza (la tonalitÃ* di impianto di un brano investe tutto l'endecalineo e non solo un singolo pentagramma). Se un brano per pianoforte è in Mib maggiore avrÃ* tre bemolli sul pentagramma superiore e tre bemolli su quello inferiore, se ne ha 7, 4, nessuno...idem.

Citazione Originariamente Scritto da seethorne
fino a diversa indicazione (bequadro).
Quando c'è un alterazione in chiave, la nota corrispondente si intende alterata per tutta la durata del brano tranne che in presenza di alterazioni transitorie (che hanno validitÃ* circoscritta alla misura in cui si trovano), non limitate al solo bequadro ma estese a tutti gli altri accidenti utilizzabili (a seconda del movimento melodico desiderato).
L'alterazione ha efficacia per tutte le note del registro, per cui la posizione sul pentagramma della nota è del tutto ininfluente (se per esempio suoniamo un brano in Sib Maggiore, il Si è bemolle sempre indipendentemente dal fatto che sia, relativamente al saxofono - un Sib grave, centrale, acuto o sovracuto).
Discorso a parte per quanto riguarda certi passi di repertorio o studi avanzati, in cui l'alterazione ha validitÃ* soltanto per la nota a cui si riferisce o al massimo per una cellula (es. un arpeggio): nei 158 studi di Sigurd Rascher ad esempio, le alterazioni che troviamo negli esercizi riguardano esclusivamente una o due cellule (es. l'arpeggio discendente e la sua ripetizione in senso ascendente) ma non interessano il resto delle note presenti sul rigo musicale. Trattasi però di ipotesi molto settoriali e specifiche, nella "vita comune" le alterazioni seguono i normali criteri esposti più su.

Per quanto riguarda la mera scrittura dell'armatura di chiave, essa segue il principio delle quinte ascendenti (per i diesis - fa, do, sol, re, la, mi, si) e discendenti (per i bemolli - si, mi, la, re, sol, do, fa). In ambito scolastico "severo", per le tonalitÃ* da 5 a 7 diesis è d'uso scrivere il primo diesis sul primo spazio anziché sul quinto rigo in modo da rispettare anche "graficamente" il principio delle quinte ascendenti ma è una consuetudine poco osservata al giorno d'oggi.