MAH tasto dolente.posso dirvi come era una volta,l'organizzatore pagava la siae ,e chiunque poteva suonare in quel posto.oggi non so dove vogliano arrivare,non credo che sia spremendo come un limone quei quattro poveracci che ancora hanno voglia di suonare che si rinpingueranno le casse della siae o enpals,credo invece che si otterrÃ* l'effetto opposto,cioè sempre meno gente che suona e organizzatori che pagano.il problema nasce a monte; il pubblico non spende piu una lira per la musica ,ne per comprare dischi ne per biglietti d'ingresso, il discorso non comprende i grandi concerti.il risultato sarÃ* che tutti i musicisti di piccolo calibro non potranno piu suonare a meno che non siano disposti a tirare fuori soldi di tasca loro oltre a non prenderne, il che mi sembra assurdo.l'unica soluzione che vedo fattibile,ma qui qualcuno che vive di rendita non sarÃ* d'accordo,è che si passi ad un mercato libero come in USA .dove se vendi dischi o fai concerti guadagni se no non prendi nulla, e per la previdenza ti fai una pensione privata sulla quale versi in base a quello che puoi permetterti.
di tutto si puo pensare sugli USA , ma non si puo certo dire che li musica e musicisti siano alla fame, in italia invece ,nonostante tutta la tutela ,tantissimi se non hanno un altro lavoro non so come farebbero a mangiare.