Infatti il punto è proprio questo; vale per il jazz ma per qualsiasi altra forma d'arte musicale e non (pittura, letteratura, ecc...). Ognuno di noi ha la sua sensibilitÃ* ed i suoi schemi che man mano che passa il tempo tendono ad irrigidirsi sempre di più. Se a un gruppo di bambini che non abbiano mai ascoltato musica gli si fa ascoltare musica classica, jazz, rock o altro molto probabilmente le preferenze si divideranno abbastanza equamente tra i vari generi (esperimento provato dal mio ex insegnante di musica, anzi nel suo esperimento il genere meno apprezzato era stato proprio il rock).liquidare un genere solo perchè non ci si è mai provato ad entrare e le prime esperienze non sono state esaltanti, vuol dire disprezzare qualcosa che non si conosce
Poi con la formazione della personalitÃ* si tende (giustamente perché altrimenti si diventa schizofrenici ...) a rifiutare quelle cose che risultano incompatibili con la visione del mondo che si sta formando (l'atonalitÃ* nella musica classica è una di queste ...). Quindi è chiaro che accostarsi per la prima volta a qualcosa che noi nella nostra psiche abbiamo definitivamente eliminato è disorientante ("non si capisce il jazz") e difficile. Ma è uno sforzo che va fatto per poter conoscere e giudicare davvero questa cosa. Poi ovviamente non è che bisogna essere masochisti e imporci di fare o ascoltare qualcosa che non ci piace e se, dopo un percorso di approfondimento e di studio, il jazz proprio non piace lasciamo perdere (ma in genere non capita mai cioè tutte le persone che hanno voluto davvero conoscere questa musica poi hanno finito per apprezzarla ed ascoltarla, magari non tutta ma in gran parte sì).