Naturalmente, ti faccio i miei migliori auguri per il tuo cambio professionale che mi sembra molto piu' interessante e creativo del riparare "feticci mercantili" osannati come intoccabili simulacri culturali...
Ora, comprendo ciò che intendi...ma chi suona, dopo un po' ha la "dipendenza da palco": l'esibizionismo, nelle sue tante espressioni,
è una delle tante patologie umane; in senso musicale, poi, ha delle note di evidente schizofrenia: un musicista che affronta tours estenuanti per periodi piu' o meno lunghi, si trova a vivere poi momenti in cui non succede nulla...per motivi che possono essere i piu' vari! Ed è dura, non solo per l'aspetto economico...
E' evidente che la "forma mentis" americana, tutta orientata alla spettacolarizzazione e commercializzazione di un prodotto, segua piu' gli orientamenti del marketing che non il valore culturale/ riflessivo in esso contenuto. E purtroppo, oggi, non c'è nulla che si distacca da questo "orientamento": anche le cosidette etichette indipendenti usano le stesse logiche delle major, solo con un ambito d'azione piu' ristretto.
Ma tutto questo lentamente e inesorabilmente sta crollando...
Comunque, è troppo severo (e anche con un pregiudizio morale) il tuo giudizio su Brecker: lo accusi di essere troppo complesso e di far musica per musicisti/addetti ai lavori...ma perchè Liebman fa per caso una musica piu' semplice e popolare? Conosci davvero tutto ciò che ha fatto?
La sezione ritmica del video che hai postato era la stessa di Brecker...entrambi, sono 2 "scialuppe" del transatlantico Coltrane:
volendo fare una piccola generalizzazione, Brecker ha geometrizzato gli "sheets of sound"...Liebman ha esasperato il cromatismo pan-modale dell'ultimo Coltrane; nella versione di "Round midnight"
postata da Sax'o, Brecker dÃ* un'interpretazione "alla Bach", nascondendo la melodia ed enfatizzando i cambi armonici, rendendo aforistica l'attesa della melodia: questa è maestria e intelligenza musicale!
Guarda... che il jazz da Parker in poi è divenuto celebrale: comunica alla testa...e quindi dipende a che testa arriva e cosa quella testa si aspetta o sa decodificare!
E poi che si tratti di Brecker o altro...il jazz comunica solo a chi lo sceglie come mezzo espressivo (musicisti) o a chi decide d'ascoltarlo (non necessariamente tutto o tutto di tutti): non ha nessuna incidenza sul sociale, nè nelle attuali dinamiche culturali-comunicative...per questo (so che darÃ* fastidio a + di qualcuno nel forum) è morto, in quanto "riflette" su se stesso, come gran parte dell'arte contemporanea...
Può piacere o meno, ma è la cruda realtÃ*!