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Discussione: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

  1. #61
    L'avatar di Sax O' Phone
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    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Citazione Originariamente Scritto da zkalima
    Citazione Originariamente Scritto da juggler
    se vieni apprezzato perchè riesci a eseguire velocemente e qualunque cosa in modo ineccepibile e stucchevole...alla lunga, ti identifichi con quello che gli altri apprezzano di te e che ti permette (cosa affatto secondaria) di lavorare ad alti livelli!
    Questo è esattamente il contrario di tutto ciò che ho sempre apprezzato e amato nei musicisti jazz, cioè la libertÃ* di non essere altro che se stessi, a qualunque prezzo.
    ...
    Da una parte c'è il funerale della creativitÃ* dell'Arte, dall'altra c'è il funerale dell'Artista (che muore di fame...); ricordo il miliardario (in dollari) Castelli (famoso gallerista a NYC) che in un'intervista televisiva dichiarava ipocritamente che 'non esistono più gli eroi' nella pittura, quelli votati alla loro arte a costo della vita ed io pensai: certo, ora i poveri diavoli pretendono di essere pagati! E probabilmente Castelli è stato uno dei produttori/mecenati/sfruttatori più onesto nei confronti dell'artista. E' facile cadere nell'idealizzazione e nella retorica dell'Arte come Missione: è nella cultura corrente che la sofferenza sia la condizione necessaria alla realizzazione, a qualsiasi livello. Questo fa sicuramente gioco a chi sfrutta questi condizionamenti per raggiungere i propri scopi che solitamente son ben lontani dai su citati ideali.
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  2. #62

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    E' vero, forse i tempi non sono più quelli, (Castelli non so se era più onesto, ma sicuramente aveva un gusto strabiliante e un gran naso), ma i risultati neppure, a me interessa relativamente la "missione", ma so che l'intenzione di un artista determina molto di ciò che fa, basta vedere cosa producono i meglio pagati artisti nell'arte contemporanea, Warhol era certamente capace di vendersi, ma ha fatto un pezzo di storia e di cultura non solo nell'arte, (anche se non è Raushemberg o Rothko dal punto di vista pittorico, diciamo che è un po' il Miles Davis della pop art :ghigno: ), oggi una testa di morto ricoperta di diamanti sbanca tutto; sarÃ* per i diamanti o per l'intuizione artistica?.

    Non credo che questo sia un discorso che innalza il livello artistico di Brecker, tuttalpiù ne giustifica alcune scelte professionali, e poi non è che quando si è trovato affrancato dal "bisogno" sia diventato qualcosa di diverso, se tutti quelli che lo amano continuano a preferirlo come sideman, il che, visto quanto si è detto è perfettamente comprensibile.
    A me continuano a piacere gli eroi, e ne ho visto e ascoltato qualcuno alcuni giorni fa, non sono estinti.
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  3. #63

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Zkalima...chi sarebbero questi eroi?
    L'anno scorso sono stato alla Biennale di Venezia...ho visto molta spettacolarizzazione di "pippe mentali"... ma teste con i diamanti non ne ho viste!
    Nei tuoi panegirici, sei in grado di centrifugare tutto e di rendere molto ambigui ed evanescenti i contenuti del tuo pensiero dai quali non si evince una posizione, una lettura, ma un desolante senso di sconforto, una nostalgia per i tempi andati, una enfasi del dolore, della sofferenza...insomma, ciò che non c'è, è sempre piu' importante di ciò che c'è...la bellezza è sempre in un altrove non meglio definito o in qualche roboante estremizzazione idealizzata...
    Forse, avresti voluto vivere in un altra epoca...e ti tocca vivere in questa...è questo il tuo dolore, la tua amarezza?
    La vicenda umana ed artistica di Brecker può essere letta come una metafora dei ns. tempi...e neanche Brecker è colpevole
    se "adattandosi" si è adeguato ed ha sofferto per raggiungere quei livelli, perchè voleva vivere di musica...c'è chi suona quello che può o che sente e c'è chi suona quello che sa fare o che si impone di fare...chi è il migliore? Non è anche questa un'ennesima illusione? Un'aporia?
    Un artista si assume solo "rischi immaginari": è un incurabile narcisista che amando ciò che fa, pretende di essere amato/apprezzato dagli altri e da questo riflesso riceve una fragile identitÃ*...se non ha basi ben piu' solide su cui far girare la propria vita!
    Gli eroi, per me, oggi, sono quei padri di famiglia che non avendo un lavoro o essendo cassaintegrati non sanno come coniugare il pranzo con la cena per la loro famiglia e non vedono un futuro perchè non hanno un presente!
    Fra noi, si parla di "attivitÃ* stilistiche"...il nobile ozio di chi ha la pancia piena...
    To play=suonare=giocare
    Please, un po' di sana leggerezza...
    La musica è la materializzazione dell'intelligenza che è nel suono.
    Edgar Varèse

  4. #64

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    un brano per fugare ogni dubbio.
    Impressions con il grande MT al piano.
    il titolo del disco infinity
    ciao fra
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  5. #65

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Il cranio ricoperto di diamanti è un'opera di Damien Hirst (http://it.wikipedia.org/wiki/Damien_Hirst ) ed è l'opera d'arte contemporanea, di un artista vivente, che ha raggiunto il prezzo più alto della storia.
    In genere anche se in modo contorto, normalmente, so di cosa parlo, frequento gli ambienti dell'arte contemporanea dal 1975 e sono da vent'anni restauratore specializzato in opere contemporanee.
    Si, questo mondo non mi piace, non mi piace la cultura attuale, non mi piace la vita che si è costretti a fare nelle pastoie sempre più strette della burocrazia e tante altre cose, tra cui molto del jazz che si suona oggi e non mi piacciono le versioni dei pezzi che ha postato Sax O' Phone, anche se non c'è un altro saxofonista al mondo che sa farle così.
    Gli eroi ci sono, non sono pubblicizzati o osannati, seguono un basso profilo e suonano la loro musica su un registro di sentimenti che non è solo quello del dolore e dell'alienazione a cui questo mondo ci costringe, ma anche della vitalitÃ*, del gioco, dell'errore e di una coralitÃ* che non esclude chi non ha studiato dodici anni alla Berkeley school of music.
    Vuoi un nome? Ray Lema, non è un saxofonista, canta e suona il pianoforte, e quando lo sento sento tutti i musicisti che amo nella sua musica.
    Sono fatto così, amo certe cose e altre no, spendo i miei soldi per andare a Milano ad ascoltare Sonny Rollins o a torino per Keith Tippett, (un altro eroe), ma non li avrei spesi per Brecker, ne per Marsalis, mi dispiace di aver perso il concerto di Liebman invece, che nonostante sia un contemporaneo, apre al suo suono uno spettro di sentimenti che mi coinvolgono pienamente e amo molto quello che fa.
    Sono io, sono le mie scelte musicali, liberi tutti, non impedirei a nessuno di esprimere i suoi gusti, mi avete mai sentito dire a qualcuno che sbagliava ad idolatrare Kenny-G, chiunque può ascoltare quello che ama o suonare la musica che gli piace, e in certi locali permettono di suonare persino a me.
    Cerco di essere libero e di non imporre a nessuno il mio punto di vista, ma non vi incazzate se i miei gusti non coincidono con i vostri, lasciatemi libero di esprimerli.

    Fra, ho ascoltato Impressions con attenzione; Liquidato un tema meraviglioso senza grande sentimento, poi patterns breckeriani con citazioni coltraniane, omaggi snocciolati da un sideman fuoriclasse.
    Comunque grande energia, sembra un po' dire; la musica di Coltrane la suono meglio io di lui, ma non parla delle stesse cose.

    lui si:
    [youtube:2891gs1w]http://it.youtube.com/watch?v=jjq6rcEZ-J4[/youtube:2891gs1w]
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  6. #66
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    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Sì zkalima, ognuno ha i propri gusti e trae le proprie conclusioni: il discorso non era se è meglio Liebman e neppure se Brecker sia il Dio unico del Sax monoteista.
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  7. #67

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Guarda che non ero inc...... volevo solo capire!
    Non sono d'accordo sulla tua visione dell' "eroismo artistico": anzi, non credo proprio che nessun artista sia un eroe, ma una persona, come tante, che ha sensibilitÃ*, intelligenza e che si assume la responsabilitÃ* delle sue scelte...e su qualcuno che hai citato potrei dire delle cose, ma volutamente mi autocensuro!
    Su Liebman, sono abbastanza d'accordo...
    Sai... momenti storici, possibilitÃ*, territorialitÃ* d'origine, trasferimenti, incontri fortuiti ecc. possono favorire in un senso o in un altro una carriera artistica...alcune, poi, sono puramente casuali, altre forzosamente costruite, altre maturano come un buon distillato...
    Studiare in questo o quel college o conservatorio, non è condizione nè detestabile, nè condannabile a priori...anche se non posso darti tutti i torti (almeno in questo caso) circa il numero eccessivo di "abatini" capaci di svolgere bene il loro compitino con la conseguente visione "ragioneristica" della musica!
    Grazie per avermi ricordato che l'autore di tale "obbrobrio" è Damien Hirst...sono anche in grado di capirne la provocazione, ma la trovo inutile quanto di cattivo gusto!
    Sei restauratore di opere contemporanee...ma sei contento di ciò che fai?
    Sai, io credo che tutto sia impermanente...perchè attribuire all'arte, qualitÃ* divine ed eterne? Perchè non abbiamo ancora accettato e integrato la morte come necessaria e opportuna alla continuazione della vita? Anche la "dualitÃ*" che pervade molte riflessioni o divisioni "osservative" le trovo fallaci e inutili...
    Conservare "feticci" per ricordare è bloccare la vita, la riflessione e l'evoluzione di una cultura...non è, forse, per questo che viviamo in un'epoca di oramai insopportabili "revivalismi"?
    Non sono pessimista come te, circa i tempi attuali, non sono neanche ottimista...rimango prudentemente possibilista, ma magari di questo ne riparliamo in un topic apposito...
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    Edgar Varèse

  8. #68

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    No juggler, non sono contento, infatti sto progressivamente lasciandolo per una nuova attivitÃ* che mi piace molto di più, progettare e produrre mobili folli, trovo che questa psicosi della conservazione sia una malattia culturale.
    Con "eroi" mi riferivo principalmente alla citazione di Leo Castelli, ma mi riferivo anche ad un approccio più libero alla propria arte, meno condizionato dal contesto commerciale, discografico o del successo.
    Io in fondo non riesco a disgiungere la persona da quello che fa, e attraverso quello che fa mi piace intuire qualcosa della persona, questo il jazz l'ha reso sempre possibile con il suo forte carattere personale, con le sue storie di vita, carattere che diventa quasi impenetrabile quando la complessitÃ* tecnica e lo sviluppo della ricerca armonica o ritmica varcano certe soglie.
    C'è un bellissimo racconto di Hoffman, in cui un giovane minatore sviluppa una particolare sensibilitÃ* per le pietre preziose e poco alla volta sprofonda come rapito da questa ricerca di filoni sempre più nascosti e profondi, dimenticando la sua promessa sposa e tutto il resto, finchè un giorno non fa più ritorno, ecco per me l'addentrarsi nell'armonia e nelle possibilitÃ* musicali in molti casi produce questo, un distacco dalle cose vitali e umane, che da sempre sono il colore vero del jazz, per chiudersi in un mondo di rapporti tonali che divora ogni altra intenzione.
    Io della complessitÃ* di quello che suona Brecker posso capirne una percentuale bassissima, ma anche di quella di Coltrane, o di Bill Evans, o di Mingus, che forse è il mio musicista più amato, ma loro, come altri, (Liebman ad esempio, ma sono moltissimi), espongono la loro arte in modo da aprirmi un'infinitÃ* di altre porte, che mi permettono di entrare comunque nel loro universo, nel caso di Brecker, (ma vale per moltissimi musicisti che si cimentano su quel percorso), trovo solo porte chiuse, per addetti ai lavori, certamente ho limiti di ascolto musicale evidenti, ma la mia sensibilitÃ* difficilmente mi nasconde una traccia, il filo per scoprire un'anima che si esprime, per condividere un sentimento che supera il discorso prettamente musicale, io trovo questo jazz troppo cerebrale e ripiegato su se stesso, una musica per musicisti, agonistica più che artistica.
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  9. #69

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Naturalmente, ti faccio i miei migliori auguri per il tuo cambio professionale che mi sembra molto piu' interessante e creativo del riparare "feticci mercantili" osannati come intoccabili simulacri culturali...
    Ora, comprendo ciò che intendi...ma chi suona, dopo un po' ha la "dipendenza da palco": l'esibizionismo, nelle sue tante espressioni,
    è una delle tante patologie umane; in senso musicale, poi, ha delle note di evidente schizofrenia: un musicista che affronta tours estenuanti per periodi piu' o meno lunghi, si trova a vivere poi momenti in cui non succede nulla...per motivi che possono essere i piu' vari! Ed è dura, non solo per l'aspetto economico...

    E' evidente che la "forma mentis" americana, tutta orientata alla spettacolarizzazione e commercializzazione di un prodotto, segua piu' gli orientamenti del marketing che non il valore culturale/ riflessivo in esso contenuto. E purtroppo, oggi, non c'è nulla che si distacca da questo "orientamento": anche le cosidette etichette indipendenti usano le stesse logiche delle major, solo con un ambito d'azione piu' ristretto.
    Ma tutto questo lentamente e inesorabilmente sta crollando...
    Comunque, è troppo severo (e anche con un pregiudizio morale) il tuo giudizio su Brecker: lo accusi di essere troppo complesso e di far musica per musicisti/addetti ai lavori...ma perchè Liebman fa per caso una musica piu' semplice e popolare? Conosci davvero tutto ciò che ha fatto?
    La sezione ritmica del video che hai postato era la stessa di Brecker...entrambi, sono 2 "scialuppe" del transatlantico Coltrane:
    volendo fare una piccola generalizzazione, Brecker ha geometrizzato gli "sheets of sound"...Liebman ha esasperato il cromatismo pan-modale dell'ultimo Coltrane; nella versione di "Round midnight"
    postata da Sax'o, Brecker dÃ* un'interpretazione "alla Bach", nascondendo la melodia ed enfatizzando i cambi armonici, rendendo aforistica l'attesa della melodia: questa è maestria e intelligenza musicale!
    Guarda... che il jazz da Parker in poi è divenuto celebrale: comunica alla testa...e quindi dipende a che testa arriva e cosa quella testa si aspetta o sa decodificare!
    E poi che si tratti di Brecker o altro...il jazz comunica solo a chi lo sceglie come mezzo espressivo (musicisti) o a chi decide d'ascoltarlo (non necessariamente tutto o tutto di tutti): non ha nessuna incidenza sul sociale, nè nelle attuali dinamiche culturali-comunicative...per questo (so che darÃ* fastidio a + di qualcuno nel forum) è morto, in quanto "riflette" su se stesso, come gran parte dell'arte contemporanea...
    Può piacere o meno, ma è la cruda realtÃ*!
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    Edgar Varèse

  10. #70

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Citazione Originariamente Scritto da zkalima
    Fra, ho ascoltato Impressions con attenzione; Liquidato un tema meraviglioso senza grande sentimento, poi patterns breckeriani con citazioni coltraniane, omaggi snocciolati da un sideman fuoriclasse.
    Comunque grande energia, sembra un po' dire; la musica di Coltrane la suono meglio io di lui, ma non parla delle stesse cose.
    non deve piacere a forza ... ci mancherebbe. ma è ingeneroso affermare questo che dici.
    Brecker poi più di altri , per l'umiltÃ* che lo contraddistingueva, era ben consapevole dei suoi limiti.
    Rispetto a Trane tutti sono secondi. un passo avanti comunque c'è stato , anche tu riconosci una grande energia. :D

    ciao fra
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  11. #71

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Ma certo, sono "severo" in proporzione a quanto ipertrofico è il mito, ma c'è una grande differenza secondo me tra Liebman e Brecker, è che Liebman parla ai sentimenti "oltre" la sua musica e la sua arte li rende percepibili, questo non è cerebrale, è anima, Brecker non sembra interessarsene, chi capisce capisce e chi non è in grado si aggiusti, non so se è per scelta o per carattere, ma resta il fatto che non mi entra nel cuore, non è questione di chi è più bravo, ma di chi trascende il dato musicale, è uno sforzo enorme raggiungere certi risultati tecnici, ma per cosa?.

    Quello che dici, juggler, sullo spettacolo, non è solo negativo, lo spettacolo è comunicazione e la tecnica deve servire a far comunicare lo spettacolo, io credo che molti musicisti oggi abbiano perso il senso dello spettacolo e abbiano in mente solo l'efficienza dell'esecuzione.
    Non sono convinto del tutto sulla morte del jazz, certamente, diceva Parker, quando il jazz abbandona il blues muore, e da lì si può sempre ripartire, in molti modi, magari meno istituzionali e accademici, in fondo si tratta di una lingua, o un dialetto, è importante conoscerla, ma serve per parlare e raccontare.
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  12. #72

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Un po' di spettacolo:

    [youtube:1z9etczq]http://it.youtube.com/watch?v=Cp3fACwoaC8[/youtube:1z9etczq]
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  13. #73

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Rispetto la tua idea, anche se non la condivido...inoltre, vorrei chiarire che non sono un fan di Brecker, ma preferisco andare al di lÃ* dei miei personali gusti/preferenze musicali per comprendere l' "intelligenza musicale" che caratterizza qualsivoglia stile e musicista.
    Tu, poni sempre un'eccessiva enfasi sui sentimenti...ma il fatto di scorgere o percepire un certo tipo di intensitÃ* è una lettura proiettiva
    non proprio oggettiva del discorso musicale; la musica è organizzazione formale di suoni: qualunque attribuzione "metalinguistica" o che attiene alla sfera dei sentimenti
    può assumere gradazioni differenti a seconda delle aspettative/letture personali che si possono fornire, ma rimangono esterne alla musica stessa.

    Sono d'accordo su quanto affermi sullo spettacolo...un musicista di qualunque orientamento rimane, sempre e comunque, un' intrattenitore, un lavoratore dello spettacolo...ed è vero, a mio avviso, quando affermi che gran parte dei musicisti sono indifferenti verso il pubblico...e quindi, è giusto che il pubblico sia indifferente verso le loro proposte!

    Partire dal blues...il jazz non è solo blues: potremmo definirlo come un genere al di lÃ* dei generi, la prima e autentica forma di world music, che ha accolto stimoli da ogni ambito musicale trasfigurandolo di nuova luce.

    Riguardo al blues...ti rimando agli studi e scritti di 2 "eroi": Alan Lomax e Diego Carpitella; il primo girava per le carceri americane scoprendo e registrando le musiche di tanti bluesman, sconosciuti e dimenticati; il secondo, sempre nello stesso periodo (siamo negli anni '50) girava per le campagne del Sud-Italia registrando i canti della tradizione contadina; si conobbero e collaborarono insieme e confrontando i risultati del loro lavoro fecero scoperte sorprendenti...se ti interessa (per non ripetermi) se ne parla estesamente nel topic dedicato al jazz europeo (tasto "Cerca" e troverai...)
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    Edgar Varèse

  14. #74

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    Non sono io che pongo eccessivo accento, sono i jazzisti, che si sono sempre espressi in questo senso quando parlavano della loro musica, naturalmente c'è stata un'evoluzione e lo standard tecnico necessario a suonare jazz si è elevato progressivamente, ma io seguo sempre il filone delle origini, indipendentemente dal livello tecnico dei musicisti, prendi un caso emblematico, anche se isolato; Roland Kirk, pochi credo siano in grado di fare quello che faceva lui, ma ogni suo pezzo è un'esplosione di sentimenti, pensieri, situazioni e ricerca che trascende completamente il livello tecnico necessario.
    Un altro di cui si può dire lo stesso, cioè che ha fuso tecnica e espressione della profonditÃ* della sua anima è Dolphy, ma sono tanti, anche un musicista che per la discrezione della sua persona e, credo, la sua timidezza, non ha mai fatto la star, come James Moody, rivolta la sua anima ogni volta che suona, anche se lo fa in modo più "educato" di Kirk.
    Mi interessa in genere quello che succede nel mondo musicale, ma dove trovo ariditÃ* non mi trovo bene, e oggi siamo in piena desertificazione, bisognerebbe istituire la carbotax per insegnare di nuovo ai musicisti a mettersi in gioco emotivamente, a vivere una vita che valga la pena di essere raccontata e di farlo sul palco con i loro strumenti, (se fosse possibile insegnare questo senza snaturarlo).

    Lomax, un mito, un benefattore dell'umanitÃ*, Diego Carpitella invece non lo conosco, mi informerò, se succedesse che il jazz tornasse ad interessarsi della musica popolare invece del contrario, sarebbe una buona cosa.

    A proposito, sarebbe veramente bello che qualcuno unisse alle ricerche di questi due benemeriti, una ricerca sulla musica rebetika, il vero blues del mediterraneo.
    [youtube:3mcgp1pu]http://it.youtube.com/watch?v=eKH3cgaD8fM[/youtube:3mcgp1pu]
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  15. #75

    Re: Mi potreste consigliare qualche disco di Michael Brecker?

    zkalima, secondo me confondi un tuo limite con un limite della musica moderna.
    Qual'è il filone delle origini? E perchè mai dovrebbe essere esaurito?

    quella che per te è arido puo' non esserlo per qualcun'altro.
    Tutte le vite valgono la pena di essere raccontate, c'è chi lo sa fare bene e chi un po' meno.
    Io capisco il tuo ragionamento, ma secondo me non ti guardi bene intorno...
    [youtube:16jhz6ir]http://it.youtube.com/watch?v=KslHZsFOaWY[/youtube:16jhz6ir]
    Forgive me Charlie Parker, wherever you are.
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