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Discussione: Mark6 variabile nel suono

  1. #1
    Visitatore

    Mark6 variabile nel suono

    Ecco, ieri sera nella lezione con il mio maestro che possiede un mark6 ,abbiamo puntato tutto sulla respirazione diaframmatica sulla quale non voglio soffermarmi. Giocando con il soffio il suo mark ha cambiato faccia per ben tre volte,assumendo a secondo del flusso d'aria immesso , caratteristiche differenti ma non di poco.non si tratta di salire e scendere di ottava.Molti di voi sono stanchi di sentir dire che il mark 6 è il miglior strumento, rispondo e chiedo quindi come sia possibile questo cambio di suono e se voi con altri strumenti riuscite a farlo. Sono stato chiaro???? :saputello

  2. #2

    Re: Mark6 variabile nel suono

    Credo proprio che sia una di quelle cose che dipendono al 95% dallo strumentista. Il 5% se la giocano sax e setup.
    T 10M 1936 - Mark VI 1968 - Sequoia Silver mpc Vibra Master Gerber 8, EB 8, GS Slant 7*, Soloist LS 8
    A 6M 1926 - B&S Series IV 2001 mpc Super Jazz Gerber 6, Syos custom 7
    S Conn Gold Plated 1926 - Sequoia K91 mpc Vintage Gerber 8, Eolo NS 72, Syos custom 8
    Digital Emeo - Cl Buffet RC 21/7 + Flicorno soprano Grassi :)

  3. #3

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    Re: Mark6 variabile nel suono

    quoto filippo..sarebbe successo con qualsiasi sax molto probabilmente!
    Soprano_Jupiter jps 749-547; Berg Larsen 55 ebonite Mouthpieces; Rico Royal 3 Reed
    Alto_Paul Mauriat 67R; Meyer 5M ebonite Mouthpieces; Rigotti 3 Reed

  4. #4

    Re: Mark6 variabile nel suono

    Quoto Filippo: dipende al 95% da quanto lo "strumentista" è "studiato" e da quanto conosce lo strumento e il setup che usa...

    Parte dipende anche dal sax, però esclusi Yamaha e Yanagisawa (che per loro caratteristica hanno un suono che rimane "fermo" dal punto di vista armonico variando il modo e la quantitÃ* di aria immessa nello strumento), il resto del mondo ha questa caratteristica.

    Gli strumenti "europei", invece, hanno gamma armonica che varia in funzione dell'emissione (quindi di come si suona, quanta aria si butta dentro lo strumento e da cosa si usa per farlo).

    Su tutti i Selmer oltre una certa pressione di aria immessa (e conseguente volume sonoro) il suono di gonfia di armoniche e diventa più "definito" (più armonici = più definizione).
    Sui Selmer datati questa soglia era più bassa e quindi anche suonando a bassi volumi si riusciva ad avere un suono molto definito, che con strumenti più moderni era complicato ottenere... tutta sta cosa dipende dalla lastra e da cosa c'è sopra la lastra.

    Concluedendo, con un Mark VI hai una buona riprova di quello che ti ho descritto a grandi linee (poi non è automatico che uno riesca a sentire in maniera netta le caratteristiche... è una cosa un po' soggettiva!), non succede soltanto con i Mark VI.

  5. #5

    Re: Mark6 variabile nel suono

    le variabili del suono sono infinite.
    prova a mantenere l'emissione costante e prima stringere con il labbro poi allargare :
    avrai tanti suoni diversi a seconda della diversa stretta.
    poi prova a fare il contrario mantieni stretta costante e modifichi l'emissione avrai ancora variazioni.
    infine prova ad invertire il bocchino e suonarlo sottosopra : avrai ancora variazioni.
    Tutto questo per dire che variare il suono del sax è relativamente semplice.
    Più difficile (almeno per me lo è) è riuscire ad ottenere dal punto di vista del suono esattamente quello che si desidera in termini di timbro volume ed omogeneitÃ* ed intonazione.
    Alcuni sassofonisti riescono ad ottenere quella che è la loro idea di suono quasi prescindendo del tutto dal setup (ma a quale prezzo? )
    inutile dire che io non sono tra questi.
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  6. #6
    Visitatore

    Re: Mark6 variabile nel suono

    sicuro sicuro che se c'è un buon musicista tutto si può avverare ma quello che mi ha lasciato sorpreso non è stato solo un discorso di intonazione del tipo cavitÃ* orale più aperta o chiusa(non solo quello),dal sax tenore è stata ricavata anche una melodia simile a quella del violino con timbriche tipiche della musica classica,molto molto delicato e avvolgente.

  7. #7

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    Re: Mark6 variabile nel suono

    grande fcoltrane! sempre utili i tuoi interventi! ci vediamo a quarna!
    Se potessi viaggiare nel tempo tornerei indietro per diventare il padre di Kenny G.
    Lewis Motors Cabinteely ripped me off.
    my flickr
    Pixifoto sucks

  8. #8

    Re: Mark6 variabile nel suono

    Citazione Originariamente Scritto da Padregnao
    ...
    dal sax tenore è stata ricavata anche una melodia simile a quella del violino con timbriche tipiche della musica classica,molto molto delicato e avvolgente.
    Uccidendo le vibrazioni dell'ancia si possono ottenere anche suoni simili, spesso persone che stringono troppo ottengono questi risultati...

    Dire che un suono "classico" alla "vecchia" è avvolgente, mi sembra però una contraddizione in termini...

  9. #9

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    Re: Mark6 variabile nel suono

    è possibile ottenere quel risultato anche con un ancia più dura del solito?
    Se potessi viaggiare nel tempo tornerei indietro per diventare il padre di Kenny G.
    Lewis Motors Cabinteely ripped me off.
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  10. #10
    Visitatore

    Re: Mark6 variabile nel suono

    In che senso? Perché con l'ancia più dura?

  11. #11
    Visitatore

    Re: Mark6 variabile nel suono

    Premesso che ho un mk6, e sono un markista o SBAista convinto (parlando di tenore....)

    il 99,99999999999999999% dipende dallo strumentista.
    lo 0,00000000000000001% dal set up (ance dure, leggere, becco, fascetta...).

  12. #12

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    Re: Mark6 variabile nel suono

    la mia era una domanda
    Se potessi viaggiare nel tempo tornerei indietro per diventare il padre di Kenny G.
    Lewis Motors Cabinteely ripped me off.
    my flickr
    Pixifoto sucks

  13. #13

    Re: Mark6 variabile nel suono

    Ciao, dunque ovviamente il grosso del lavoro lo fa il musicista dietro al sax, però volevo aggiungere un particolare: questa cosa dell'estrema duttilitÃ* e del "trasformarsi" su un Mk6 risulta più evidente ancora per il semplice fatto che la caratteristica del mark6 è di non prendere una direzione troppo precisa. Se prendi per esempio un Balanced, o un king s20, o un keilwerth shadow, un Martin, ti accorgerai che sono sax che prendono una direzione ben precisa(ognuno diversa),ma ti portano giÃ* loro da una certa parte "si schierano" molto di più, "sterzano di brutto" verso una certa direzione piuttosto che un'altra..il mk6 rimane più neutro,è come un mosaico, ha un pò di una cosa e un pò dell'altra,è al centro, devi essere tu bravo a tirare fuori il colore che ti interessa altrimenti rischia di rimanere più "anonimo" degli altri.."Non schierarsi troppo" è la filosofia di costruzione del mk6..PJM
    Sop: Mark VI 267xxx- Yamaha 62R
    Alto: Mark VI 133xxx - Mark VI 220xxx
    Ten: Mark VI 163xxx- Mark VI 189xxx
    Bar: Selmer Mark VI 168xxx
    As: Meyer NY 5M ( '60)-Selmer long F ('65)
    Ts: F.Gregory MkII - Guardala vintage Studio e MB2- B.Evans 1AO

  14. #14

    Re: Mark6 variabile nel suono

    Quoto PJM... per quella che è la storia del Mark VI, si può tranquillamente affermare che la compattezza di suono che fornisce l'ha reso adatto agli usi più disparati: jazz, r'n'b e classica.

    Il Balanced ha un suono molto più "spread", è vero che forse una stanza la riempie meglio di suono ma non verrebbe mai in mente di dire che uno strumento "super versatile" il Mark VI è più versatile. (intendo dire che non pone grossi limiti nell'utilizzo, però alcune timbriche non sono caratteristiche di certi generi...)

    Il King Super 20, ha una pasta sonora anche lui compressa... però si riconosce che è uno strumento nato per il "jazz" (sia il Super 20 normale sia il Silver Sonic).

    Lo Shadow non l'ho mai trovato, ma l'alpacca del fusto e la laccatura "black nickel" danno proprio un'orientamento sonoro che difficilmente è spostabile...
    se vogliamo possiamo dire in generale che è uno strumento per "musica leggera" (scavato sui medi tra l'altro).

    Per i Martin (ne ho provati 3 di diversi periodi storici, domenica scorsa), potrebbero valere le stesse considerazioni che valgono per il Super20.

    Come ha detto PJM, il Mark VI non si schiera... :zizizi))

  15. #15

    Re: Mark6 variabile nel suono

    Queste cose dipendono dal conrtollo diaframmatico e dalla preparazione musicale del sassofonista.
    E' vero come dicono PJM e tzadik che lo strumento ha giÃ* un proprio carattere connotato che porta in una direzione piuttosto che un altra , ma è inutile concentrarsi su questo piu' di tanto...almeno per ora,
    se come credo da cio' che hai scritto stai studiando il sax da poco tempo concentra al 100% le tue energie nello studio dello strumento e nell'ascolto dei maestri che ne hanno fatto la storia.
    Non disperdere le tue energie (insegnando ne ho visti purtroppo moltissimi ) in continui cambi di set up , che non fanno altro che confonderti e dopo un mese ti danno lo stesso suono che avevi prima!
    Ciao, Fabrizio
    www.fabriziodalisera.com nuovo album e nuovo sito web 2019.
    www.youtube.com/watch?v=CFcW_VQe7ko
    Fabrizio D'Alisera & Max Ionata "Crossthing" www.youtube.com/watch?v=PGZLj2tnhzk"
    Theo Wanne endorser

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