Il topic si apre con delle premesse:

- sappiamo come si trascrive, e ognuno ha il suo metodo, più o meno rapido a seconda delle capacitÃ*, ma alla fine sempre di quello si tratta: un procedimento organizzato logicamente a "tentativi". (concedetemi)
- se non si sa (tras-)scrivere la musica difficilmente la si saprÃ* leggere.
- assumo giÃ* discusse tutte le storie sull'importanza dell'orecchio, l'orecchio relativo, eccetera.

Lessi tempo fa, da qualche parte in rete, un articolo che "distruggeva" il classico modo di trascrivere. L'articolo parlava di co-composizione, affermando l'inutilitÃ* della trascrizione "e basta". Praticamente mentre trascriviamo, non dobbiamo limitarci a scrivere le note suonate ma in qualche maniera a comporre insieme al musicista e aggiungere del nostro. L'autore sostiene la superioritÃ* di questo metodo in termini di risultati, in quanto afferma che ciò a cui dobbiamo mirare con la trascrizione non è "entrare nel pezzo" ma "entrare nella testa" del musicista. In questa maniera, secondo l'autore arriveremo alla Musica.

L'autore sostiene che questo metodo dovrebbe essere usato soprattutto dal principiante (da chiunque ovviamente), perché obbliga da subito chi trascrive ad assumere una mentalitÃ* da professionista.

In definitiva l'articolo non fa altro che dire quello che giÃ* sappiamo, e cioè che bisogna interiorizzare il pezzo in ogni suo minimo dettaglio per poi dare una spruzzatina di idee proprie. Però l'attenzione è fin da subito, non sulle note ma sulle idee, e non si limita a queste, anzi, le idee del professionista "devono" essere superate per lasciare spazio alle nuove di chi trascrive. A quel punto, la trascrizione finale non sarÃ* più la sequenza di note suonate dal musicista prescelto, esattamente come le ha suonate, ma sarÃ* la personale interpretazione di un brano attraverso le idee di un professionista.

Cosa ne pensate?