Avete presente i grandi del jazz, come dire i musicisti che il jazz lo hanno creato, come Louis Armstrong o Sonny Rollins? Forse che non sapevano suonare? Certo, la tecnica di Armstrong non era quella di Winton Marsalis, ma tutto va contestualizzato.
Mi meraviglia sempre il senso architettonico, di superiore intelligenza musicale, degli assoli di questi geni musicali, assoli che hanno davvero un inizio, uno svolgimento e una conclusione, con idee che si concatenano in maniera logica e coerente, come il discorso di un grande retore.
Certo che l'"effetto" è di per sè prova di virtuosismo e personalmente non ho nulla contro chi ha una buona tecnica, nella misura in cui l'"effetto" non resti "effetto" fine a sé stesso.
D'altronde, il discorso è alquanto complesso, perché il virtuosismo oggi è legato ad un certo approccio di matrice in ultima analisi accademica, per cui un Thelonious Monk resterebbe fuori dalla cerchia dei virtuosi. Ma quante storie sapeva raccontare!!! In fondo, l'improvvisazione è o non è una sorta di composizione istantanea?
Non mi si fraintenda: non sono uno che scrive certe cose perché non sa suonare, ma esprimo semplicemente la mia concezione della musica, cioè i presupposti su cui la mia musica si baserebbe comunque, anche se, come mi piacerebbe, suonassi molto meglio di come suono.
Gunther Shuller e musicologi italiani anche importanti, come Marcello Piras e Stefano Zenni, hanno espresso i medesimi concetti!