Ciao a tutti mi chiedevo se è possibile spiegare i pro e i contro di un becco aperto rispetto ad uno chiuso.
grazie e buon sax
Ciao a tutti mi chiedevo se è possibile spiegare i pro e i contro di un becco aperto rispetto ad uno chiuso.
grazie e buon sax
Sax Alto Selmer Mark Vi 118...
Sax alto Rampone & Cazzani Performance
sax soprano yamaha 62r
Becco Meyer New York usa
Ancia Quel che capita basta che suoni
Legatura selmer
Prediamo come riferimento queste 2 immagini:
Premesso che ognuno di noi per suonare ha bisogno di una certa resistenza (che può variare da sassofonista a sassofonista).
L'apertura del bocchino, così come la durezza delle ance (o anche il profilo del chiver), è un parametro che va a influenzare la resistenza.
Combinando una determinata apertura con una determinata durezza di ance si può trovare la resistenza preferita. Questa stessa resistenza può essere generata anche cambiando i rapporti di apertura e durezza dell'ancia... e qui si comincia a fare interessante il discorso sull'apertura.
Le aperture dei bocchini nella maggior parte dei casi vengono misurate in millesimi di pollice. Qualche produttore europeo (Selmer, Vandoren, Francois Louis, ma anche altri...) usa invece una scala in centesimi di millimetro. A
l fine pratico non cambia molto basta solo ricordardi che 1" = 25,4 mm e quindi si possono fare le dovute conversioni.
Le aperture seguono delle scale graduali a step che possono essere grandi o piccoli in base alle scelte dei produttori, di solito le aperture vanno avanti a step di 0,005".
A grandi linee, a parità di resistenza complessiva:
- un bocchino aperto permette all'ancia di vibrare più liberamente generando un suono armonicamente più complesso, un maggiore volume sonoro. Generalmente il suono è più carico di frequenze basse e medio basse.
Alla maggior libertà dell'ancia di vibrare è anche associato anche una maggior difficoltà nel controllo della vibrazione dell'ancia e della pressione esercitata dalle labbra sia al bocchino sia all'ancia.
- un bocchino più chiuso permette di far vibrare una porzione minore di ancia e con una minore escursione. Il suono risulta meno armonico e rimane maggior mente in evidenza la frequenze fondamentale della nota. L'apertura più chiusa permette un controllo più semplice e minori variazioni sul suono provocate dalla variazione di pressione sul bocchino e sull'ancia. Il volume sonoro prodotto è minore e il suono armonicamente più arido.
L'articolazione delle note risulta facilitata.
Contrariamente a quanto succedeva 50/60 anni fa', ai giorni nostri a bocchini chiusi vengono associati facing "corti" (vedi le immagini sopra) mentre a bocchini "aperti" vengono associati facing più lunghi... questo per massimizzare gli effetti dell'apertura: un facing corto garantisce che la porzione di ancia che vibra sia inferiore e il viceversa per il facing lungo.
Alcuni produttori adottano facing di diversa lunghezza in funzione della specifica apertura, altri produttori adottano facing di lunghezza costante anche per aperture differenti.
L'impostazione necessaria per usare con successo bocchini chiusi è diversa (in maniera abbastanza radicale) da quella necessaria per suonare bocchini aperti (e viceversa ovviamente).
Alcuni risultati in termini di suono/timbro/articolazione/intonazione sono ottenibili sia con bocchini aperti sia con bocchini chiusi (ovviamente estremizzando, evitando bocchini troppo chiusi o troppo aperti), l'impostazione sarà diversa e lo studio sarà un po' (poco poco) differente. Spesso risulta piuttosto faticoso cambiare impostazione (anche per i professionisti).
Ai giorni nostri, i bocchini chiusi sono associati a suoni "classici" mentre ai bocchini "aperti" sono associati suoni più "jazz"/"pop".
Spesso ci sono delle eccezioni! Quindi spesso la scelta di usare bocchini chiusi, medio chiusi, medi, medio aperti, aperti, tanto aperti, super aperti, iper aperti è una cosa molto soggettiva.
Una cosa oggettiva invece è che alcuni suoni/sonorità sono sempre e comunque associati a bocchini di un certo tipo con una determinata apertura e che per avvicinarsi a quelle sonorità bisogna "necessariamente" utilizzare "quei" bocchini. Da questo assunto deriva il fatto che ci sono configurazioni standard (bocchini "standard") che permettono di ottenere sonorità "standard".
Molte grazie per la spiegazione
ciao
Sax Alto Selmer Mark Vi 118...
Sax alto Rampone & Cazzani Performance
sax soprano yamaha 62r
Becco Meyer New York usa
Ancia Quel che capita basta che suoni
Legatura selmer
Rileggevo l'intervento di Tzadik per quanto riguarda quest'argomento...complimenti davvero! ma con becchi più aperti bisogna utilizzare ance più morbide? Ad esempio io utilizzo sul mio JJ HR 7* delle Rigotti 3,5 o 3, su un 8* andrebbero meglio delle 2,5?
Grazie!
Tenore Selmer Serie I.
Aizen LS 7
Rigotti 3 medium.
Bravissimo tzadik, mi permetto di aggiungere al tuo intervento che condivido, una cosa che ho letto sui libri di Ernst Ferron e cioè: un'ancia troppo morbida subisce l'influenza della colonna d'aria presente all'interno dello strumento, mentre un'ancia piu' dura ne ha il controllo e la "governa".
Questo inserisce una variabile che un po' sconvolge le proporzioni fra aperture e durezze.
Giorgio Milani
Alto SA80 II - OL ebanite 6* e 8*
Soprano Yamaha YSS 875EX - Vandoren S35
Clarinetto Selmer S10 - B45 M30 e 5JB
Non la penso come te ... ma darei la vita per farti dire quello che pensi (Voltaire - almeno credo...)
Le considerazioni fatte (come scritto nella premessa) hanno una valenza significativa se teniamo costante la resistenza.
La resistenza è influenzata sia dalla durezza dell'ancia sia dall'apertura... ma non solo!
Ognuno di noi preferisce suonare con una certa resistenza, generalmente i sassofonisti classici preferiscono suonare con una resistenza consistente mentre i sassofonisti "jazz" generalmente (...) preferiscono poca resistenza.
È impossibile stabilire oggettivamente quale sia la resistenza ideale per suonare con un certo bocchino... perché è una cosa personale e poi dipende anche dallo strumento su cui è montato il bocchino.
Nel tuo specifico caso, devi tener conto che il JJ HR* è un bocchino che oppone pochissima resistenza, suona poca aria e poca pressione... secondo me, le ance che usi (sul tuo strumento) ti danno una resistenza che sta in un range utile per quella che è la generazione di un suono jazz "completo".
Per esempio, io avevo un JJ HR* 8* e sul mio strumento le ance che usi tu erano troppo morbide, perché il mio strumento oppone meno resistenza del tuo... e forse perché sono abituato a suonare con una maggiore resistenza.
Quello che dice Ferron, andrebbe interpretato... a occhio una considerazione simile forse ha più senso sul clarinetto, il sax ha un corpo conico e per di più in materiale metallico. La conicità riduce la resistenza, sparge il suono in maniera più tridimensionale e riduce la resistenza man mano che il flusso d'aria attraversa lo strumento.
Affermare che l'ancia risente del flusso d'aria che scorre nel corpo dello strumento, considerando che alla fine dello strumento agisce solo la pressione atmosferica... sembrerebbe quasi anti-fisico. Per questo, secondo me, bisognerebbe capire cosa intendeva dire Ferron.
Mi pare che Ferron lo riferisca in tutti e due i suoi libri "ma voix est un saxophone" e "clarinette mon ami", quando parla delle ance. Guardo meglio poi ti riferisco. Ciao
Giorgio Milani
Alto SA80 II - OL ebanite 6* e 8*
Soprano Yamaha YSS 875EX - Vandoren S35
Clarinetto Selmer S10 - B45 M30 e 5JB
Non la penso come te ... ma darei la vita per farti dire quello che pensi (Voltaire - almeno credo...)
Io ho le versioni inglesi. In "The saxophone is my voice":
"We have observed that in the system reed + saxophone, the bore has the most influential and dominant role. Note that a hard reed will try to impose its vibrations on the saxophone's air column. A soft reed will, on the contrary, be completely dominated by the instrument.
ed in "The clarinet revealed":
"We have observed that in the system reed and clarinet, that the bore always has a dominant role. Note, however, that a hard reed will try to impose its vibrations on air column. A soft reed will, on the contrary, be completely dominated by the instrument.
A parte le citazioni, credo che questa sensazione venga "sentita" usando un'ancia debole.
Giorgio Milani
Alto SA80 II - OL ebanite 6* e 8*
Soprano Yamaha YSS 875EX - Vandoren S35
Clarinetto Selmer S10 - B45 M30 e 5JB
Non la penso come te ... ma darei la vita per farti dire quello che pensi (Voltaire - almeno credo...)
Cavolo che bella spiegazione
Tenore R&C, Meyer 6, Vandoren 3
Contralto Grassi, Ottolink 6, Rico 3
Soprano Selmer Super Action II Jubilee, Selmer D metal, Rico 3
Che siate adulti o bambini, portate la musica nel cuore e un sogno nella testa il resto vien da se (A.C.)
Onestamente sono molto ignorante in fatto di marche e tipologie di bocchini.
Ma all' atto pratico mi sto rendendo conto che i bocchini offrono una gamma di timbriche diverse e tipiche di alcune epoche. Mi spiego meglio: se dovessi suonare con gli archi probabilmente sceglierei un bocchino più chiuso, con un suono ovattato e dinamica bassa. Nella musica contemporanea invece un bocchino più aperto che mi permetta di avere un suono incisivo ma ricco e che sia pieno di armonici in modo da facilitare i salti sui sovracuti.
Forse un bocchino chiuso si può paragonare a una Rolls Royse confortevole ed elegante; uno aperto a una lamorghini scattante e agile.
Oltre a questo mi viene in mente il fatto che i compositori hanno scritto pensando al suono di alcuni esecutori; ad esempio (a mio parere) Rascher aveva un suono scuro e vellutato, Londeix più brillante e incisivo... senza essere obsoleti io andrei a ricercare un po' quelle sonorità durante lo studio dei brani.
(DITEMI SE HO DETTO DELLE CASTRONERIE)
Contralto R&C Ottone grezzo
Tenore R&C in rame e argento
Baritono R&C Argento.
Soloist Long Shank '80 C**
Becco per Tenore "G. Maurino" R1 (apertura 2,64)
Becco per Baritono "G.Maurino" 9*
Quello che dici è più che reale.
Questo thread però voleva essere più "generale" possibile. Qui non si è fatto nessun tipo di riferimento al suono che un bocchino genera ma solo ed esclusicamente a cosa comporta suonare con un bocchino "chiuso" e con un bocchino "aperto", con annessi e connessi... supponendo di avere la stessa resistenza all'emissione del suono.
La scelta del bocchino da usare è una cosa che comunque soggettiva e dipende da tantissimi fattori... e qualcuno di questi fattori per forza non devono dipendere dal bocchino stesso.
@giorgiomilani: non mi trovo d'accordo con quello che scrive Ferron... mi sembra abbastanza elementare che un sassofonista di qualsiasi livello possa dimostrare che quell'affermazione è praticamente priva di senso.![]()
La diversa durezza tra due ance (considerando lo stesso bocchino e lo stesso) implica soltanto condizioni diverse perchè avvenga la corretta vibrazione.
Il tipo di vibrazione dipende solo dall'ancia... e da chi suona.
Dire che un'ancia dura non è influenzata dallo strumento mi sembra un po' anacronistico.
Nella mia esperienza mi sono convinto che l'importante è provare varie aperture (ovviamente con la sua RELATIVA DUREZZA D'ANCIA) e poi capire quindi scegliere quale combinazione sia più comoda e in cui io ad abbia miglior controllo/rilassatezza su tutta l'estensione in relazione alla MIA PERSONALE emissione e il suono più vicino al mio suono obbiettivo.
Ci sono sassofonisti preparati che usano becchi aperti ed hanno suoni poco ricchi e compressi, per contro altri che con C* hanno suoni straricchi e grossi... Questo per dire che almeno 95% della "ciccia" la fa il manico...è vero che il restante 5% pesa moltissimo per tutti noi ma l'impoetante è trovarsi con una apertura che ci permetta di avere in meglio col minimo sforzo perchè il suono è moooolto influenzato dalla tensione dell'imboccatura e qui del manico.
La mia personale esperienza è stata che ho cominciato con bocchini chiusi e sono andato negli anni verso bocchini aperti.
Adesso non vado oltre una apertura tipo 8 ma non riesco più a tornare sotto il 7 (in scala Link).
La mia personale esperienza è anche che cambio più io nel tempo che i bocchini tra di loro; intendo dire: ci sono bocchini che ho preso e giudicato insuonabili; ma poi, dopo lustri :lol: , saltano fuori dal cassetto e mi fanno passare una settimana divertente. Ma sono in generale proprio quelli aperti che quando ero piccolo non riuscivo forse a controllare bene............
Caro Gio...come ti capisco, io son passato da un 4C and un 7*, adesso il mio standard è questo7 o 7* anche se devo dire che in certi contesti un buon becco chiuso ci sta da dio.
Tenore R&C, Meyer 6, Vandoren 3
Contralto Grassi, Ottolink 6, Rico 3
Soprano Selmer Super Action II Jubilee, Selmer D metal, Rico 3
Che siate adulti o bambini, portate la musica nel cuore e un sogno nella testa il resto vien da se (A.C.)
Ma è normale che con becchi più aperti e spinti debba usare per forza ance molto morbide? altrimenti fatico troppo e tendo a modificare la mia imposatzione naturale...o è solo una questione d'abitudine?
Tenore Selmer Serie I.
Aizen LS 7
Rigotti 3 medium.
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