Succede che il 99,9% dei diffusori di qualsiasi tipo sono formati da almeno 2 driver: un cono per le "basse frequenze" e un tweeter per le "alte frequenze".
All'interno della cassa c'è un crossover (non ci importa ora se attivo o passivo) che divide le frequenze che la cassa riceve: la cassa riceve un segnale completo, il crossover divide le frequenze e manda a tweeter e woofer (o anche ad altri coni) le frequenze che i driver sono in grado riprodurre.
Il crossover è caratterizzato da un frequenza di incrocio: sopra quella frequenza (tipicamente dai 2000 ai 3500 Hz in funzione della cassa specifica) il crossover indirizza il segnale al tweeter, sotto quella frequenza indirizza il segnale al woofer.
Ecco.. si è visto che spesso il crossover può dare "problemi" (non sono proprio problemi... ma chiamiamoli così) specialmente intorno alla frequenza di incrocio perchè comunque il woofer andrÃ* a riprodurre parte delle frequenze sopra la frequenza d'incrocio e dualmente il tweeter andrÃ* a riprodurre qualche frequenze sotto la frequenza di incrocio.
Per rendere la cassa ancora più lineare... si è studiato il bi-amping: consiste sostanzialmente nel fare la suddivisione delle frequenze dentro il finale e nell'alimentare separatamente tweeter e woofer, nelle casse che supportano il bi-amping trovermo non 2 morsetti, ma 4. Ovviamente la cassa si può utilizzare full-range (cioè facendo funzionare il crossover interno alla cassa, sempre e comunque presente) linkando i "+" e i "-".
La risposta della cassa in bi-amping cambia radicalmente (generalmente si guadagna parecchio da tutti i punti di vista).