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Discussione: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

  1. #16

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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    Beh, non credo che sia un argomento OT, visto che la finalitÃ* del bocchino, è proprio il suono. Per quanto riguarda i sassofonisti che hai citato, nessuno metterÃ* mai in dubbio la bellezza dei loro suoni, dato oggettivo. Il problema è che se, per ipotesi fossi in grado di riprodurre perfettamente il suono di Coltrane o di Liebman o altri, rischierei di essere considerato un imitatore più che un sassofonista, non credi? Magari lo direbbero con una massiccia dose di invidia... :ghigno:
    E' possibile ottenere un bellissimo suono che appartenga solo a te. Meglio se diranno "mi ricorda il suono di..."
    P.S. Guarda che non è affato chiaro se è meglio uno o l'altro nei tuoi binomi a confronto, a parte quelli dove compare il nome di Coltrane :half:
    Borgani sax tenore pre-jubelee.
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  2. #17

    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    per semplificare se ascolto su disco con un buon impianto fedele un brano suonato da Trane ed uno suonato da Brecker sento nel secondo (dal punto di vista del suono ) una mancanza .
    è come se il suono di Brecker fosse una parte del suono di Trane.
    discorso analogo per i bocchini guardala brecker 1 e liebman.
    (con il primo bocchino il suono che riesco a produrre manca di tutta una serie di componenti che invece il secondo possiede).
    è chiaro che probabilmente parlo di un mio limite .
    il traditional credo di averlo provato (molto tempo fa) ma non ricordo bene le caratteristiche.
    credo che sia più simile al liebman rispetto al brecker .
    ossia necessita di più aria nel registro basso e medio basso a paritÃ* di stretta ma distribuita in maniera uniforme.
    (molto però dipende anche dall'apertura)
    questo comporta una maggiore omogeneitÃ* in tutto il registro ( e meno compressione in quella parte e non solo ).
    (sempre a paritÃ* di aperture)


    ps. negli esempi che ti ho fatto precedentemente (escluso Trane e Getz ) facevo riferimento ad un confronto che ho potuto fare sia su disco ma anche dal vivo in occasione del summit dei musicisti.
    per questo non ho dubbi (ma qui affrontiamo discorsi pericolosi perchè ciascuno ha la sua veritÃ*).
    la valutazione sul suono di Coltrane e Getz (come gli altri del resto ) anche se effettivamente
    esplicita il mio pensiero era più una provocazione (una boutade).
    se sei daccordo e preferisci il suono di Trane rispetto ad esempio a Getz non ti sarÃ* difficile riconoscere negli altri musicisti (Liebman Brecker Berg Grossman Mintzer Garzone Lovano Redman Turner ecc) quelle caratteristiche che rendono il suono più simile al primo rispetto al secondo.
    ciao fra
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  3. #18

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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    Confermo quello che tu dici a proporsito del traditional, anche se è passato molto tempo, conservi una buona memoria. Serve una quantitÃ* di aria maggiore per sostenere il registro basso.
    Pensando a Liebman, mi rendo conto di non averlo mai ascoltato con attenzione :oops: lacuna imperdonabile, che colmerò immediatamente.
    Però riconoscerai che paragonare il suono di Trane a quello di Getz, è proprio un bell'azzardo. C'è proprio una diversa concezione del sax, prima che del suono.
    P.S. chissÃ* come era il suono di Trane dal vivo..
    P.P.S. Debbo arguire che neanche il suono di Lovano ti piace particolarmente... :sonno:
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  4. #19
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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    Infatti non mi sembra OT parlare del suono!
    Sono d'accordo fra sulla tue considerazioni circa il suono: ammesso che esista oggettivamente il suono perfetto p.e. del tenore, e che questo sia riconducibile a Coltrane, dovremmo per altro non dimenticarci che non stiamo considerando il suono semplicemente come tono o colore dello strumento, ma anche della Musica che l'esecutore produce tramite il suo strumento, ovvero della sua concezione Musicale/Sonora espressa tramite il tenore.
    Un'annotazione di Collins per me è stata illuminante, ed appartiene perfettamente alla storia del Jazz: all'inizio sei affascinato dal suono di un saxofonista (lui parlava di Rollins) e perciò non solo studi i suoi soli assimilandoli nell'ascolto ed eseguendoli, ma arrivi addirittura a carpirne le sottigliezze tecniche (Collins parlava di un colpo di lingua particolare che ci ha pure fatto ascoltare) per poterlo riprodurre; ora, questo ti porta come successe in un club di NYC dove un vecchio leone stava facendo la sua serata, ed un giovane rampante saxofonista lo avvicinò e gli fece ascoltare un suo solo che egli non era più in grado di suonare data l'etÃ*; la sua riflessione fu che ormai il suono che lo aveva identificato per così tanti anni non gli apparteneva più: lui non era più quello di una volta, e paradossalmente il giovane era più lui che sé stesso! Ma questo non aveva nessuna vera importanza, perchè nel jazz non è né il virtuosismo né la capacitÃ* imitativa a farti eccellere, ma la capacitÃ* di esprimere la propria individualitÃ* attraverso il suono e la musica del tuo strumento. Collins alla fine ci fece capire come infine decise di suonare come Collins, dimenticandosi di Rollins, o meglio dopo averlo assimilato e compreso; questo gli permise di procedere con un bagaglio sufficiente a renderlo indipendente nell'esplorazione, e nell'accettare che fisicamente ognuno è diverso, facendo così da cassa armonica di uno strumento unico ed irripetibile.
    Altro aneddoto è quello del Prez che arrivò a NYC per sostituire Bean nella Fletcher Henderson Orchestra: lui era esasperato dalle richieste della moglie di Henderson che lo obbligava ad ascoltare le registrazioni di Hawkins, pretendendo da lui esattamente quel suono; lui resisteva perchè gli era giÃ* chiaro che il suo modo di suonare era differente e ben definito e non vedeva perchè doveva sacrificare il suo modo d'essere per quello di un altro... Alla fine se ne tornò a KC e trovò con Count Basie la band ideale in cui suonare.
    Questo lungo preambolo (chiedo scusa) era per dire che io sono stra convinto che lo strumento o il set-up siano solo palliativi che possono aiutare ad ottenere un suono che nella nostra concezione sia oggettivamente soddisfacente, avvicinandosi ai nostri modelli: se Coltrane rappresenta questo, potremo cercare di ricalcarne lo stile ed il modello sonoro, sino a giungere esattamente a riprodurlo nei minimi dettagli, magari anche facilitati da una certa imboccatura o strumento (ma ci mancherebbero comunque la sua struttura toracica, la configurazione del cavo orale e del cranio, la consistenza e dimensione delle labbra, etc.); magari giunti a ciò potremmo sentirci soddisfatti, oppure nel migliore dei casi potremmo aver aperto delle nuove posibilitÃ* come successe a Collins....
    Nel caso di Liebman ebbi modo di ascoltarlo dal vivo anni fa sul soprano: se il suo modello sonoro può derivare da Trane, i suoi concetti musicali sono ben definiti e diversi, sebbene per sua stessa ammissione ci è giunto solo tramite Coltrane....
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  5. #20

    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    per fabbry: ho fatto l'esempio di Brecker Lovano e Liebman perchè ho avuto modo di ascoltarli suonare insieme .
    quando ascolti suonare lo stesso pezzo e magari le stesse note a distanza di pochi secondi puoi fare un confronto sul suono con buona approssimazione
    (è anche vero che l'amplificazione ha un ruolo).
    mi riferisco al suono sul tenore di quella particolare circostanza .
    Lovano è un grande sassofonista , in fatto di suono ha fatto delle scelte che per me sono incomprensibili .
    la cosa singolare è che da giovane pareva percorresse altre strade ben più interessanti.

    il paragone tra Trane e Getz era volutamente una provocazione proprio per evidenziare la diversa concezione del suono di due contemporanei.

    tutti i sassofonisti che ho citato mi piacciono (per un motivo o per un altro).

    per Sax O' Phone simpatici gli aneddoti.
    sostanzialmente concordo, ma provavo a parlare solo del suono in tutte le sue componenti, evitando di riferirmi ad altro per maggiore semplicitÃ*.
    questa idea dell'evoluzione del sassofonista la condivido,ma al contempo ritengo che se riesci
    a suonare un solo di un grande come Trane o Rollins fai una ottima cosa che ti accresce musicalmente.
    se riesci poi a cogliere le sfumature del suono .....
    in pratica sia Potter sia Collins sia Fabbry sono stati in grado di replicare un solo di un grande.
    e giÃ* solo per questo hanno il mio :half: se riuscissero a cogliere tutte le sfumature del
    suono :half: :yeah!) :shock:
    sarebbe una opera d'arte così come ritengo una opera d'arte l'esecuzione di Gould delle variazioni Goldberg.
    ciao fra
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  6. #21
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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    fra ti ho censurato un po' di emoticons perchè iniziavano a consumare troppa banda! :ghigno:
    Ho capito il tuo concetto, ed infatti anche Collins diceva chiaramente che lo studio dei saxofonisti che amiamo è fondamentale.
    Ribadivo semplicemente il concetto che riuscire ad imitare totalmente un altro grande musicista, pur essendo anche per me ammirevole e di gran valore, nel jazz non significa nulla; Miles Davis non imitava neppure sé stesso!
    :lol:
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  7. #22

    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    acc... tutte le faccine..... dove sono scomparse..... :cry:
    lo stesso Miles ci dice che era in grado di imitare e si indispettisce non poco quando si scontrava con altri musicisti che erano in grado di fare lo stesso con lui.
    non metto in dubbio l'evoluzione di un musicista che deve trovare il suo suono.
    ma spesso non capisco alcune scelte e (cinico e scettico come sono) ritengo che siano motivate da ragioni che poco hanno di artistico.
    la mia opinione è che sia molto jazz una espressione come quella di fabbry su giant steps e sia molto poco jazz l'espressione di molti professionisti ..... ma preferisco non approfondie l'argomento.
    se poi c'è anche il suono poco importa che si chiami Coltrane o Fabbry perchè per me è arte.
    ciao fra
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  8. #23
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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    La cosa fondamentale è l'onestÃ*, come diceva il Trane...
    ;)
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  9. #24

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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    A propositÃ* di onestÃ*, Collins, Potter, e fabbry ( ma chi è sto fabbry? Sul Polillo non l'ho trovato ).
    Questo topic sta diventando molto interessante.
    Voglio dire la banalata del giorno: a confrontarsi con i grandi, comunque lo si faccia, ci si porta sempre qualcosa casa.
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  10. #25

    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    quando fcoltrane parla di suono non sono praticamente mai d'accordo =)

    l'imitazione, l'emulazione ed avere un riferimento è fondamentale nella fase di crescita di uno studente, ma con quello che è un musicista c'entra poco. C'è perchè fa parte del suo bagaglio, della sua cultura...ma credo che trovare una propria voce sia fondamentale.
    se coltrane avesse ragionato come te, ora non ci sarebbe il suono di coltrane da imitare =)

    Lovano secondo me è uno dei musicisti piu' interessanti degli ultimi decenni, ha fatto scelte molto precise che lo hanno portato verso una sua poetica originale pur se saldamente radicata nella tradizione.
    Forgive me Charlie Parker, wherever you are.
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  11. #26

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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    Forse non ci intendiamo sui termini: confrontarsi non vuol dire imitare. Tanto non riusciremo mai a copiare perfettamente il suono dei grandi. Meglio essere una dignitosa copia di noi stessi che una delle tante imitazioni di Brecker, Coltrane ecc.
    I grandi però sono un insostituibile punto di riferimento.
    Per non parlare del fatto che la tradizione "orale", cioè, basata su ciò che sentiamo, fa parte della tradizione jazzistica. Poi uno si crea il proprio vocabolario.
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  12. #27

    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    concordo con fabbry quasi integralmente.
    dico quasi perchè molti sassofonisti provano ad imitare il loro riferimento senza porsi il problema di acquisire alcune delle caratteristiche del suono.
    in pratica musicisti come Trane ci hanno dato alcuni strumenti in più che potrebbero essere utiizzati ma che al contrario o per pigrizia o per altri motivi a me sconosciuti sono del tutto ignorati.
    ho citato Potter e Fabbry perchè entrambi si sono cimentati in una espressione che ritengo di grande valore e straordinaria.
    entrambi però non hanno acquisito quelle caratteristiche del suono di Trane alle quali facevo riferimento.
    ritengo che uno studio mirato consenta invece di arrivare ad acquisirle.
    (solo perchè lo ho gia sentito),

    Lovano è un grandissimo sassofonista ma questi argomenti sembra che li ignori del tutto.
    io sono scettico di natura e so che il costo di un suono come quello di Trane è altissimo.

    ciao fra
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  13. #28

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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    Il suono di un altro artista è sempre un punto di riferimento valido al quale ispirarsi, ma poi bisogna trovare la propria strada, la propria dimensione. Non credo che da un punto di vista altamente artistico di debbano riprodurre tutte le caratteristiche di un ,seppur immenso, artista. A meno che non lo si faccia a livello di studio. Se no rischiamo di diventare tutti imitazioni più o meno riuscite.
    Tutti Coltrane, tutti Michelangelo, tutti Leonardo da vinci, o Dante ecc.
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  14. #29

    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    sarÃ* come dici ma io preferisco sognare in grande.
    io ritengo che la tecnica (sia intesa come tecnica di improvvisazione , sia intesa come tecnica di produzione di suono sia intesa come tecnica di lettura ecc..)sia ciò che più rileva .
    più ne hai meglio è.
    :ghigno: ciao fra
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  15. #30

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    Re: Il mio Guardala nel "Guardala Museum" di Mojo...che onore!

    Beh, se mi parli di tecnica di improvvisazione di lettura, sono d'accordo con te. Conoscere alla perfezione il linguaggio coltraniano è assolutamente consigliabile, io ne conosco sì e no l'1%.
    E poi il fatto di avvicinarsi asintoticamente ad un grandissimo, porta comunque benefici.
    Del resto a stare troppo vicino al sole, alla fine qualche scottatura la prendi per forza...
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