Ho la vaga impressione che non ti dispiaccia "fare il maestrino", Saxrooster... :D ... in ogni caso hai ragione in entrambi i casi: 1) sulla correzione dollaro/euro e 2) sul fatto che il MarC Russo va ricercato con la "C" e non col "K".
Confermo, comunque, che dal mio umile punto di vista il Marc Russo non può essere definito un jazzista, nel senso stretto del termine. E' un ottimo e capace strumentista, che all'occorrenza si dimena più che dignitosamente su tutti i generi. Probabilmente, se gli si fa eseguire "la mazurka di periferia" di Casadei, riesce a infilarci pure lÃ* dei sovracuti più che accettabili. Ma questo topic non è stato aperto per distinguere tra arte e tecnica. L'arte viene riferita in genere a pochi innovatori, portatori di nuovi "linguaggi sonori". Non mi pare che il Marc Russo appartenga a questa categoria: egli è un ottimo tecnico, capace di "infilarsi" un po' dappertutto, come sanno fare tutti quelli che hanno una sufficiente padronanza della musica in generale, della specifica tecnica strumentale in particolare, e che sono stati dotati di un certo talento di base da Madre Natura.
Perciò, Saxrooster, non mi pare che c'entri molto, in questo contesto, un discorso del tipo "piuttosto che un buco portavoce in più, mi vado a seguire un seminario del Marc Russo", perchè ti si potrebbe obbiettare: "e se con un buco portavoce in più un bimbetto di 10 anni riuscisse a prendere i sovracuti del Marc Russo con la stessa facilitÃ*?"...
In fondo è la solita vecchia storia: prima che inventassero i "sincronizzatori", su tutte le automobili era necessario fare la "doppietta" per evitare la "grattata" nel cambio marcia. Oggi nessuno se ne frega più niente di imparare la "doppietta", perchè non c'è n'è più bisogno, dato che i "sincronizzatori" sono montati di serie su tutte le vetture.
Mi continuo a chiedere, a questo punto: il sax è uno strumento 1)ancora perfettibile o 2)ha giÃ* tutti i "sincronizzatori" al posto giusto? Se è buona la prima risposta, questo topic ha un senso. Se è buona la seconda, non vi annoierò più con discussioni di questo genere.
Non so se mi sono spiegato. In ogni caso, in questo ambito, la perizia tecnica nell'emissione dei sovracuti del Marc Russo o di suoi equivalenti (ce ne sono altri, in giro per il mondo) con le attuali configurazioni costruttive "standardizzate" dei saxofoni c'entra poco o niente.
Si tratta, più semplicemente, di chiedersi: il saxofono "di massa" è ancora uno strumento perfezionabile, o dopo gli anni '50 non è successo più niente, in sostanza, a parte il Fa# acuto sui tagli principali e l'eventuale Sol sul soprano?