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Discussione: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

  1. #1
    Visitatore

    Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    A seguito di un recente questionario (non esaustivo) aperto in questa sezione è risultato che una buona fetta degli acquirenti di sax sono ancora affezionati allo strumento cosiddetto "hand made".

    A mio modesto avviso la faccenda merita un certo approfondimento: normalmente, quando si parla di oggetti fabbricati a mano, ci si riferisce a prodotti che sono stati lavorati impiegando prevalentemente o esclusivamente utensili manuali. Se si pensa a un quadro o a una scultura si avrÃ* un'idea precisa, seppure estremizzata, di ciò che il cosiddetto "hand made" implica: la "non ripetibilitÃ*" per definizione dell'oggetto singolo. Non possono esistere cloni esatti e autentici della "PietÃ* di Michelangelo", ma neppure della umile scultura "manufatta" di un qualsiasi artista da strada (altrimenti detto vuò cumprÃ*). Anche nell'artigianato "di consumo" si verifica la stessa cosa: nessun acquirente si tira dietro un compasso per contestare al venditore la non perfetta circolaritÃ* di un piatto ornamentale fatto a mano.

    Il saxofono è invece soprattutto un oggetto tecnico: le sue prestazioni dipendono in larga misura dalla capacitÃ* del Produttore di ripetere, di "clonare" un esemplare particolarmente ben riuscito. I "vintagisti" amano i vecchi Selmer, Conn, eccetera perchè si aspettano che ognuno di quegli esemplari rappresenti una perfetta riproduzione dei saxofoni di Stan Getz, di John Coltrane, di Gerry Mulligan o di altri "mostri sacri e meno sacri" che si sono accompagnati a quegli strumenti.

    Se si accetta questo concetto vuol dire che i seguaci del vintage si auspicano la "ripetibilitÃ*" del prodotto, e cioè si augurano di possedere un oggetto realizzato con metodi industriali. Nessun acquirente di un MK VI autentico prevede generalmente di far modificare "a mano" un simile strumento. Tutt'al più può essere costretto a ricorrere all'artigiano riparatore per costringerlo ancora a suonare accettabilmente.

    Chi quindi, tra i sassofonisti, potrebbe ritenere desiderabile un prodotto "artigianale fatto a mano" come si fa quando si va dal sarto? Qualcuno di voi se la sente di dire a un produttore contemporaneo "spostami quel foro di 3 decimi di millimetro più in sopra" oppure "riducine il diametro di 4 centesimi", oppure "assesta una martellata alla campana in quel punto" convinto che in tal modo ne otterrÃ* un miglioramento?

    E anche qualora tali richieste venissero fatte ho idea che il produttore si rotolerebbe per terra dalle risate, oppure sgranerebbe gli oculi e si chiederebbe "chiamo subito il 118 o mi accerto prima che costui stia solo scherzando?"

    In definitiva, Ragazzi, cos'è e cosa vi aspettate esattamente da un saxofono "hand made"? Che vi regolino la distanza e altezza dei tasti o la tensione delle molle a vostro gusto? Una particolare cura nella chiusura della tamponatura o nell'assemblaggio della meccanica? La vostra firma in "engraving"? I tamponi in pura pelle di mandrillo della papuasia?

    Non è per caso che la magica definizione "hand made" sia per lo più destinata a suscitare il cosiddetto "bisogno indotto"?...

    Non prendetela come una provocazione: ve lo chiedo perchè se avete benevolmente seguito il filo del discorso fino a questo punto, vi sarete resi conto che dal mio ristretto angolo visuale i saxofoni "hand made" semplicemente non esistono.

  2. #2

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    il fatto che tu non sappia far spostare un foro o una qualunque di queste diavolerie vuol dire poco.
    il tu non è riferito a te ma al sassofonista che si rivolge all'artigiano.
    ti faccio un esempio quando Liebman si rivolgeva a Guardala gli chiedeva ad esempio di modificare il suono in un senso.
    Liebman sapeva cosa desiderava ma non sapeva come realizzarlo.
    Guardala al contrario con interventi che avevano di miracoloso sapeva come graffiare il bocchino per ottenere quanto desiderato dal sassofonista.

    tutto questo per dire che un grande artigiano (che costruisca sassofoni o bocchini)
    sa come fare per rendere unico uno strumento.

    sono uno strenuo sostenitore dell'innovazione e se questa coincide con l' attivitÃ* artigianale
    non posso che esserne felice.
    ad esempio ho scoperto che la borgani ti consente di acquistare un sax e di regolare l'altezza delle chiavi.
    o che la rampone utilizza un disegno con forme diverse dai sax standard e tutto ciò ha una influenza sul suono.

    basterÃ* provarli questi strumenti per rendersi conto se queste sono solo sciocchezze o al contrario rendono lo strumento più vicino a ciò che desideri.
    ciao fra
    sax tenore selmer sba 1948 mk6 m 114906 bocchino francois louis

    ancia di plasticazza (bari) m

  3. #3
    Amministratore L'avatar di Alessio Beatrice
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    Sep 2005
    Località
    Pistoia (Toscana)
    Messaggi
    8,712

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    Si poteva continuare nell'altro argomento comunque.
    Tenore: Rampone & Cazzani "R1 Jazz "
    Selmer S80 E / Rovner Dark / Forsetone MS

    C Melody: Conn "New Wonder I" 1925
    Conn Eagle / Flexitone / Forestone MS

  4. #4

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    Non posso che quotare fcoltrane... :zizizi))

    Chi si rivolge verso uno strumento "artigianale" o comunque uno strumento che può essere perfezionato in fase di consegna al cliente... è sicuramente una persona che ha bene in testa cosa vuole... non necessariamente deve sapere come ottere quei risultati: per questo c'è la professionalitÃ* e l'esperienza dell'artigiano.

    Questa maturazione spesso coincide al raggiungimento di un livello tecnico elevato: un bambino di 12 anni che comincia a suonare il sax non va da un tecnico e gli dice: "fammi quello quello e quello...". Un professionista e didatta come Liebman sì... e ovviamente deve avere di fronte un artigiano che sa come e dove intervenire... nel caso di un refacing poi le cose diventano enormemente più delicate specie se si considera che con un paio di passate su una carta vetrata 400 rischi di buttare via il bocchino!

  5. #5

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    Citazione Originariamente Scritto da emiliosansone
    ... vi sarete resi conto che dal mio ristretto angolo visuale i saxofoni "hand made" semplicemente non esistono....
    Quindi secondo te, andare dall'artigiano e pretendere delle modifiche senza essere accontentati significa che l'oggetto non è fatto artigianalmente?
    E poi, chiedere delle modifiche senza avere idea di cosa cambia e perchè...:BHO: magari si peggiora, ci hai pensato?
    Ad ognuno il suo mestiere ::
    Aggiungerei anche una altra ipotesi alla reazione dell'artigiano, assestare una bella martellata al novello Einstein con successiva pedata nel fondoschiena... :ghigno:
    Facendo finta di NON notare che questo, dopo altri topic, mi sembra essere un'altra frecciata ad alcuni produttori italiani, (opinione personale s'intende) il discorso delle modifiche mi fa pensare allo sviluppo dello strumento da parte proprio del produttore e/o degli strumentisti che vi collaborano...
    Si potrebbe parlare di questo se qualcuno ne sa abbastanza?

  6. #6

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    meglio un sax fatto a mano che uno fatto con i piedi :saputello !
    Salsax , "DISCEPOLO del NOUS"

    Soprano > Selmer, Super Action III Serie
    Alto > Selmer, Super Action II Serie Jubileé / SML RevD
    Tenore > Yanagisawa T902 / SML GoldMedal
    Baritono > Conn 12M

  7. #7

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    tutti questi post sull' argomento, che Emilio cerca disperatamente di organizzare in modo razionale mi stanno davvero chiarendo le idee su cosa vorrei.
    Non e' una battuta.

    Voglio un sax studiato e realizzato industrialmente, sottoposto a rigido controllo di qualita', progettato e costruito anche per avere la piu' ampia possibilita di regolare tutto, poi voglio andarlo a comprare da un ottimo tecnico che sappia verificarne il perfetto montaggio e me lo sappia regolare addosso per quanto possibile.
    Ten: Yamaha YTS-62 tamponi custom - 8link STM 7 reworked by Mandrake- Vandoren V16

    Alto:: Conn Ladyqualcosa + Yamaha xC+ Vandoren 2,5

    Yamaha WX5+VL70+PatchmanTurbo

  8. #8

    Data Registrazione
    Mar 2006
    Località
    Pellezzano (SA)
    Messaggi
    713

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    l'ultimo post di Mandrake chiarisce molte cose: molti di noi vogliono uno strumento costruito bene, e anche "messo a punto", sappiamo bene che, usato o nuovo, spesso c'è qualcosa da sistemare.

    Spezzerei una lancia sull'unione di "industriale" e "artigianale": perché devono essere due mondi del tutto separati? Penso che gli R1 jazz abbiano il fusto fatto in serie, poi rifinito a mano, correggetemi se sbaglio. E così via.
    :saxxxx)))
    alto Trevor James
    soprano Jean Michael
    imboccature Berg Larsen / Yamaha
    ance Vandoren

  9. #9

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    Citazione Originariamente Scritto da puffosky

    Spezzerei una lancia sull'unione di "industriale" e "artigianale": perché devono essere due mondi del tutto separati? Penso che gli R1 jazz abbiano il fusto fatto in serie, poi rifinito a mano, correggetemi se sbaglio. E così via.
    :saxxxx)))
    Il fusto e la campana come TUTTE le altre componenti meccaniche vengono interamente lavorati A MANO con utenili estremamente semplici e rigorosamente SU TORNIO. Che piaccia o no è proprio la caratteristica della R&C. Il tutto viene fatto rigorosamente in ditta a Quarna da una decina di agguerritissimi e ottimi artigiani Quarnesi.
    La mia testimonianza è oculare: sono in ditta dalle 7 alle 10 volte all'anno per testare nuovi prodotti e ci metto la mano sul fuoco oltre che la faccia.

    Per rispondere al resto delle domande, a mio parere il livello di perfezione che garantisce un prodotto lavorato e seguito interamente da un artigiano è assolutamente insuperabile.

    x Clarsax: come ben saprai io collaboro da qualche annetto ormai con la R&C per lo sviluppo e il miglioramento dei loro prodotti. Dalla collaborazione mia e di molti altri artisti (Robert Bonisolo, Cisi, Scannapieco, Bergonzi che da poco si è pigliato un favoloso curvo e moltissimi altri), scaturiscono tutta una serie di considerazioni le quali, visto che la ditta lavora in modo del tutto ARTIGIANALE, possono venire testate su sax "prova" non riservati alla vendita. Lo strumento "modificato" viene poi fatto testare di nuovo agli "endorser" e magari anche a una serie di utenti "medi" di varie estrazioni musicali cercando di raccogliere pareri. Certe cose ovviamente sono più facili da valutare poichè misurabili oggettivamente, per altre si va come si è sempre fatto da Adolphe Sax all'invenzione dei giapponesi (e taiwanesi) :ghigno: : ovvero si va ad "orecchio" (tanto poi è con quell'organo che si percepiranno le vibrazioni emesse dal sax...). Se le modifiche infine sono approvate poi si passa ad applicarle su tutta la linea. Inutile dire che questo tipo di operazione è fattibile solo se si ha a disposizione una serie di fattori davvero difficileda far coincidere: degli artisti in gamba e disinteressati, degli artigiani in grado di battere sulla lamiera e non soltanto capaci di premere un bottone, dei progettisti che traducono in formule matematiche/geometriche le richieste degli artisti, una ditta che lavori con umiltÃ*, che accolga le richieste dei musicisti e che sia disposta a investire "buttando" letteralmente decine di fusti e campane destinate solo alle cosiddette "prove di laboratorio". Sembra semplice ma non lo è: non è che uno arriva in ditta e gli dice fammi il Re# di 7 cm anzichè 3 e la ditta lo fa. Mi sembra una visione delle cose un pò "strana" (per non dire infantile): anche la ferrari lavora a mano i suoi pezzi e non per questo acceterÃ* le richieste di pinko pallino che gli chiede di mettere un motore della Testa Rossa su una 500.

    La ditta poi su richieste particolare potrebbe (e a volte l'ha fatto ma ciò avviene molto di rado) accogliere le idee più strampalate lavorando "su commissione". Devo dire che tali strumenti tuttavia non solo l'espressione della filosofia della ditta che li costruisce ma soltanto dei gusti del committente.Ritengo pertanto le considerazioni sollevate su questo aspetto del tutto irrilevanti.

    Io preferisco basarmi su quello che vedo( e che sento) e quello che vedo mi piace, senza per questo voler screditare, come a volte accade sul saxforum (vedi il problemino sollevato da Clarsax su questa serie di post), le preferenze altrui accordate ad altri tipi di prodotti.
    Dal sopranino al baritono R&C
    http://www.davidbrutti.com

  10. #10

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    una curiositÃ*, in sicilia dove si possono provare?

  11. #11
    Visitatore

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    Citazione Originariamente Scritto da Mandrake
    tutti questi post sull' argomento, che Emilio cerca disperatamente di organizzare in modo razionale mi stanno davvero chiarendo le idee su cosa vorrei.
    Non e' una battuta.

    Voglio un sax studiato e realizzato industrialmente, sottoposto a rigido controllo di qualita', progettato e costruito anche per avere la piu' ampia possibilita di regolare tutto, poi voglio andarlo a comprare da un ottimo tecnico che sappia verificarne il perfetto montaggio e me lo sappia regolare addosso per quanto possibile.
    Citazione Originariamente Scritto da puffosky
    l'ultimo post di Mandrake chiarisce molte cose: molti di noi vogliono uno strumento costruito bene, e anche "messo a punto", sappiamo bene che, usato o nuovo, spesso c'è qualcosa da sistemare.

    Spezzerei una lancia sull'unione di "industriale" e "artigianale": perché devono essere due mondi del tutto separati?...
    Gli interventi dei due Amici qua sopra riportati si adattano perfettamente a quello che intendevo dire nel post iniziale.

    Qualcuno vede nelle opinioni del sottoscritto degli "attentati" alla buona produzione artigianale nostrana. Così non è. Infatti evito quasi sempre di citare alcune esperienze personali decisamente negative, relative a strumenti di fabbricazione nazionale che mi sono capitati tra le zampe. Se mi comporto in questo modo è proprio per evitare le sterili polemiche che sempre si accompagnano alle opinioni "negativamente soggettive".

    Dicendo che secondo me l'hand made non esiste, per quanto riguarda la fabbricazione dei saxofoni, intendevo semplicemente affermare che, trattandosi di un oggetto con elevate esigenze di "ripetibilitÃ*" formale e geometrica, ho il sospetto che lo stesso Adolfo Sax abbia tentato di approntare attrezzature specifiche che gli consentissero di realizzare in serie più o meno numerose fusti, campane, curve e meccaniche con la maggior precisione possibile.

    Il fatto che esistano sparsi per il mondo dei valenti costruttori e/o artigiani riparatori capaci di "adattare" il prodotto finito alle esigenze del singolo cliente non altera in alcun modo i concetti sopra espressi, mi pare...

    Dice bene Puffosky: chi l'ha detto che, una volta tanto, industria e artigianato non possano andare d'accordo?

  12. #12

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    Tutto ciò ha senso. Tuttavia per la mia esperienza, costruita su decine ore trascorse in ditta fianco a fianco con i costruttori per testare strumenti, l'accuratezza e la precisione di lavorazione ottenibile con il lavoro artigianale è assolutamente inarrivabile. Un conto è tirar su una campana con un sistema idro-pneumatico, semi-meccanizzato che lascerÃ* in ogni caso delle imperfezioni piuttosto vistose sulla lastra e un conto è lavorare al tornio per ore su un unico pezzo cercando di eliminare ogni minima imperfezione. Tutto ciò ha un costo ovviamente, altrimenti, non nascondiamolo, avere un sax professionale a 1500 Euro sarebbe assolutamente irreale: non dobbiamo pensare che le ditte a produzione industriale siano una specie di Babbo Natale pronte a regalare sax professionali a tutti i bambini buoni del mondo...

    Ripeto questa la mia opinione e non voglio screditare in nessun modo chi si affida a strumenti di fabbricazione diversa dall'artigianale.

    Ps.: Anch'io posso citare decine e decine di casi in cui sax di lavorazione industriale o semi-industriale si sono rivelati delle "sole" clamorose, ma non per questo critico chi si affida a quel tipo di lavorazione. Penso di essere stato sfortunato e che per il futuro farò molta più attenzione quando ho a che fare con strumenti del genere.
    Dal sopranino al baritono R&C
    http://www.davidbrutti.com

  13. #13
    Visitatore

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    Mi rendo conto che è facile in discussioni del genere "uscire fuori dal seminato": in questo caso il discorso è stato spostato sulle differenze tra strumenti cosiddetti "artigianali" e strumenti cosiddetti "industriali", con evidenti prese di posizione a favore dei primi, come c'era da aspettarsi.

    In realtÃ* il mio intento originario era differente, come ho giÃ* ripetuto più volte: intendevo semplicemente esternare che, dal mio punto di vista, non ha molto senso parlare di "hand made" quando ci si riferisce ai saxofoni, indipendentemente dalla quantitÃ* di manodopera umana correlata specificamente alla fabbricazione di questo prodotto. Per "fabbricazione" intendo riferirmi al processo di trasformazione che porta dalla materia prima (lastra, lamiera, tubo, tranciato, trafilato, laminato...) al prodotto finito immesso sul mercato ma non ancora acquistato.

    Sulla faccenda "prodotto artigianale contro prodotto industriale" la situazione è più complicata: per quanto mi riguarda posso attestare che al momento non ho avuto la fortuna di imbattermi in saxofoni artigianali migliori di quelli industriali che attualmente utilizzo. Ma questo non vuol dire che altri non possano attestare il contrario.

    Se invece ne vogliamo fare una questione di numeri di produzione, per dire che le piccole produzioni vincono comunque qualitativamente su quelle più massificate, ci andrei cauto: tutto dipende dalle capacitÃ* e dagli standard qualitativi che il produttore si è imposto, oltre che dallo "stato di salute economica" del suddetto produttore. Per sgombrare il campo dagli equivoci, che si instaurano così facilmente in questa discussione, dichiaro che non mi sto riferendo nè esplicitamente nè implicitamente a nessun piccolo produttore in particolare, nè italico nè estero.

    Dove invece l'artigianato vince indiscutibilmente è nel cosiddetto "after market": tutti ci auspichiamo di avere a disposizione un buon tecnico riparatore al quale esternare le tribolazioni causate dagli strumenti che utilizziamo, capace di risolverle positivamente, rapidamente e, auspicabilmente, senza svuotarci il portafogli.

  14. #14
    Visitatore

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    :BHO:
    Non sto capendo, vuoi una definizione di hand made ma comunque per te Emilio l'hand made non esiste.

    Al di la delle nostre diverse opinioni, leggendo i tuoi interventi sul forum mi sembri una persona acuta, attenta e curiosa (in senso positivo), quindi credo che nel senso letterale dei termini sai benissimo da solo che un sax come un R&C, battuto interamente a mano, chiavi sagomate anch'esse a mano, assemblaggio interamente umano (sono testimone) si definisce "hand made".
    Un sax Yamaha ad esempio dove fusto, campana, chiavi e parte dell'assemblaggio vengono effettuate da macchinari (molto costosi) non sono certo hand made.

    Per yamaha sarebbe impossibile personalizzare il sax (non l'apertura delle chiavi, quella la può fare chiunque) ad esempio spostando le madre perle o l'altezza di una chiave, una ditta artigianali si, in R&C c'era una sax assurdo con tante chiavi diverse che portavano a posizioni diverse ordinato su sue specifiche indicazioni da un musicictsa.
    Anche la Selmer negli anni 50 e 60 effettuava personalizzazioni del genere.

    Dici poi che il tuo post non riguarda la qualitÃ* del sax in se in quanto ognuno la vede a proprio modo, invece mi sembra che tu ti stia riferendo proprio a questo!
    Non capisco sul serio cosa vuoi dire in questo topic.

  15. #15
    Visitatore

    Re: Il saxofono "hand made"... come definirlo?...

    Bene, New York, cercherò di essere più esplicito.

    In realtÃ* non voglio dire niente di particolarmente complicato. Secondo me (e se non è così dimostratemi il contrario) esistono molte operazioni, nella fabbricazione di un saxofono o di un qualsiasi altro strumento, che hanno bisogno di attrezzature e/o macchinari specifici per essere eseguite.

    Esempio: quando si devono "tirar fuori" i fori, livellare i caminetti, stampare le curve, realizzare le minuterie meccaniche scomposte (piattelli, colonnette, aste, chiavi, eccetera) non lo si può fare "a mano". E anche ammesso che si potesse non lo fa nessuno, altrimenti un saxofono costerebbe non 4.000 ma 400.000 euro, con risultati finali che potrebbero anche essere molto deludenti.

    In tal senso ho più volte dichiarato in questa "antipatica" discussione che secondo me il saxofono "hand made" non può esistere, dato che generalmente con l'espressione "hand made" ci si riferisce a prodotti finiti realizzati esclusivamente con l'impiego di utensili manuali.

    Per voi non è così? Benissimo. Ne prendo atto. Definite allora i parametri "minimi" che possono far entrare uno strumento nell'Olimpo degli "hand made": fusto e campana battuti a mano? Saldatura e assemblaggio esclusivamente manuali? Aggiustaggio manuale finale della tamponatura e della tastiera su richiesta del cliente?

    Dice: ma a che serve tutta questa manfrina? Beh... ovvìa... ad evitare, per esempio, che qualche produttore "furbo" non faccia lievitare indebitamente il costo dei suoi prodotti piazzandoci sopra l'etichetta "hand made" anche solo per aver graffiato la campana col nome del proprietario... :D

    Nota Bene: Non mi sto riferendo a nessun fabbricante in particolare.

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