E’ vero che il Conservatorio ti da un diploma, come dice Vale che studia musica jazz . Nella sua scuola però i professori sono tutti diplomati al Conservatorio ed è anche per questo che il diploma ti da una possibilitÃ* in più di lavorare. Poi mi chiede se conosco Tino Tracanna, l’insegnate di musica jazz al Conservatorio di Milano, che guarda caso conosco abbastanza per sapere che non è diplomato al Conservatorio.
In questa piccola contraddizione dove prima si esalta l’utilitÃ* del diploma al Conservatorio e poi si porta ad esempio di competenza e capacitÃ* un insegnate non diplomato al Conservatorio, sta tutta l’essenza del perché è un controsenso insegnare musica jazz dentro un’aula del Conservatorio (e chi lo fa lo sa benissimo ma un posto così non si rifiuta mai).
Il mio discorso viaggia su un binario diverso, non mi importa molto di diplomi ed attestati, quanto mi importa parlare di musica.
Il jazz oltre a essere musica è stato anche e soprattutto un movimento di pensiero, di rivolta. Bene per esprimere quel pensiero ora Vale o chiunque fa scuola di jazz deve imparare delle regole. Le regole le ha dette Vale e sono: le scale, non fare note a casaccio, imparare il linguaggio, insomma tutte le regole che gli hanno insegnato che deve rispettare. Peccato che quel movimento di pensiero era contro ogni regola. “Non esistono note sbagliate†lo diceva Davis giusto? Quindi la musica jazz è stata un continuo infrangere le regole e gli schemi sino all’apoteosi massima (e a volte eccessiva) del free.
Quindi ricapitoliamo che senso ha il jazz al Conservatorio. Uno impara delle regole in modo di essere in grado di poterle disimparare e quindi per imparare a non avere regole. Ma lasciamo perdere. Quel pensiero prima lo devi vivere lo devi sentire tuo culturalmente e poi arrivi a suonare qualcosa.
Tutto al più ci facciamo quattro fraseggi in grazia di dio che assomigliano un po’ a questo e un po’ a quello e ci troviamo un posto di lavoro con la Laurea in Jazz. Sono in diversi a farlo, tutti i sassofonisti jazz che ascolto dagli ultimi 10 anni più che il jazz conoscono a menadito una funzione del computer. Copia e Incolla.
Vi piacciono le tigri in gabbia nei circhi. Il jazz al Conservatorio è la stessa cosa. Ormai quella tigre è vecchia non corre più e chissÃ* forse la sua speranza di vita sarÃ* proprio quella di fare il numero da circo di essere ridicolizzata sotto a un tendone a strisce o dentro un’aula del Conservatorio.
Peccato perché secondo me l'opera d'arte del nuovo millennio ha una sfida davanti a sé, quella di dover diventare un polo di connessione fra culture, ciò che il jazz ha sempre tentato di fare e che ora diviene fondamentale per lo sviluppo della musica.
Impararne solo i fraseggi come la poesiola a memoria serve a darti un attestato un diploma che automaticamente equivale a non averci capito niente.