Mah... a me pare che non esista necessariamente conflitto tra le ultime argomentazioni sopra esposte:

E' più che plausibile che un saxista abbia un taglio preferenziale tra quelli disponibili, specie a livello espressivo.

E' però altrettanto possibile che uno strumentista di lungo corso avverta a un certo punto la necessitÃ* di praticare altri "parenti" del suo strumento principale, magari solo per curiositÃ* "tecnica", o perchè gli si è momentaneamente inaridita la "vena creativa".

Per quanto mi riguarda mi ritengo prevalentemente un tenorista, ma ho l'impressione che il fatto di "pompare" tutti e quattro i "samurai" principali mi abbia parecchio giovato proprio sul piano tecnico (respirazione, imboccatura, digitazione, eccetera). In pratica, se uno suona più tipi di sax, ha di solito l'impressione di suonare meglio anche il suo sax preferito.

Se a seguito di codeste sperimentazioni uno cambia gusti e passa a preferire un altro taglio che problema c'è? Perchè dovrebbe andare in crisi? L'unico motivo di rammarico potrebbe essere di natura "portafogliacea", per un non professionista... :D