Salve, sono un sassofonista di scuola classica, concertista e se posso vorrei rispondere un pò in generale...
Premettendo che ci sono tre correnti al giorno d'oggi per quanto riguarda la scuola classica sassofonistica:
1- Scuola francese (legata alla tradizione di M. Mule e poi di J. M. Londeix) di cui fanno parte la stragrande maggioranza degli insegnanti europei;
2- Scuola italiana (di Federico Mondelci, allievo di J.M. Londeix ma rivoluzionario nell'idea di emissione del suono e del fraseggio classico, da cui poi sono venuti fuori sassofonisti come Mario Marzi, e altri);
3- Scuola americana (legata alla scuola e al metodo S. Rascher, metodo che nella tradizione francese non è neanche contemplato... purtroppo).
La prima scuola è ancora oggi la più assodata e penso che come impostazione per iniziare sia la più completa.
Penso anche però, che con l'andare avanti sia troppo obsoleta e rigida, legata troppo a un setup strumentale troppo restrittivo per il nostro strumento, e a una scelta di repertorio molto dubbia (quasi solo musica francese).
Federico Mondelci è stato il primo che ha appreso dalla scuola francese tutte le tecniche e ne ha inserito tecniche personali che hanno privilegiato più l'espressivitÃ* sonora e timbrica rispetto alla tecnica pura ed essenziale lasciata a se stessa. Inoltre è stato uno dei primi ad utilizzare bocchini più aperti (lasciando il C* per un S90 190).
Tutt'ora è considerato uno dei più grandi al mondo soprattutto per il suo suono riconoscibile lontano un miglio.
Io faccio parte della sua scuola (mi sono diplomato con lui e ora mi sto perfezionando da M. Marzi) e credo il vero sassofonista e musicista "totale" debba avere la vera coscienza di quello che sta facendo e delle possibilitÃ* molteplici dello strumento.
Io non rinnego i sassofonist jazzisti come molti musicisti classici, e anche tanti sassofonisti jazzisiti dovrebbero non farlo con i cosiddetti "accademici".
Penso infatti che i sassofonisti jazz riescano (naturalmente attraverso un linguaggio diverso) a carpire la vera essenza del sassofono, cioè la bellezza timbrica.
Il sassofono è stato inventato da Adolph Sax per un esigenza materiale di trovare uno strumento con potenza ma anche eleganza, forza ma anche sensualitÃ*. Il nostro strumento è tutto questo. E spesso i classici questo se lo dimenticano cercando solo alcuni aspetti che ho citato.
La scuola francese predilige un'impostazione rigida che non da neanche libero sfogo alla cavitÃ* orale, producendo un suono "per tutti uguale" e non personale, piccolo e a volte privo di armonici, quindi fastidioso (parlo dei sassofonisti moderni, Mule era un'altra cosa).
Penso che i classici debbano imparare (e io sono un classico atipico infatti) che è ora di cambiare un pò atteggiamento.
I sax moderni per esempio... dopo il mark VI la selmer non ha prodotto più strumenti adeguati a nessuno, ne classica ne jazz. Non vibrano, sono stonati, escono con difetti.
I sax vintage (e ci sarÃ* un motivo perché la maggior parte dei jazzisti ne suona) sono tutta un'altra cosa all'ascolto, anche per chi suona un setup classico.
Ricordiamoci che gli esecutori di 70/80 anni fa suonavano con selmer balance, super balance, conn, e suonavano musica classica, e i compositori sentivano questi suoni... che non hanno niente a che vedere con qualsiasi strumento moderno, qualsiasi sia la marca.
Io suono tranquillamente musica classica, con bocchino soloist E e sax alto mark VI 153xxx, e l'impasto che si riesce ad avere anche con strumenti di altre famiglie è un'altra cosa.
David Brutti, suona il soprano nel nostro quartetto con soprano Mark VI e bocchino Ottolink 8 in ebanite. E abbiamo vinto l'ultimo concorso nazionale di sassofono, suonando il quartetto di Glazunov e altri brani classici e contemporanei.
Quindi... chi l'ha detto che non bisogna cominciare a unire i due mondi.
E' il linguaggio che cambia.
Il suono del sax deve essere unico, riconoscibile. Sta ai diversi musicisti di diversi linguaggi cambiare il tipo di impostazione e di emissione.
Per quanto riguarda il repertorio sassofonistico in orchestra... bhe... è un errore pensare che ci sia niente o poco solo perché non viene eseguito nei teatri.
La mancanza di esecuzioni nei grandi teatri è legata soprattutto a errori fatti nel passato da parte dei grandi esecutori classici come lo stesso Londeix che hanno privilegiato commissionare brani originali ad autori poco importanti per il periodo storico, soprattutto francesi (vedi IBERT, DESENCLOS, ecc...)
Nonostante questo il nostro strumento vanta comunque importanti composizioni:
In orchestra è stato utilizzato da RAVEL nel famosissimo Bolero (soprano e tenore, anche se originariamente era previsto anche il sopranino in Fa), e nella trascrizione da lui fatta de "I quadri di un'esposizione" di Mussorskij.
E' stato utilizzato da compositori come R. STRAUSS (Sinfonia Domestica), J. MASSENET (Werther), G. BIZET (Arlesienne), SAINT SAENS, D. MILHAUD (La Creation du Monde), G. Gershwin (Rapsodia in Blue), STRAVINSKI, PROKOFIEV, SHOSTAKOVIC, C. IVES, BERNSTEIN, ecc...
Ma vi sono anche grandi compositori che hanno dedicato brani solistici: P. HINDEMITH (Sonata e un Duo per due contralti), A. GLAZUNOV (un concerto per alto e orchestra e un quartetto), H. VILLA LOBOS (Fantasia per soprano o tenore e orchestra), P. GLASS (Concerto per quartetto), L. BERIO (2 Sequenze e Canticum Novissimi Testamenti), F. DONATONI, E. DENISOV, K. STOCKHAUSEN, A. WEBERN, I. XENAKIS, S. SCIARRINO, P. WOODS, G. SCELSI, e altri...
Come noterete non ho messo nessun ordine ne cronologico ne di stile e ho evitato brani come il Concertino da Camera di J. IBERT, brano privo di importanza storica, che è sempre stato addirittura brano d'obbligo nei diplomi di sassofono di tutta Italia!
E' naturale che ci sono tantissimi altri pezzi, alcuni importanti, altri meno e altri non lo sono per niente. Ed è naturale che il nostro essendo uno strumento giovane non potrÃ* mai avere il repertorio di un violinista che può vantare Beethoven, Mozart, ecc...
Ma questo non deve scoraggiarci... anzi... al giorno d'oggi il sassofono, nella musica classica di "adesso", la musica contemporanea vanta tanti compositori importanti, quindi...
Queste sono naturalmente mie opinioni, dettate dall'esperienza, che possono tranquillamente non essere condivise.
Spero solo di far ragionare il più possibile su una situazione non solo italiana sassofonistica che a mio parere va cambiata.
Un saluto affettuoso a tutti i sassofonisti!
Matteo