Premetto che io effettivamente non controllo i sovracuti con il soprano e vorrei invece controllarli per avere comunque una preparazione migliore come sassofonista. Ti assicuro però che l'insegnante che mi disse questa cosa è uno strumentista che controlla perfettamente lo strumento e che con tutta probabilitÃ* gode anche della tua stima (però non hai capito chi è).

Ciò premesso senza trincerarmi dietro le parole riferite di musicisti migliori di me, con il massimo rispetto per la tua statura artistica e conscio di non essere, sul piano tecnico ed artistico, neppure degno di montarti l'ìimboccatura sul chiver, ti chiedo se sei veramente convinto che l'utilizzo di un registro estremo (qual'è quello raggiungibile con i sovracuti del soprano) permetta di esprimere contenuti o forme musicali di particolare interesse artistico, altrimenti non esprimibili attraverso il registro naturale dello strumento.

E' un dato di fatto che molte pagine di musica contemporanea richiedano l'utilizzo dei sovracuti sul soprano. Dal che ne discende in maniera automatica che la mancanza di controllo dei sovracuti preclude ad uno strumentista la possibilitÃ* di eseguire quelle composizioni. Ma se cambiamo la prospettiva ed esaminiano la cosa, non dal punto di vista unilaterale dell'esecutore, ma dal punto di vista dialettico della comunicazione musicale? Pensi che un compositore limiterebbe in maniera determinante la propria tavolozza espressiva se non scrivesse quei passaggi sui registri estremi? La comunicazione tra il compositore, l'esecutore e l'ascoltatore risulterebbe limitata?
Io ritengo che questi passaggi servano a mettere in evidenza le straordinarie doti tecniche dell'esecutore (il che, sul piano delle capacitÃ* inividuali, rende sicuramente encomiabile e di maggior valore la performance dello strumentista) ma che poco apportino alla comunicazione musicale.

Con reverenza e deferenza :half: Mad Mat