A livello di prezzi il Serie II si trova a prezzi mediamente più alti del Mark VII, non fosse altro che tanti Serie II circolanti sono piuttosto recenti quindi hanno ancora un buon valore.
La storia del Mark VII "strumento ciofeca" è una leggenda alimentata dal fatto di non aver preso il testimone del Mark VI, strumento di eccezionale longevitÃ*.
Come è naturale che sia, quando si è abituati a qualcosa il passaggio al nuovo non è sempre agevole, a maggior ragione quando la Selmer decise di cambiare rotta con il Mark VII.
Resta il fatto che ci sono alcuni Mark VII che suonano davvero benissimo, possono tranquillamente competere con il progenitore e anche superarlo.
Rispetto al Mark VI è più pesante ed ha una meccanica (soprattutto le chiavi di entrambi i mignoli) piuttosto massiccia che può risultare scomoda per chi ha le mani piccole, ma niente che non si possa superare con l'abitudine.
Alcuni giorni fa mi è capitato per le mani un tenore Mark VII con matricola bassa in vendita e sinceramente devo dire che era uno strumento ottimo, intonazione perfetta, gran suono ricco nel registro grave, ottima omogeneitÃ* e registro acuto mai esile. Unica pecca, se così la possiamo definire, è la relativa durezza del registro sovracuto ma anche qui nulla che non si possa superare con l'esercizio (della serie...se sai "dove sono" i sovracuti li becchi, se vai a caso non ne prendi uno...).
Una volta tanto bisogna ringraziare la speculazione su Mark VI (ricercatissimo dai jazzisti) e sul Serie II (strumento solido - molto apprezzato anche nell'ambito classico - che per via del costo sul nuovo mantiene elevate quotazioni anche sull'usato): il Mark VII è meno ricercato ed il prezzo rimane più contenuto, per cui se trovate l'esemplare con gli attributi non fatevelo scappare!